Ridurre le liste d’attesa per prestazioni ed esami, limitare gli spostamenti fra strutture ospedaliere, dove un’unica equipe multidisciplinare ruota intorno alla persona e verifica le effettive necessità terapeutiche. Queste le priorità espresse nel Manifesto della Fondazione Dignitas Curae ETS, presentato a Roma il 25 gennaio nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio aperto dal saluto istituzionale del Presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo Fontana.
Presieduta dal professor Massimo Massetti, Ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica e responsabile dell’Area cardiovascolare e cardiochirurgica del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” IRCCS, la Fondazione suggerisce un cambio di paradigma nella sanità per contribuire a ridurre la frammentazione della cura, e di conseguenza ritardi e disservizi.
«La strada delineata - spiega il professor Massetti - può rappresentare un’innovazione nella sanità nazionale: un modello che riporti al centro i valori della medicina, riconosca il bene della persona e del curante e sfrutti le migliori competenze specialistiche. È questo un possibile modello della sanità che vogliamo, aperto alle innovazioni e aderente alla persona».
Il Manifesto della Fondazione vede il sostegno di Papa Francesco, che per primo ha voluto firmare il documento, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci. Il Ministro in particolare durante la presentazione ha annunciato che verrà avviato un tavolo di lavoro per valutare l’applicazione più estesa del percorso proposto.
Alla presentazione del Manifesto erano presenti, tra gli altri, il professor Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, e il professor Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
«Il progetto di revisione del sistema sanitario non riguarda solo gli ambiti prettamente organizzativi e gestionali: occorre portare avanti un modello di cura che non si limiti a curare l’evento patologico, ma deve prendersi cura del paziente nella sua totalità. Si tratta di riorganizzare una sanità che deve essere centrata sul malato e non sulle malattie o sulle singole prestazioni sanitarie. Ma c’è bisogno del contributo di tutti gli attori coinvolti nella rifondazione del sistema sanitario, nel rispetto delle differenze dei compiti e dei ruoli, perché ciascuno dei soggetti interessati, il Ministero della Salute, le Regioni, le aziende sanitarie, il personale sociosanitario, il mondo del volontariato determinerà con il proprio contributo quale sanità consegneremo al futuro», afferma il Ministro della Salute Schillaci.