La giornata di giovedì 6 maggio sarà l’occasione per analizzare il tema sotto un profilo di maggiore approfondimento, anche giuridico. Si partirà alle 9.00 con gli interventi dei professori Stefano Solimano, Guido Merzoni, Antonella Occhino, rispettivamente presidi della facoltà di Giurisprudenza, Scienze politiche e sociali, ed Economia, di Claus Robert Krumrei, console generale della Repubblica Federale di Germania a Milano, di Gadi Schönheit, di Roberto Jarach, e di Gabrio Forti.
Si alterneranno poi quattro importanti momenti di riflessione. Il primo (9.30) offrirà un quadro generale su origini, implicazioni, evoluzione, e prassi applicative dei “Principi di Washington”: adottati nel 1998, all’indomani della omonima conferenza, sono principi non vincolanti che favoriscono la risoluzione non contenziosa di questioni riguardanti le opere d’arte confiscate sotto il regime nazifascista. Moderati da Arianna Visconti, interverranno sul tema Alessandro Chechi, componente dell’Art-Law Centre dell’Università di Ginevra ed esperto di diritto internazionale dei beni culturali, Francesco Provenza, dal 2013 al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza con competenza sulla Lombardia, ed Eike Schmidt che, in qualità di direttore delle Gallerie degli Uffizi, porterà la sua diretta testimonianza sulla restituzione di una natura morta sottratta dalle truppe tedesche nel 1944.
Alle 11.00 seguiranno tre approfondimenti sull’applicazione dei “Principi di Washington” in Italia, Germania e Svizzera. Del nostro Paese si occuperanno il docente di Diritto internazionale all’Università degli Studi di Milano Manlio Frigo, che fornirà un quadro dettagliato della normativa italiana e di quanto si sta facendo per migliorare la situazione, e la storica del Deutsches Historisches Institut in Rom Bianca Gaudenzi, che si soffermerà sulle spogliazioni nei confronti degli ebrei italiani o degli ebrei rifugiati in Italia nel periodo nazifascista. Dell’esperienza della Germania (ore 12.15), il Paese più organizzato su questo fronte, parleranno Meike Hopp, del Technische Universität Berlin, esperta di ricerche sulla provenienza delle opere d’arte, e Matthias Weller, della Rheinische Friedrich Wilhelms Universität di Bonn, responsabile di un progetto di revisione e razionalizzazione delle regole per la restituzione di opere confiscate dai nazisti. L’esempio della Svizzera sarà affrontato (ore 15.00) da Nikola Doll, del Kunstmuseum Bern, che ha avuto modo di confrontarsi personalmente con la vicenda della collezione Gurlitt, e Marc-André Renold, esperto di alternative dispute resolution e direttore dell’Art-Law Centre, Université de Genève.