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Riscoprire la figura di Armida Barelli e la sua modernità

26 ottobre 2021

Riscoprire la figura di Armida Barelli e la sua modernità

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Nell’anno del Centenario dell’Università Cattolica e nell’approssimarsi della beatificazione di Armida Barelli è giusto e opportuno evidenziare non solo le idee e le intenzioni dei protagonisti che portarono, tra difficoltà di ogni genere, a fondare l’Ateneo dei cattolici italiani, ma anche cogliere la loro forte personalità e il contributo che hanno dato al Paese nelle loro varie imprese.

Per conoscere la figura di Armida Barelli l’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica ha avuto un’idea innovativa: creare un fumetto per rendere la sua storia accessibile a tutti in modo gradevole e semplice. La graphic novel dal titolo Armida Barelli. Nulla sarebbe stato possibile senza di lei” (Franco Cosimo Panini Editore, 52 pagine, 18 euro), ideata e curata dalla giornalista Tiziana Ferrario, sceneggiata e illustrata da Pia Valentinis e Giancarlo Ascari, con un’approfondita ricostruzione storica affidata ad Aldo Carera ed Ernesto Preziosi, è stata presentata il 22 ottobre nell’Aula Pio XI della sede milanese dell'Ateneo. Nella stessa circostanza è stata inaugurata la mostra collegata, visitabile nell’atrio dell’aula fino al 9 novembre, dalle 9 alle 17 (con green pass).

A moderare i vari interventi è stata Elisabetta Soglio, responsabile di Buone Notizie - Corriere della Sera, che ha ricordato come la graphic novel consenta di arrivare ad un pubblico più giovane per raccontare un esempio importante per il movimento cattolico e per lo sviluppo del nostro Paese.

Un articolo di

Agostino Picicco

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La presentazione è stata autorevolmente introdotta da un video messaggio dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in veste di presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo, il quale ha avuto parole di apprezzamento e incoraggiamento «per avere adattato ai tempi la conoscenza di Armida». Per l’arcivescovo tale pubblicazione offre all’Università l’occasione di interrogarsi sul suo passato: «Il passato rappresenta le radici di un albero che produce frutti oppure è dato dalla talea che vive e si allarga e crea un altro albero a prescindere dalle sue radici? Noi questa alternativa, data da immagini vegetali come le radici e la talea, la vogliamo risolvere proponendo l’immagine del nostro cammino come quello di un popolo che attraversa la storia accompagnato dagli angeli, come Armida e gli altri protagonisti che, come inviati di Dio, hanno contribuito all’impresa straordinaria dell’Università Cattolica. Questa pubblicazione è solo uno strumento per entrare nella comunione dei santi che accompagna il popolo in cammino. I santi vivono nel presente e la beatificazione di Armida è l’occasione per rendere vivo questo rapporto con il passato».

Il saluto dell’Università Cattolica è stato portato dalla prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, in modo non formale «dato che - ha affermato – la graphic novel sarebbe piaciuta ad Armida in quanto espressione non convenzionale di presentarne la figura, un modo per appassionare gli studenti alla storia dell’Università, andando al cuore del suo messaggio: portare il Cuore di Cristo nel mondo tramite la conoscenza».

Anche fra Renato Delbono o.f.m. cappellano dell’Università Cattolica, ha richiamato la grande fiducia di Armida nel Sacro Cuore, stimolo nel portare avanti le sue intuizioni non solo nella fondazione dell’Università ma anche nella promozione della donna tramite il suo impegno di presidente della Gioventù Femminile. «La presenza di Cristo in mezzo a noi ci permette di fare l’impossibile, proprio come ha fatto Armida: nulla è impossibile se dalla nostra parte c’è il bene».

Ormai la Barelli, come ha detto Teresa Panini della Franco Cosimo Panini Editore, «ci ha appassionati, tanto che anche noi la chiamiamo Armida».


È toccato a Tiziana Ferrario del Comitato d’indirizzo Istituto G. Toniolo ripercorrere i due anni di confronti e di amicizie nate grazie ad Armida: «È il momento per rivalutare la storia delle donne. Bisogna tirare Armida fuori dalla cripta e indicarla per la sua modernità: ha dato grande possibilità alle donne di esprimersi e di uscire fisicamente fuori di casa, in tutta Italia». Anche per questo nel fumetto vi sono colori non usuali nell’abbigliamento di un secolo fa, ma utili a modernizzarne la figura, come ha ribadito, chiedendo conferma alla nipote di Armida, presente in sala, l’anziana signora Savina Nesler Barelli, accompagnata da altri familiari, tra le poche persone viventi ad averla conosciuta direttamente.

Il rigore storico della graphic novel, al di là di qualche concessione al genere tipico del fumetto, è stato certificato dall’intervento del professor Aldo Carera, direttore dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani”, che ha ricordato la fedeltà alla storia di Armida, ottenuta grazie alla “positio” del processo di beatificazione e alle varie biografie. Ha fatto anche riferimento alla contestualizzazione che è stata data grazie a riferimenti alla Milano degli anni della grande industrializzazione, con una classe dirigente nuova e un vivace fermento culturale, quasi un volano per l’intero Paese.

Sulla Milano dei primi del Novecento e sulla graphic novel sono intervenuti Pia Valentinis e Giancarlo Ascari, illustratori e sceneggiatori della pubblicazione, i quali hanno ribadito l’approccio rigoroso e serio al personaggio che univa la lungimiranza della fede al pragmatismo lombardo. «Non abbiamo inventato nulla, la graphic novel c’era già con il Corriere dei Piccoli che raccontava le storie con i fumetti, senza contare le riviste cattoliche a fumetti come Il Giornalino».

 

A completare gli interventi è intervenuta Maria Grazia Fiorentini, direttrice del Collegio Marianum, che ha ripercorso le motivazioni della Barelli per la costruzione del Marianum, dato che «era un collegio non necessario, la neonata Università aveva altre priorità, le studentesse potevano essere ospitate in pensionati di suore, numerosi a Milano, ma quel collegio per Armida rappresentava la volontà di affermare una idea moderna di donna, pensiero ancora oggi valido nell’ospitare queste ragazze, proponendo dei valori».

Per Letizia Caccavale, presidente Consiglio per le Pari Opportunità Regione Lombardia, con la sola forza dell’uomo tutto quello che è stato fatto non sarebbe stato possibile e, nel suo ruolo, ha auspicato l’importanza delle istituzioni nel supportare le donne e nel garantire libertà alle loro iniziative, proponendo alle istituzioni soluzioni più avanzate rispetto a quelle delle leggi esistenti.

In chiusura la professoressa Sciarrone Alibrandi ha ribadito l’importanza di storia, identità, cultura per chi entra in Cattolica. «Chissà – ha detto la prorettrice - che uno dei frutti del Centenario possa essere quello di dare identità alle aule che sono dedicate a nomi illustri della nostra storia ma che gli studenti continuano ad individuare con il loro numero. Si tratta di trovare un modo di dare concretezza ai nomi magari affiggendo all’ingresso dell’aula una foto, una scheda, una nota che identifichi la persona alla quale l’aula è dedicata e indichi il legame con l’Ateneo».

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