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L'ipotetica rimozione di Donald Trump: tra quarta sezione del 25° emendamento e impeachment

14 gennaio 2021

L'ipotetica rimozione di Donald Trump: tra quarta sezione del 25° emendamento e impeachment

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Mi sia concessa una divagazione al di fuori delle materie che costituiscono il mio quotidiano professionale, per analizzare un tema che riguarda una materia che rappresenta un mio non infrequente “campo di fuga e relax” (ognuno ha le proprie passioni e perversioni…) e che, da sempre, mi appassiona sinceramente, ovvero il diritto costituzionale americano.

Lo spunto mi viene dall’attuale dibattito circa la sorte che spetterebbe al Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump in seguito ai fatti accaduti a Washington lo scorso 6 gennaio presso il Campidoglio in occasione del conteggio formale da parte delle due camere legislative dei voti dei “grandi elettori”. Tralasciando ogni analisi in merito ai fatti di cronaca, alle motivazioni ed alle responsabilità – dirette ed indirette – dei protagonisti, ed alle opportunità politiche di determinate (e comprensibili) reazioni, desidero soffermarmi sull’invocata applicazione della quarta sezione del 25° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Da più parti – per tutte, basti citare l’appassionato appello della Presidentessa (speaker) della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi – si chiede che il Presidente Trump, giusto prima del termine naturale del suo mandato, venga “destituito” attraverso quel particolare procedimento che lo vedrebbe sostituito nelle sue funzioni esecutive (rectius: presidenziali) dal Vicepresidente in carica, ovvero Michael “Mike” R. Pence. Altri, invece, richiamano l’applicazione della procedura di impeachment (già affrontata dal Presidente Trump in merito alla vicenda delle presunte interferenze straniere nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 2016). Di più: sulle pagine de “Il Dubbio”, quotidiano di noi avvocati italiani, è apparso a pagina 13 dell’edizione dello scorso 8 gennaio un articolo a firma dell’esperta giornalista Antonella Rampino dove si auspicava proprio il ricorso alla “rimozione” prevista dalla quarta sezione del 25° emendamento (e ahimè, e ciò mi pare poco felice che ciò accada sul quotidiano dell’avvocatura, non vi era una minima analisi di fattibilità giuridica ma anzi vi erano addirittura alcuni errori formali riguardanti la procedura teoricamente applicabile, e, pure non appariva un parere, nemmeno in forma di semplice richiamo, di un qualche costituzionalista esperto della Carta fondamentale “a stelle e strisce”).

A parere di chi scrive – al di là di considerazioni pratiche che comunque non possono essere sottaciute (ad oggi, sabato 9 gennaio 2021, mancano soli 11 giorni al termine del mandato del Presidente Trump) – l’unica via praticabile dal punto di vista legale è la seconda, ovvero quella dell’impeachment. Infatti, come sempre deve accadere quando si analizza un qualsiasi testo costituzionale, diventa fondamentale un esercizio esegetico accurato e “storico” volto a comprendere, nella sua essenza più autentica, lo scopo e le finalità della norma in questione, ovvero, nel nostro caso, la quarta sezione del 25° emendamento. Senza pretesa di esaustività, ricordo che la norma contenuta in tale sezione fu inserita (e, fino ad oggi, mai applicata concretamente) per regolamentare quei casi in cui il Presidente in carica fosse “unable to discharge the powers and duties [of his office]”, e cioè quando egli fosse “incapace di esercitare i poteri ed adempiere ai doveri relativi al suo mandato”. Tuttavia, tale “comma” non può essere analizzato senza comprendere lo scopo e le ragioni delle tre sezioni precedenti che vanno a comporre l’intero emendamento approvato nel 1967.

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Un articolo di

Michele Sacchi

Michele Sacchi

Avvocato. Alumnus dell'Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali

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