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I-Lamp premia i migliori laureati

22 dicembre 2020

I-Lamp premia i migliori laureati

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C’è chi si è distinto nel percorso di studio in Fisica e chi invece si sta facendo notare nel campo della ricerca.

Sono i quattro miglior fisici premiati in Cattolica da I-Lamp, (Interdisciplinary Laboratories for Advanced Materials Physics) per l’anno 2020. 

I due migliori laureati magistrali del quarto concorso I-Lamp sono stati Federica Airoldi e Pietro Bolpagni, per l’eccellente carriera negli studi universitari e per l’interessante argomento di tesi. Fra gli ex studenti la commissione scientifica ha scelto Mirco Chiodi e Davide Bossini per il lavoro di ricerca sulla fisica applicata. 

C’è chi ha scelto la via della ricerca e chi ha preferito vedere applicate in azienda le nozioni acquisite nel percorso di studio. Sempre più fisici, infatti, sono richiesti nelle aziende per la loro capacità di problem solving. Essi  rappresentano l’anello di congiunzione fra la ricerca di avanguardia e il mondo produttivo, contribuendo a introdurre nelle imprese le innovazioni che il mercato oggi sollecita, aiutando la loro crescita. 

È con questa prospettiva che Pietro Bolpagni, dopo la laurea magistrale con lode in Fisica nel dicembre 2019, ha iniziato a lavorare come Data Analyst e Programmatore Software presso TOOLS for SMART MINDS, un'azienda di Castelmella (Bs) che fa software e algoritmi per il monitoraggio dei dati di macchine industriali in ottica Industria 4.0 e algoritmi di manutenzione predittiva e Machine Learning. 

«Durante la tesi magistrale ho seguito un progetto di Biologia Quantistica supervisionato dal professor Fausto Borgonovi e dal professor Luca Celardo. È un progetto di Fisica Computazionale in cui sono state studiate, tramite modelli fatti al computer, le elevate capacità di trasporto di luce ed energia da parte di batteri che vivono nelle profondità marine e quindi con pochissima luce a disposizione. Questi batteri sfruttano dei processi di trasporto che si basano su concetti di fisica quantistica e statistica per avere la massima efficienza possibile nel trasportare quella poca luce ed energia a disposizione. Porterò sempre con me il bellissimo rapporto con i miei compagni e con tutti i professori che si sono sempre mostrati estremamente disponibili».

Anche Federica Airoldi si è laureata in Fisica magistrale nello stesso giorno e anno di Pietro con una tesi di ricerca nel settore della quantum biology. Dopo meno di un mese, ha iniziato a lavorare come HR Business Partner in una grossa azienda bresciana nel settore metalmeccanico.

«Anche se non è il percorso più ovvio dopo una laurea in fisica ho trovato in questo lavoro il giusto connubio tra le mie doti relazionali e gestionali e il metodo è l'attitudine al problem solving maturati durante l'università. Fisica ti insegna a risolvere problemi sempre nuovi, a chiedersi il perché delle cose a presentare dei progetti dalla a alla z e questi sono aspetti fondamentali nel mio lavoro quotidiano. Il ricordo più vivo della Cattolica è il rapporto di rispetto e collaborazione stimolante con i professori». 

Non si è fermato a Brescia Davide Bossini, premiato da I-lamp per essersi distinto in ambito accademico. Dopo la laurea in Fisica nel 2010, ha scelto di svolgere il suo dottorato alla Radboud University Nijmegen, in Olanda,  per poi volare a Tokyo per due anni di postdoc e dal 2017 ad oggi è Assistent Professor at Technical University Dortmund in Germania.
 È stato affascinato fin dall’inizio della sua ricerca  dai nanomodi e dall’ultarveloce «ho studiato i processi ultrafast indotti da impulsi laser in materiali magnetici per  imparare a controllare le proprietá magnetiche dei solidi nel modo più veloce possibile, utilizzando la luce come stimolo e non voltaggi o campi magnetici. L’idea è che in questo modo si potrebbe sviluppare un hard-disk che funziona circa un milione di volte piú velocemente di un hard-disk convenzionale perché la scrittura e lettura sono fatte con la luce e non con campi magnetici. Io sono interessato all’aspetto fondamentale: tutta la fisica che conosciamo descrive materiali magnetici in stati stazionari, cioé in cui le proprietá non cambiano o cambiano molto lentamente. Non esiste una teoria che ci spieghi cosa succede quando proviamo a cambiare il magnetismo cosí velocemente, cioé su scale temporali del femtosecond (1 femtosecondo = 0.000000000000001 secondi). Di fatto, gli esperimenti che io e miei colleghi facciamo a volte mostrano effetti che non sono stati ancora immaginati».

Mirco Chiodi, dopo il dottorato in fisica applicata conseguito nel 2010 a Milano e un altro in America (University of Knoxville, TN), ha lasciato la ricerca accademica per  l’azienda e oggi è responsabile del centro R&D di Milano per il gruppo Camozzi che ha sedi in tutto il mondo e che si occupa di automazione.

Dopo il dottorato ha subito lavorato in ambito industriale, prima come R&D scientist presso un'azienda bresciana. Nel 2012 si sposta al KmRosso (BG) dove ha lavorato allo sviluppo di materiali carboceramici per applicazioni automotive. Poi quattro anni in Svizzera (2014- 2018) come R&D project manager, collaborando con diverse industrie svizzere ed internazionali e ora da circa due anni Mirco è nel gruppo Camozzi come responsabile del centro di ricerca del gruppo sito a Milano.

«Per tutta la mia vita professionale ho lavorato usando i concetti che ho imparato durante la mia laurea. Dalle tecnologie del vuoto, ai film sottili (argomento delle mie tesi di laurea e dottorato); dai materiali ceramici a quelli plastici; dalle proprietà termiche a quelle di durezza e stabilità chimica. Questo mi ha permesso di confrontarmi con il mondo industriale ed avvicinarmi alle esigenze della ricerca applicata e mi consente oggi di saper comprendere le esigenze del mondo della ricerca istituzionale e quelle (a volte contrapposte) della ricerca applicata ed industriale. Dei miei docenti della Cattolica, tutti di grande qualità, porterò sempre nei miei ricordi Massimo Sancrotti per le sue qualità professionali e personali».

Un articolo di

Antonella Olivari

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