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La ricerca, collante tra università e impresa

24 settembre 2021

La ricerca, collante tra università e impresa

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L’ibridazione tra mondo accademico e l’universo dell’impresa è proficuo come non mai.

Un grande traguardo – dopo anni di ingiusta separazione, con da un lato le aziende bisognose di riscontri diretti per rispondere a questioni contingenti, dall’altro il settore della ricerca universitaria soggetta a processi di validazione e pubblicazione su scala pluriennale – che nonostante esigenze diverse ha saputo combinare opportunità in ambiti diversissimi, come quello tecnico-industriale, sportivo o relativo delle risorse umane. 

Esempi concreti sono stati presentati dai ricercatori di Brescia e Milano, in tandem coi rappresentanti delle aziende, nella tavola rotonda “La ricerca entra in azienda” - in diretta streaming sui social d’ateneo.

Paola Zini ricercatrice della Cattolica e Raffaella Bianchi Human Capital director di Streparava SpA, player internazionale nel settore automotive, hanno illustrato i risultati della ricerca e le pratiche derivate sui temi della conciliazione fra vita lavorativa e ricadute sul benessere personale, familiare e aziendale.

«La ricerca ha fotografato quali forme di conciliazione sono già attivate sul nostro territorio e quali sono le ricadute a livello personale famigliare e lavorativo. Dalle interviste alla dott.ssa Bianchi e dai questionari somministrati ai dipendenti è emerso un quadro positivo che qualifica Streparava come realtà lungimirante e family friendly – ha commentato Zini. - La scelta non deve più essere tra famiglia o lavoro, per farlo occorre superare la femminilizzazione del problema ed è una corresponsabilità di famiglie, imprese, società e politica».

Nel concreto quali azioni sono state messe in campo?  «La premessa è che crediamo che la vita personale dei lavoratori entra in azienda assieme a loro, e che per questo il benessere del dipendente sia impattante anche sulla produttività – ha sottolineato Bianchi. - Sono diverse le iniziative messe in atto e implementate alla luce di quanto la ricerca della Cattolica ha fatto emergere. Dalla flessibilità di orari per tutti i dipendenti dell’area amministrativa (quindi non solo donne e madri, ma anche giovani e uomini) che aiuta a gestire la famiglia o i propri interessi; lo smartworking, che prima della pandemia non esisteva e oggi invece è un realtà strutturata con 100 utenti abilitati; sino a momenti d’ascolto one to one finalizzati all’ascolto delle esigenze, incontri divulgativi sui temi dell’alimentazioni o la costituzione di gruppi di runner e la squadra di calcio dell’azienda per promuovere il benessere fisico oltre che mentale».

Un importante passaggio culturale per l’azienda, che ha a che fare anche col concetto di fiducia nei propri dipendenti e con l’assegnare attività finalizzate più al raggiungimento di un obiettivo che un monte-ore giornaliero. «Per questo ricerca e azienda devono diventare partner efficaci per crescere. La ricerca è importante per l’emersione di bisogni e la loro corretta analisi. Questo consente di avviare progetti molto mirati e quindi più vincenti». 


La parola-chiave è dunque co-progettazione. Ovvero lasciare che le aziende entrino in università e viceversa, coltivare il coraggio e i linguaggi della contaminazione, imparare a leggere i bisogni specifici per costruire insieme risposte efficaci. 

Lo dimostra anche il frutto della collaborazione tra la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, rappresentata dal professor Claudio Giannetti, e l’azienda Serioplast, produttrice di packaging in plastica rigida per il mercato dei beni di consumo.

«Abbiamo sviluppato sensori in grado di rilevare e misurare in tempo reale eventuali perdite di gas gpl nelle fasi di produzione e riempimento delle bombole, grazie alla ricerca di base e alle spettroscopie con utilizzo di laser. Ci siamo accorti che queste molecole assorbono luce in modo particolare e quindi abbiamo ideato un sensore che risolvesse il problema – ha spiegato Giannetti. - Applicando le nostre conoscenze di base abbiamo risolto un problema vero, con duplice vantaggio: l’azienda ha pagato un assegno di ricerca permettendo ad uno studente di concentrare la sua ricerca proprio su questo, dall’altro lato, tramite l’Università, l’azienda ha avuto accesso a prove preliminari del prodotto a costi molto più bassi rispetto a quelli di mercato».

«Il primo punto è superare le barriere ideologiche che vedono impresa e accademia come due mondi separati e capire come i percorsi degli studenti possano intersecare le necessità aziendali per dare vita a meccanismo win-win - ha quindi precisato Massimo Rosati, Direttore Ricerca e sviluppo di Serioplast. - Negli ultimi anni il dialogo è molto migliorato, creando modelli che vanno ad ibridare la ricerca di base e azienda, ecosistemi che implementano un valore condiviso anche se non necessariamente nel breve periodo». 

Infine Chiara D’Angelo della facoltà di Psicologia e Marcello Visconti, consigliere federale per la componente atleti Federazione Italiana Gioco Handball (FIGH) hanno presentato gli esiti della ricerca su come supportare gli atleti nella loro carriera sportiva di alto livello e a livello giovanile.

«Dalla ricerca è emersa la differenza tra categorie senior e juniores, oltre alla presa di coscienza degli impegni gravosi nella vita di un atleta studente o lavoratore. Ne sono quindi scaturite nuove politiche promozionali e attività di supporto che precedono, e in qualche modo accompagnano gli atleti, la fase di transizione verso le squadre senior» ha fatto sapere Visconti. 

«La nostra ricerca di base è stata applicata ai processi psicologici nel contesto di una carriera molto particolare, che inizia in età adolescenziale e finisce verso i 35-40 anni, risultando quindi concentrata in una fase caratterizzata dallo sviluppo identitario della persona – ha illustrato D’Angelo. – Le interviste a 30 atleti maschi e femmine, nella fascia 17-35 anni, ha permesso di ripercorrere o prefigurare le pressioni agonistiche spesso vissute lontano dal contesto famigliare, o il peso psicologico della scelta tra carriera sportiva e formazione accademica dopo il diploma».

Una risposta in questo senso la fornisce il programma Dual Career, proposto dall’Università Cattolica, che fornisce supporto a oltre 70 studenti-atleti iscritti a tutte le facoltà d’Ateneo con borse di studio in collaborazione con il CUS, tutorship specifica per pianificare gli esami, conciliando le ore di studio con allenamenti e competizioni. 

Nel corso della mattinata la tavola rotonda è stata preceduta dalle iniziative promosse della tre facoltà per gli studenti delle scuole superiori.

L'Alta Scuola per l’Ambiente (ASA) ha proposto il laboratorio "In gioco per il futuro. Sustainability in the city", una sfida a squadre dove gli studenti sono stati coinvolti per esplorare in forma ludico-interattiva la prospettiva della sostenibilità muovendo dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Non solo: con un nuovo strumento neuroscientifico predisposto dalla Facoltà di Psicologia i giovani hanno verificato la loro propensione alla dipendenza da internet e il comportamento di "gambling"; mentre il laboratorio "Perché seguiamo la scia o andiamo controcorrente?" ha analizzato il potere degli altri sulle scelte individuali, spiegando quali meccanismi stanno alla base della scelta di uniformarsi o di andare controcorrente.

Infine, la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ha strutturato un viaggio, in diretta streaming, nei laboratori di fisica e di matematica per mostrare come catturare gli effetti quantistici usando le spettroscopie ultraveloci e ascoltare il suono delle onde gravitazionali.

Un articolo di

Bianca Martinelli

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