«Il viaggio è una bellissima metafora dell’esperienza umana non soltanto perché quando viaggiamo siamo immersi in un’esplorazione continua di ciò che ci circonda, ma anche perché ci permette di tornare cambiati e più aperti a nuove prospettive» commenta Francesco Pagnini, docente di Psicologia Clinica all’Università Cattolica. «Siamo molto bravi a viaggiare in contesti che non conosciamo, forse dobbiamo ancora imparare a viaggiare in contesti che conosciamo».
Del resto, come sottolinea la professoressa Graffigna, «anche a seguito della pandemia assistiamo a una crescente epidemiologia di disturbi della sfera neuropsichiatrica e psichiatrica». Fatti che necessitano non solo «la presa in carico del sistema sanitario», ma anche «una gestione inclusiva e preventiva da parte di tutti gli stakeholders della società». Secondo Graffigna, dunque, è doveroso lavorare a «una nuova rappresentazione sociale della salute mentale, più equa, attenta ai bisogni delle persone e all’inclusione sociale».
Maura Ruggeri, assessore all'Istruzione e alle Risorse umane del Comune di Cremona, ha ringraziato l’Università Cattolica perché «è particolarmente significativo che questa mostra sia collocata in questo campus», rappresenta «un’autentica testimonianza di accompagnamento». «È sempre stato un obiettivo fondamentale portare i nostri ragazzi oltre i luoghi classici del contesto sanitario, dentro gli spazi di vita» chiosa Silvia Carnevali, psicologa e psicoterapeuta dell’Asst Melegnano e Martesana, che non poteva mancare all’inaugurazione della mostra insieme ad Alice Giombelli, tecnico della riabilitazione psichiatrica della stessa Azienda socio-sanitaria territoriale. L’università, dunque, è «la sede perfetta per questa mostra». Quel luogo che l’esercito di Napoleone trasformò in caserma, e divenne magazzino delle biade, è ora fucina di futuro.