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Top 500, innovazione e sinergie per il rilancio post pandemia

05 maggio 2021

Top 500, innovazione e sinergie per il rilancio post pandemia

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«TOP500 attesta anche quest’anno l’attenzione del Campus piacentino dell’Università Cattolica verso il tessuto imprenditoriale in cui è radicata, attraverso l’analisi e la comprensione dei trend e delle dinamiche vissute dalle aziende che nel territorio operano, si sviluppano e del cui andamento economico-sociale sono parte interagente» con queste parole la preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza saluta la nuova edizione dell’iniziativa con cui il territorio fa il punto sullo sviluppo imprenditoriale a Piacenza, senza dimenticare il ruolo strategico che l’Università può agire in questo contesto mettendo al centro due aspetti dell’agire sociale «a nostro avviso imprescindibili: cooperazione ed etica.

Il tema etico si impone oggi sulla ricerca, chiamata ad obiettivi coerenti con un beneficio non solo rivolto ai singoli, ma anche improntato alla centralità della persona in quanto tale».
 
L’indagine realizzata da Confindustria Piacenza, PwC e Università Cattolica del Sacro Cuore, è stata presentata in diretta streaming lo scorso 29 aprile ed ha posto sotto i riflettori le prime 500 imprese piacentine e le loro caratteristiche aziendali prima del diffondersi della pandemia da Coronavirus

«Con oltre 12 miliardi di fatturato nel 2019 e 35mila dipendenti possiamo affermare che queste aziende leader sono il cuore produttivo della provincia, con primato assoluto del comparto meccanico, che da solo pesa il 31% del fatturato e il 40% dei dipendenti delle prime 500 imprese» fotografa il professor Paolo Rizzi, docente di Economia applicata della Cattolica di Piacenza.
«E poi c’è l’agroalimentare, che eccelle come specifica vocazione del territorio, con le specializzazioni nel lattiero-caseario, nella lavorazione delle carni, nei derivati del pomodoro, con 1,6 miliardi di euro di fatturato e quasi 2500 dipendenti».
Seguono il commercio, polmone essenziale dell’economia locale, i settori del trasporto e della logistica e i comparti chimico farmaceutico, dei prefabbricati e delle costruzioni.

Tutti i settori citati hanno dimostrato negli anni una elevata capacità di innovare, una forza risolutiva se si considera il pesantissimo colpo subito per la pandemia, resa ancora più efficace dalla presenza di una rete di medie imprese che consentono al territorio di una maggiore solidità, perché non legato alle sorti di singole grandi aziende, come accade invece per alcune province limitrofe.
Proprio questa caratteristica rappresenta la chiave del rilancio secondo Confindustria, che per la ripresa punta ora all'attivazione di sinergie e joint venture.

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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