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Ginevra Canavera, la ricerca si fa nel Sol Levante
Dopo la laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie la dottoranda ha trascorso due mesi a Tokyo per la sua ricerca Agrisystem
| Filippo Lezoli
18 settembre 2025
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C’è un noccioleto all’interno del campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che è un vero e proprio laboratorio di innovazione. Su circa cinque ettari di semenzali, giovani piante di nocciolo, il team coordinato dal professor Sergio Tombesi conduce attività di ricerca volte ad affrontare tre sfide cruciali per il settore corilicolo: la carenza di varietà adatte ai diversi ambienti e condizioni climatiche, la riduzione dei costi di produzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare attenzione agli eventi estremi come le gelate primaverili.
In questo contesto si colloca il lavoro di Federica Fulcini, dottoranda del programma internazionale Agrisystem-Dottorato per il Sistema agroalimentare dell’Università Cattolica, che ha scelto di dedicare la sua ricerca allo studio della resistenza al freddo del nocciolo nelle diverse fasi di sviluppo, dalla pre-fioritura al germogliamento.
Parte della sua attività si è svolta in Cile, presso la farm di un’importante azienda multinazionale che ha coinvolto la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Ateneo: «Durante i sei mesi di ricerca all’estero» racconta la dottoressa Fulcini «ho testato l’efficacia di biostimolanti innovativi nel rafforzare la capacità del nocciolo di resistere alle gelate. I risultati preliminari hanno evidenziato come alcuni principi attivi possano effettivamente migliorare la tolleranza delle piante allo stress da freddo, mantenendo al contempo un buon sviluppo vegetativo».
Grazie a questo lavoro, Fulcini ha ottenuto lo Young Mind Award per la migliore presentazione durante il congresso internazionale Temperate Tree Nuts, svoltosi a Napoli. Un riconoscimento che conferma la qualità della ricerca svolta all’Università Cattolica e premia la capacità di coniugare rigore scientifico e impatto applicativo. «Ricevere lo Young Mind Award è stato per me un grande onore – aggiunge la giovane ricercatrice – perché rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma soprattutto una conferma dell’importanza di promuovere approcci sostenibili ed efficaci per affrontare le sfide dell’agricoltura del futuro».
«Ho scelto questo ambito perché, già durante la laurea magistrale, mi sono avvicinata ai temi dell’agricoltura sostenibile e di precisione» spiega Fulcini. «Il nocciolo è una coltura sempre più rilevante a livello internazionale, ma ancora ricca di sfide. Con il dottorato industriale ho la possibilità di lavorare su progetti applicati che hanno un impatto concreto sulle scelte future del settore: questo collegamento diretto con il mondo produttivo è ciò che mi motiva di più».
Il progetto prosegue con nuovi approfondimenti: il team della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali sta verificando la coerenza dei risultati cileni in condizioni differenti, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di varietà di nocciolo più resilienti, capaci di adattarsi al cambiamento climatico e alle esigenze produttive.
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