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La prevenzione parte dagli stili di vita, tanta strada ancora da fare per gli italiani

15 aprile 2025

La prevenzione parte dagli stili di vita, tanta strada ancora da fare per gli italiani

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La prevenzione è la chiave per rimanere in salute, adottare stili di vita sani è il primo pilastro di questo approccio. Oltre a migliorare la qualità della vita, ciò comporta un risparmio economico significativo per il Paese: da un lato per la riduzione dei costi diretti legati all’assistenza sanitaria, dall’altro per il recupero di produttività, grazie a una popolazione più attiva, presente e in buona salute. Basti pensare che, solo con azioni di contrasto al fumo, agli alcolici, alla sedentarietà e alla cattiva alimentazione si potrebbe risparmiare ben oltre un miliardo di euro l’anno solamente per i costi sanitari diretti; cifre rilevanti, soprattutto in un periodo in cui gli effetti della pandemia e dei conflitti internazionali hanno indebolito il nostro sistema sanitario e ridotto la ricchezza delle famiglie e del Paese. Di conseguenza, si potrebbe attenuare la contrazione del rapporto tra la spesa sanitaria e il Prodotto Interno Lordo nei prossimi anni, contribuendo a migliorare la sostenibilità del sistema. In Italia, il fumo continua a rappresentare una delle principali sfide per la salute pubblica, con una percentuale di fumatori pari a oltre il 19%, stabile da un decennio. In questo contesto, se metà dei fumatori italiani modificasse le proprie abitudini consumo optando per prodotti alternativi senza combustione, si potrebbero ottenere risparmi significativi per il Servizio Sanitario Nazionale, che potrebbero superare i 700 milioni di euro all’anno.

Inoltre in Italia, quasi il 3% della popolazione è grande consumatore di alcol, con effetti devastanti sulla salute, come danni al fegato, problemi cardiaci, ipertensione e un maggiore rischio di tumori. Se una persona su 1.000 riducesse il consumo di alcol ai livelli raccomandati (massimo due unità al giorno per gli uomini, una per le donne), il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare 60 milioni di euro all’anno. E poi ancora, anche la sedentarietà rappresenta una sfida per il sistema sanitario italiano. Circa il 40% degli italiani non svolge alcuna attività fisica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità, e altre patologie come il cancro al colon, l’ipertensione, l’osteoporosi, la depressione e l’ansia. Le stime suggeriscono che, se una persona su 100 iniziasse a praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, il risparmio per il sistema sanitario potrebbe essere di 223 milioni di euro all’anno. Quanto alla dieta, la cattiva alimentazione, combinata con alti livelli di zucchero nel sangue e ipertensione, contribuisce all'aumento del carico di malattie croniche in Italia. Ogni italiano consuma 32 kg di zucchero all'anno, pari a 22 zollette di zucchero al giorno (2021), posizionando gli italiani al 48° posto nel mondo. Si tratta di una cifra mai vista prima e di un aumento dei consumi del 135% dagli anni '60. Sempre nel 2021 109.000 italiani sono morti prematuramente a causa di un'alimentazione non sana. 

La prevenzione deve diventare smart e coinvolgere i cittadini: ad esempio si può disincentivare il consumo di cibi zuccherati con una tassazione progressiva che cresce al crescere della percentuale di zucchero; oppure si può pensare all'integrazione dell'educazione alimentare nel curriculum scolastico, dalla scuola primaria a quella secondaria. Gli studenti partecipano a lezioni pratiche e teoriche che insegnano i principi di una dieta equilibrata, promuovendo scelte salutari senza imporre restrizioni.

Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione del lancio di una nuova iniziativa, "The Observatory of the Economics of Public Health - Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica”, per il cambiamento del sistema sanitario italiano (aula 13, al piano terra della Facoltà di Economia della sede di Roma dell’Università Cattolica - Largo F. Vito, 1), fondato da Altems-Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, con l’obiettivo di analizzare e monitorare in modo sistematico le abitudini e gli stili di vita della popolazione italiana, valutandone l’impatto sulla spesa sanitaria nazionale.

Composto da un team multidisciplinare di accademici di alto livello, esperti di politiche e leader di pensiero, sia italiani che internazionali, spiega il professor Giuseppe Arbia, Direttore dell’Altems, l’osservatorio fornirà consulenza ai politici per tradurre la ricerca in azione e migliorare l'efficienza e l'efficacia del sistema sanitario. La piattaforma punta a soluzioni che mirino all'intervento precoce, a nuove strategie di salute comportamentale e a soluzioni innovative come l’intelligenza artificiale e la digital health.

Si tratta della prima piattaforma in Italia che combina modellistica economica, innovazione sanitaria e scienze comportamentali. «L'obiettivo è offrire una consulenza diretta ai politici per tradurre la ricerca in azione e passare a un sistema efficiente, efficace e più stabile. La nostra nazione dovrà passare da un modello di assistenza sanitaria reattivo e basato sul trattamento a un approccio sistemico e proattivo in cui l'intervento precoce, le strategie di salute comportamentale e le soluzioni innovative siano prioritarie», spiega il professor Arbia.

L'Osservatorio, precisa il professor Francesco Moscone della Brunel Business School e dell'Università Ca' Foscari di Venezia, «sarà coordinato da un comitato scientifico composto da esperti multidisciplinari nei campi dell'economia sanitaria, della statistica, dell'econometria e della sanità pubblica. Il team multidisciplinare comprende accademici di alto livello, esperti di politiche e leader di pensiero, sia italiani che internazionali. L'inclusione di esperti stranieri garantisce che le migliori pratiche globali informino le raccomandazioni dell'Osservatorio, consentendo al contempo all'Italia di adattare strategie collaudate ai suoi specifici contesti culturali, economici e sociali».


Tradurre la ricerca in azioni efficaci

«L'Osservatorio fornirà analisi basate sui dati, orientamenti politici, commenti di esperti ed eventi pubblici per informare i responsabili delle decisioni, definire le politiche sanitarie e coinvolgere il pubblico in discussioni basate su dati concreti. La creazione di un sistema sanitario orientato alla prevenzione riduce i costi sanitari, aumenta la produttività della forza lavoro e stabilizza le finanze pubbliche, garantendo una popolazione più sana e un'economia italiana più competitiva. È una grande sfida, ma possiamo raggiungerla, se i migliori esperti lavorano fianco a fianco», spiegano i professori Arbia e Moscone. Inoltre, l’Osservatorio immagina un modello sanitario che allontani l’Italia da un’assistenza reattiva, basata sul trattamento, e la orienti verso un approccio sistemico e preventivo. Questa trasformazione richiede riforme politiche mirate, collaborazione intersettoriale e un approccio basato sui dati, affinché la prevenzione sanitaria non sia solo un ideale, ma una componente fondamentale del sistema sanitario italiano.

«Attualmente, il sistema sanitario italiano si confronta con inefficienze, disuguaglianze regionali, carenza di personale e un’eccessiva dipendenza dall’assistenza ospedaliera – spiegano gli esperti. Sebbene l’aspettativa di vita rimanga tra le più alte d’Europa, le malattie prevenibili come le patologie cardiovascolari, l’obesità e il diabete sono in aumento, contribuendo all’incremento dei costi sanitari a lungo termine. Un Approccio di Prevenzione Intelligente potrebbe invertire questa tendenza, ponendo l’accento sull’intervento precoce, sulle strategie di salute comportamentale e su un accesso equo ai servizi sanitari».

Un articolo di

Redazione

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L'Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica

L’Osservatorio di ALTEMS si posiziona come un centro di ricerca per le politiche sanitarie, fornendo raccomandazioni basate su evidenze ai governi nazionali e regionali. I principali contributi dell’Osservatorio includeranno:

  • Monitorare e valutare i programmi di prevenzione per identificare quali interventi producono i maggiori benefici in termini di salute ed economia.
  • Fornire dati in tempo reale e modelli predittivi per aiutare i responsabili politici a distribuire le risorse in modo efficace.
  • Colmare il divario tra ricerca e attuazione delle politiche, garantendo che le strategie preventive di successo vengano adottate a livello nazionale.
  • Favorire la collaborazione interregionale, lavorando con le autorità sanitarie locali per standardizzare le iniziative di prevenzione in tutta Italia.
  • Promuovere il coinvolgimento pubblico e l’alfabetizzazione sanitaria, utilizzando la scienza comportamentale per migliorare la comunicazione e aumentare la partecipazione ai programmi di prevenzione.

L’Osservatorio si concentrerà su riforme realizzabili e basate su evidenze, piuttosto che promuovere ristrutturazioni irrealistiche. Sfruttando le infrastrutture sanitarie esistenti in Italia, lavorerà per rendere la prevenzione sanitaria più efficiente, guidata dai dati e accessibile a tutti.

Le aree chiave in cui l’Osservatorio potrà avere un impatto concreto includono:

Supportare lo sviluppo del prossimo Piano Nazionale di Prevenzione, collaborando con le autorità sanitarie regionali per implementare strategie basate sui dati che rafforzino la diagnosi precoce, integrino i servizi di prevenzione e producano miglioramenti misurabili della salute.

  • Potenziare la raccolta dei dati e i sistemi di monitoraggio sanitario, garantendo una valutazione continua e la riduzione delle disparità regionali nella prevenzione sanitaria.
  • Aiutare i decisori politici ad apprendere dalle migliori pratiche adottate in altri Paesi dell’UE in materia di sistemi sanitari e strategie di prevenzione.
  • Collaborare con i responsabili politici per ampliare i programmi di prevenzione nei luoghi di lavoro, rafforzando il ruolo dei datori di lavoro nella promozione della salute dei dipendenti e nella riduzione dell’onere sanitario a lungo termine.
  • Incentivare l’integrazione delle soluzioni digitali per la salute, come le valutazioni del rischio basate sull’intelligenza artificiale e il monitoraggio personalizzato della salute, nei servizi sanitari di routine.
  • Lavorare con i professionisti della salute per incentivare gli interventi precoci, garantendo un ruolo più attivo a medici di base e farmacie nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche.

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