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L'app che stima quanto produrrà il vigneto

29 agosto 2024

L'app che stima quanto produrrà il vigneto

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Uno studio, a cui ha contribuito l’Università Cattolica, promette di rispondere in modo oggettivo alla domanda: "Quanto produrrà il mio vigneto?" Una risposta molto utile per i viticoltori, in quanto la previsione della produzione di uva è un’informazione importante per aiutare l’agronomo e il viticoltore nelle scelte gestionali finalizzate a preservare l’equilibrio fra vegetazione e produttività, nonché per ottimizzare la gestione della vendemmia.

Lo studio, coordinato dal dott. Filippo di Gennaro del CNR di Firenze, che consiste nello sviluppo di una app mobile finalizzata a realizzare la stima delle rese in vigneto, si è guadagnato il riconoscimento per la migliore comunicazione orale attribuito dalla Società italiana di ortofloricoltura durante il Convegno nazionale di viticoltura (Conavi), che ha cadenza biennale e che si è svolto quest’anno ad Alghero.

Allo studio ha partecipato anche Matteo Gatti, 44 anni, professore associato del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili (Diproves) della Cattolica. «La ricerca - spiega Gatti - ha messo a punto un’applicazione mobile per compiere in modo accurato e oggettivo la stima delle rese in vigneto». In altri termini, la quantità di uva che è possibile produrre. «All’interno dei vigneti le piante non producono tutte allo stesso modo, pertanto poter contare su una stima accurata del carico produttivo è fondamentale. I metodi tradizionali di stima richiedono però lunghi tempi operativi e comportano errori soggettivi nella scelta delle piante campione. Una app fa sì che questa procedura diventi oggettiva, indipendentemente quindi dall’operatore che la compie, e supporta l’agronomo nella scelta di zone rappresentative attraverso immagini satellitari e nella stima automatica della resa per pianta mediante algoritmi dedicati».

L’identificazione delle zone del vigneto, spiega infatti Gatti, è guidata da immagini satellitari che identificano le piante il cui sviluppo vegetativo è diverso dalla media.

«L’applicazione - continua - aiuta chi la adopera a identificare zone rappresentative della variabilità del vigneto in cui effettuare campionamenti e utilizzare la camera del dispositivo per acquisire immagini georiferite della fascia fruttifera. Le immagini vengono processate al momento con algoritmi automatici di segmentazione dei grappoli e modelli di stima della resa di uva per ogni pianta».

L’agricoltura di precisione è rivolta agli “agricoltori digitali”. Ma sono pronti i nostri agricoltori a sfruttare la possibilità offerta dalla digitalizzazione?

«Esiste qualche barriera - dice Gatti - nell’adozione delle tecnologie che ormai sono reperibili sul mercato. C’è innanzitutto un ostacolo generazionale e altri di carattere tecnico, ma non è trascurabile neppure quello economico. Le aziende sono infatti maggiormente disposte a intraprendere un percorso di digitalizzazione se gli investimenti restano contenuti. Non sapendo quale sia per la propria impresa il potenziale dell’agricoltura di precisione, in media un agricoltore non è propenso a compiere grandi investimenti fin da subito.

La gratuità dell’applicazione, in questo caso, può fungere da stimolo. «L’app che sarà scaricabile dagli store Ios e Android, offre uno strumento che consente un assaggio, totalmente gratuito, della digitalizzazione in agricoltura. La tecnologia è perciò facilmente accessibile ai piccoli imprenditori, che possono testarla».

Come accade nel mondo della ricerca, quest’ultima è qualcosa di condiviso. «Il lavoro nasce principalmente dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze, è poi stata coinvolta l’Università Cattolica con il campus di Piacenza, nonché l’Università degli studi di Perugia.

Una diversificazione che ha consentito di testare l’applicazione su diversi vitigni: Sangiovese, Barbera, Merlot, ed altri ancora. «I risultati hanno fornito ottime performance di accuratezza nella stima della resa di vigneti a spalliera verticale che sono quelli più diffusi anche sui Colli Piacentini rendendo l’app un utile strumento per chi presto vorrà testarla nei propri vigneti» chiude Gatti.

Un articolo di

Filippo Lezoli

Filippo Lezoli

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