La presentazione è stata autorevolmente introdotta da un video messaggio dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in veste di presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo, il quale ha avuto parole di apprezzamento e incoraggiamento «per avere adattato ai tempi la conoscenza di Armida». Per l’arcivescovo tale pubblicazione offre all’Università l’occasione di interrogarsi sul suo passato: «Il passato rappresenta le radici di un albero che produce frutti oppure è dato dalla talea che vive e si allarga e crea un altro albero a prescindere dalle sue radici? Noi questa alternativa, data da immagini vegetali come le radici e la talea, la vogliamo risolvere proponendo l’immagine del nostro cammino come quello di un popolo che attraversa la storia accompagnato dagli angeli, come Armida e gli altri protagonisti che, come inviati di Dio, hanno contribuito all’impresa straordinaria dell’Università Cattolica. Questa pubblicazione è solo uno strumento per entrare nella comunione dei santi che accompagna il popolo in cammino. I santi vivono nel presente e la beatificazione di Armida è l’occasione per rendere vivo questo rapporto con il passato».
Il saluto dell’Università Cattolica è stato portato dalla prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, in modo non formale «dato che - ha affermato – la graphic novel sarebbe piaciuta ad Armida in quanto espressione non convenzionale di presentarne la figura, un modo per appassionare gli studenti alla storia dell’Università, andando al cuore del suo messaggio: portare il Cuore di Cristo nel mondo tramite la conoscenza».
Anche fra Renato Delbono o.f.m. cappellano dell’Università Cattolica, ha richiamato la grande fiducia di Armida nel Sacro Cuore, stimolo nel portare avanti le sue intuizioni non solo nella fondazione dell’Università ma anche nella promozione della donna tramite il suo impegno di presidente della Gioventù Femminile. «La presenza di Cristo in mezzo a noi ci permette di fare l’impossibile, proprio come ha fatto Armida: nulla è impossibile se dalla nostra parte c’è il bene».
Ormai la Barelli, come ha detto Teresa Panini della Franco Cosimo Panini Editore, «ci ha appassionati, tanto che anche noi la chiamiamo Armida».