I semi di pace sono sempre presenti, anche in tempo di guerra. Lo sguardo attento li coglie nei piccoli gesti, nelle iniziative di valore e che non suscitano clamore. Come nel caso della mostra “Il carattere di una missione: l’avventura della tipografia francescana a Gerusalemme”, visitabile fino al 1° dicembre nella sede dell’Università Cattolica in via Nirone 15 a Milano.
Promossa dal Centro di ricerca Europeo libro editoria biblioteca (Creleb) dell’Ateneo in collaborazione con l’Associazione Pro Terra Sancta, l’esposizione racconta i primi cento anni di attività (1847-1947) della tipografia francescana di Terra Santa, la prima a stampare in arabo, a caratteri mobili, in tutta la Palestina storica.
La presentazione, lunedì 27 novembre, è stata l’occasione per presentare il volume di Arianna Leonetti Stampato a Gerusalemme. Storia della tipografia francescana di Terra Santa fra Otto e Novecento (Terra Santa Edizioni, 2023), alla quale sono intervenuti, insieme all’autrice, il preside della Facoltà di Lettere e filosofia Andrea Canova, i professori Maria Pia Alberzoni, Alessandro Tedesco e Edoardo Barbieri, direttore del Creleb, che ha dichiarato come la mostra presentata abbia un duplice valore: «innanzitutto, narrare un episodio significativo e comunemente sconosciuto della storia del libro e dell’attività editoriale tra Otto e Novecento. In secondo luogo, offrire l’esempio di una impresa culturale e tecnica che ha contribuito a costruire e sostenere l’opera educativa e religiosa dei francescani in Terra Santa, un vero contributo alla pace».
La mostra è un’occasione privilegiata per raccontare la missio ad gentes francescana, un impegno generoso che ha portato i frati a produrre libri in Terra Santa dove la convivenza tra popolazioni di fedi diverse è delicata e complessa.
«Il lato umano della missione francescana è un aspetto importante da ricordare perché la tipografia era ed è fatta da persone che hanno vissuto momenti problematici, considerando l’evoluzione sociale e politica della Terra Santa in un secolo di storia dal 1847 fino al 1947, poco prima della costituzione dello Stato di Israele» - ha dichiarato l’autrice Arianna Leonetti che per realizzare il suo libro ha studiato l’enorme quantità di materiale (documenti di archivio e produzione editoriale) conservata nell’Archivio Storico e nella Biblioteca Generale dei francescani a Gerusalemme.
«La stamperia è nata a metà dell’Ottocento grazie al Commissariato di Terra Santa di Vienna, tra i diversi esistenti ancora oggi nel mondo volti a raccogliere oblazioni per questo Paese - ha continuato Leonetti -. Così sono stati donati un torchio in metallo, barili di inchiostro trasportati dall’Italia a Giaffa, rotoli di carta, e un frate della Provincia austriaca è stato inviato a Gerusalemme per insegnare il mestiere ad arabi cattolici del posto». Mentre le altre stamperie stampavano solo o in ebraico, o in greco o in caratteri europei, la stamperia francescana è stata la prima a stampare in arabo con i caratteri mobili in tutta la Palestina storica.
Un’opera, quella della tipografia, che rappresenta un servizio unico considerando che «i frati sono stati dei pionieri in Terra Santa in campo educativo, quindi, oltre a dover stampare i libretti per le Messe, per i canti, per i pellegrini di diverse lingue, avevano anche diverse scuole frequentate da musulmani e cristiani che richiedevano la stampa di libri». A questa missione religiosa, che rappresenta il fiore all’occhiello della missione culturale dei francescani gerosolimitani, si è aggiunta anche quella politica, quando gli inglesi arrivati in Terra Santa durante la Prima Guerra Mondiale avevano la necessità di stampare i cosiddetti Public notice, manifesti in tutte le lingue parlate sul posto (inglese, arabo ed ebraico) per diffondere le nuove regolamentazioni imposte dalla legge marziale.
La mostra si sviluppa in un percorso espositivo tra vetrinette e pannelli fotografici (scaricabili gratuitamente e utilizzabili per altre mostre temporanee) alla scoperta di strumenti di lavoro e volumi a stampa che consentono un inedito sguardo dall’interno di una bottega tipografica tra Otto e Novecento. È stata organizzata nel giugno scorso da alcuni studenti e studentesse di Lettere in Università Cattolica, volontari a Gerusalemme per il progetto Libri Ponti di Pace che ha l’obiettivo di favorire il dialogo interreligioso attraverso la valorizzazione del patrimonio librario dei francescani accessibile a tutti.
L’ingresso gratuito è valido fino al 1° dicembre, dalle 9 alle 18, con la possibilità di visite guidate gratuite tutti i giorni, dalle 12 alle 14. Per informazioni si può scrivere a creleb@unicatt.it.