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Trauma Oggi, i nuovi hot topic su organizzazione e chirurgia d’urgenza

29 novembre 2022

Trauma Oggi, i nuovi hot topic su organizzazione e chirurgia d’urgenza

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Dopo la riduzione (quasi del 30%) di traumi nel 2020, nel periodo di lockdown per la pandemia da Covid-19, nel 2021 si è assistito a un nuovo incremento dei ‘traumi della strada’ con circa 151.875 incidenti, 204.728 feriti e ben 2.875 morti, emergendo, inoltre, nuove tipologie di trauma come quelli da monopattino che passano da 564 del 2020 a 2.101 nel 2021 con i feriti, spesso assai gravi,  da 518 a 1.980: questi i numeri principali presentati nel convegno “Trauma Oggi”, giunto alla XIII edizione, che si è tenuto lo scorso 17 novembre presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Il “fattore tempo”, e particolarmente la necessità di ottimizzare ancor di più la rapidità di intervento e trasferimento in ospedale in modo da ridurre ulteriormente gli interventi anche al di sotto della “golden hour” – il range temporale che va dai minuti successivi a una lesione traumatica fino al tempo immediatamente seguente - è stato uno dei temi centrali del convegno. Il dibattito tra ospedali del territorio (“Spoke”) e ospedali di riferimento per il trauma (“Hub”) ha evidenziato la diffusione di nuove tecnologie, come il videoconsulto (telemedicina), ma allo stesso tempo sono emerse criticità nella centralizzazione del flusso dei pazienti e nelle strategie di “back transfer” dai Centri Hub per i pazienti a più basso indice di rischio.

“Nell’ambito del primissimo trattamento intra-ospedaliero del paziente con trauma maggiore si è confermata la necessità dell’approccio multidisciplinare anche nella rianimazione e stabilizzazione del paziente con l’aiuto di nuove tecnologie – spiega il professor Gabriele Sganga, Associato di Chirurgia generale alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’Urgenza e del Trauma della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e promotore del convegno, illustrando gli hot topic emersi nel meeting – “Tra queste, in caso di shock emorragico, assai frequente nel trauma,  il REBOA (“Resuscitative Endovascular Balloon Occlusion of the Aorta”) è una procedura che prevede il posizionamento di un palloncino endovascolare nell'aorta per controllare il sanguinamento e mantenere temporaneamente una adeguata oressione sanguigna, rendendo possibili gli ulteriori approfondimenti diagnostici e chirurgici”.

“Nel convegno – continua il professor Sganga – “sono state enfatizzate le tecniche di “damage control strategy” e cioè quelle metodiche anche chirurgiche (“packing”, addome aperto) più avanzate nel trattamento del grave politrauma, caratterizzate da una prima fase d'immediata stabilizzazione delle condizioni critiche generali e locali, seguite da una seconda fase per la riparazione definitiva delle varie lesioni. Allo stesso tempo, nei pazienti stabili, è stata incoraggiata la possibilità di un approccio mini-invasivo con tecniche video-laparoscopiche e endovascolari con scopi sia diagnostici che terapeutici”

Il convegno si è concluso con un forte appello anche nel campo del trauma, come accade in molti Trauma Center internazionali, alla creazione di una Sala Ibrida in Pronto Soccorso: una sala tecnologicamente all’avanguardia che contiene apparecchiature radiologiche, tra le quali TAC e angiografo, in grado di poter effettuare una diagnosi immediata delle lesioni e contemporaneamente, senza spostare fisicamente il paziente, interventi anche chirurgici multidisciplinari più rapidi, precisi e sicuri.

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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