Altri consigli per vivere pienamente gli anni universitari?
«Un altro consiglio importante che mi sento di dare alle matricole è quello di approfittarne degli anni dell’università per continuare a coltivare i propri interessi e per scoprire nuove passioni, perché la vita, oltre allo studio, è anche altro. Prendersi del tempo per sé e per i propri interessi, inoltre, non solo diminuisce stress e la tensione prima dell’esame, ma carica anche la personale autostima, influendo positivamente sul proprio rendimento universitario».
E tu che passioni hai e hai portato avanti in questi anni di studio?
«La mia più grande passione è sempre stata la musica, in tutte le sue forme e sfaccettature. Da oltre dieci anni studio canto e pianoforte. Con l’arrivo della pandemia - e la conseguente quarantena di quasi tre mesi - ho iniziato a dedicarmi anche allo studio del violino. In quello stesso periodo ricordo di aver conosciuto, per caso, sui social network il Content Creator “KiKo.Co Video Emozionali”, un gruppo di attori che realizzano video mettendo in evidenza dinamiche sociali e lanciando spunti di riflessione sui comportamenti disfunzionali, al fine di sensibilizzare i giovani ad una convivenza civile migliore, lontana dai pregiudizi, dall’indifferenza e dall’odio. Ricordo che appena vidi un loro video rimasi subito particolarmente stupita dall’originalità con cui erano riusciti a diffondere contenuti educativi che riguardavano soprattutto il mondo della disabilità e della marginalità».
«Presa dall’entusiasmo ne guardai altri, scoprendo che una delle attrici presenti in uno dei video caricati, era una conoscente di famiglia. Così decido di contattarli e - nel giro di poche settimane - sono stata invitata dal gruppo a partecipare come personaggio secondario ad uno dei loro video. Questa esperienza mi è piaciuta talmente tanto che, due anni dopo, ho deciso di scrivere una sceneggiatura per loro che avesse lo scopo di sensibilizzare sul tema della “disabilità motoria”, in particolar modo per ciò che riguarda lo stereotipo che spesso si sviluppa nei confronti delle persone con Paralisi Cerebrale Infantile (PCI), ossia il fatto che le persone con tali disabilità non potranno mai realizzarsi professionalmente perché percepite sempre anche con una disabilità intellettiva. Il copione è piaciuto e io stessa ho interpretato il ruolo della protagonista. Il video è uscito sulla pagina YouTube ufficiale di Kiko.Co lo scorso agosto, raggiungendo più di 177mila visualizzazioni in meno di un mese».
E tutto questo che legame ha con la tua vita da studentessa in Cattolica?
«Sicuramente il mio interesse per il mondo dei video e per problematiche legate all’ambito della disabilità è stato stimolato e alimentato dal fatto che nella mia università ho avuto la possibilità di partecipare a delle interessanti iniziative come “Mettiti Nei Miei Panni” – una giornata di sensibilizzazione sulle tematiche della disabilità e inclusività – ed essere coinvolta nelle riprese di alcuni video, come per esempio quello del “Welcome day” promosso dal Centro pastorale dell’Ateneo».
Dopo la laurea che cosa ti aspetta? Raccontami i tuoi programmi e i tuoi sogni...
«Nella mia carriera lavorativa non mi dispiacerebbe intraprendere un percorso come ricercatrice, perché è stato soprattutto merito dell’Università Cattolica se ho scoperto di possedere delle buone doti comunicative e nella scrittura. In attesa che questi grandi sogni si realizzino, mi piacerebbe fare alcune esperienze lavorative come educatrice e come consulente pedagogica all’interno di contesti sanitari/socio-sanitari, dove risiedono bambini con disabilità e le loro famiglie. Qualunque posizione mi riserverà il futuro sono sicura comunque che andrà bene, perché studiare in Cattolica ha rappresentato per me una bella avventura verso il sapere, ma soprattutto un’opportunità di crescita, in cui ho compreso ciò per cui sono più portata e mi appassiona, ossia aiutare chi ha bisogno».