Ma a che cosa serve fare un master? Quali sono i motivi per intraprendere questo percorso? «La formazione postlaurea funziona quando c’è un mix corretto tra accademia e mondi professionali esterni» ha detto Mario Gatti che, alla domanda se la formazione postlaurea possa ancora fare la differenza, risponde con un sì. Ammesso, però, che sussistano alcune condizioni. La scelta deve assecondare le proprie passioni o attitudini e migliorare la propria rete di relazioni sociali e professionali: «I master - ha osservato - quando sono ben fatti aumentano lo spirito di relazione, anche tra gli stessi allievi».
Il valore che le aziende attribuiscono alla formazione postlaurea è alto, soprattutto in un momento di cambiamento come quello che stiamo attraversando. Questa è l’opinione di Paolo Colombo: «Il momento difficile che abbiamo vissuto ha evidenziato che la conoscenza approfondita è un elemento necessario a tutte le organizzazioni. Le aziende si sono scoperte vecchie. Per attuare il necessario percorso di trasformazione, innovazione e digitalizzazione hanno bisogno di giovani muniti di hard e soft skills».
Elisa Brancalion ha portato la testimonianza della Fondazione Gasbarri, che da 40 anni sostiene attraverso borse di studio la formazione dei giovani e li guida verso il mondo del lavoro tenendo conto dei cambiamenti in atto e della richiesta di sempre nuove professionalità in vari ambiti: «Avere competenze e profili aggiornati è fondamentale. Investire nella formazione diventa una leva sempre più strategica per accompagnare la trasformazione e mantenersi rilevanti in un contesto così mutevole».
«Il master - ha osservato Ismene Papageorgiu - da una parte offre un approfondimento tecnico e settoriale, dall’altra l’opportunità per una maturazione personale e di allenamento di competenze trasversali: una vera e propria esperienza di vita».
Per Claudia Consoli è stato così. Per lei, che è passata da allieva a docente di un master, il percorso postlaurea rappresenta un passaggio chiave nella formazione dei giovani da studenti a professionisti. «È proprio con il master in Professione editoria cartacea e digitale che ho capito il mio interesse fortissimo per l’editoria digitale e i contenuti web», ha raccontato. Mettere alla prova abilità che non si pensava di possedere ed esercitarsi sul campo per trovare la propria strada, dunque.
«Il master è una palestra, un luogo protetto in cui lo studente ha la possibilità di misurare come sarebbe la sua performance in un contesto aziendale», ha aggiunto Colombo. Confrontarsi con un target giovane e poter iniziare un processo di selezione professionale tra gli studenti – ha spiegato - rappresentano un grande vantaggio per le aziende che collaborano con un master.
Che cosa consigliare ai giovani che si avvicinano alla scelta del loro percorso postlaurea, soprattutto in un momento di transizione come quello attuale?
Per Colombo non bisogna «mai smettere di sognare, avere una visione strategica e una grande attenzione ai valori. È importante decidere che cosa si vuole diventare come professionisti ma anche come persone».
«Domandatevi quali siano le vostre qualità e attitudini, informatevi accuratamente sull’ambito professionale in cui volete specializzarvi e sulla reputazione dell’ente di formazione», ha suggerito Brancalion agli studenti in ascolto.
«Non fatevi guidare da preconcetti o pregiudizi su un mercato che cambia - ha concluso Consoli - mettete al primo posto la vostra passione. Non abbiate paura di contattare i professionisti che fanno il lavoro che vorreste fare, dialogate con loro. Fate rete, questo è il primo passo».