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Caffè, Fosca lo può giudicare

21 marzo 2022

Caffè, Fosca lo può giudicare

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Quella per il caffè non è una passione semplice.

«Quando si va in piantagione si vivono anche situazioni al limite: assenza di acqua calda, presenza di insetti, un’escursione termica che raggiunge i 30 gradi, i mille vaccini prima di partire. Ma bisogna andare: per farsi un bagno di umiltà e per comprendere veramente chi dovrebbe essere retribuito e perché, nel tuo ricercare e lavorare, devi valorizzare caffè speciali, di cui si conoscono i produttori e la filiera, perché almeno sai che una seppur minima parte di ciò che spendi per comprare quel caffè premia chi lavora bene, avendo cura della sostenibilità sociale e ambientale».

Parola di Fosca Vezzulli, reduce dai Campionati Italiani Barista, Brewers Cup e Cup Tasters, in scena sul palcoscenico della fiera internazionale SIGEP Rimini, nella quale si sono sfidati i giovani professionisti del caffè per contendersi il titolo nazionale delle tre discipline in gara.

Fosca, dottoranda Agrisystem dopo un percorso formativo tutto speso in Cattolica alla Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, era lì come giudice, per la prima volta in un campionato nazionale: «È stato bellissimo, un’esperienza di vita: alcuni competitor, con i loro racconti, mi hanno fatta commuovere, perché mi hanno ricordato i tempi in cui sono entrata io nel mondo del caffè; e poi con gli altri giudici della Sca Italy-Specialty Coffee Association, si è creato uno scambio arricchente e prezioso, stiamo già pensando alla prossima competizione».

La passione di Fosca per il caffè è nata sui banchi dell’Università Cattolica e da lì è stato un crescendo: lo stage in una torrefazione, che l’ha assunta prima del termine della laurea triennale, dove ha continuato a lavorare anche durante la laurea magistrale. «Prima di iniziare il dottorato ho ottenuto due importanti certificazioni di carattere internazionale che attestano le capacità di valutare la qualità del caffè: Q-Arabica grader e Q Processing Professional».

Oggi è una dei 30 Q-graders, gli assaggiatori ufficiali di caffè in Italia (sono 6mila in tutto il mondo).

Il Q Processing (in Italia sono in 6 ad averlo, 400 nel mondo) lo ha ottenuto in Brasile, dove il caffè lo producono, per studiare come valorizzare il caffè partendo dai processi di coltivazione e da tutti quei sistemi che vengono utilizzati per ottenere il seme verde dal frutto del caffè «competenza che mi è utilissima nelle attività di ricerca che sto svolgendo per la mia tesi, con cui sto esplorando il tema della tracciabilità, della caratterizzazione e dell’analisi sensoriale del caffè».

Competenze che aprono spazi professionali molto interessanti, perché «quando le tue skills vengono certificate da organismi internazionali, puoi “vendere” la tua preparazione in modo molto efficace». E da grande? «Il mio sogno resta la ricerca, mi affascina moltissimo e dà spazio per dar voce alla mia curiosità».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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