È possibile fare la storia di una civiltà, delle sue crisi, dei punti di forza e delle soluzioni trovate ai problemi, attraverso la scuola e i suoi libri come espressione di un determinato momento storico?
La risposta è sì, se si parte dal presupposto che non esiste società, epoca, tempo o luogo dove non siano esistite forme di istruzione formale.
Parte da qui “È tutta Italia la Patria mia” (Ronzani Editore, 2024) la prima pubblicazione edita per la collana Quaderni del Centro di documentazione Raccolte Storiche della sede di Brescia, dirette dal professor Andrea Canova, preside della Facoltà di Lettere e filosofia.
Un libro che ripercorre il primo secolo di storia italiana, segnato dall’ambizioso obiettivo di costruire l’identità nazionale a partire dalla lingua, nel quale Rossella Coarelli ha analizzato molti testi scolastici in uso dal 1860 al 1960.
Attraverso l’analisi di casi specifici, il volume traccia una panoramica dei cambiamenti occorsi alla produzione editoriale scolastica – intesa come strumento di educazione e di formazione delle coscienze – tra gli anni 1870 (con l’impegno per la costituzione dell’identità nazionale) e il 1958, quando l’insegnamento dell’educazione civica entrò a far parte dei programmi scolastici.
Il punto di partenza è il processo di laicizzazione dello Stato avviato nell’Ottocento, a cui fa da contraltare la rinnovata centralità dell’impostazione cattolica nella scuola dei primi vent’anni del nuovo secolo.
Tema, quest’ultimo, che a Brescia ha rilevanza particolare in quanto culla dell'editoria scolastica italiana di ispirazione cattolica.
Nei primi capitoli, quindi dall'Italia liberale alla vigilia della Prima guerra mondiale (1870 – 1910), centrali sono i temi della grammatica e dell'alfabeto da portare nelle periferie e dei contesti rurali e la questione dell'insegnamento della religione con il conflitto tra Stato e Chiesa.
È in questo periodo che inizia a crescere il peso del ruolo delle maestre e quindi l'importanza del capitale sociale femminile.
L’avvento della Grande Guerra segna infatti una riconfigurazione della funzione della scuola nell’esaltare i valori nazionali e patriottici ma anche nel definire ruoli sociali di genere, elementi che costituiranno anche il perno del successivo programma educativo fascista.
Se durante il Ventennio è comprovata la strumentalizzazione dei manuali e dei libri di lettura a scopi politici e propagandistici per giustificare la guerra, l’ultima sezione del volume è invece dedicata allo sforzo di epurare le pagine scolastiche dalla terminologia fascista, attraverso la sinossi di edizioni successive frutto delle progressive revisioni.
L’autrice è entrata in contatto con fonti, manuali e sussidiari in modo non sistematico, spesso trovandoli abbandonati in mercati dell’usato e cantine.
Si tratta infatti di «materiale a volte mutilo di parti, maleodorante, considerato di serie B anche nelle biblioteche e quasi sempre gettato via dalle famiglie al termine dell’anno scolastico. È quindi un piccolo miracolo l’aver rintracciato una grande quantità di libri scolastici» ha raccontato Coarelli.
Durante le fasi del lavoro l’autrice è stata mossa non tanto dall’obiettivo di fare una cronistoria completa, bensì di fornire una documentazione contestualizzata di ciò che questo materiale, oggi irrecuperabile, ha rappresentato per il progetto di creazione di un’identità nazionale a partire dalla lingua.
Fu qualcosa di estremamente lento e complesso considerato che a prevalere erano l'analfabetismo e i dialetti fino, almeno, alla generazione dei nati nella seconda metà degli anni Cinquanta.
Non andò meglio al progetto di una formazione morale laica, che fu sostanzialmente vano, perché il sentimento religioso rimase predominante.
Rossella Coarelli, laureata in Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha svolto la professione di bibliotecario direttore coordinatore presso la biblioteca Braidense. Da 25 anni si occupa di storia dell’editoria scolastica italiana, relativamente agli anni 1870-1960. Tra le varie pubblicazioni e mostre sui libri di testo, ha curato: Dalla scuola all’impero: i libri scolastici del fondo della Braidense, 1924-1944 (Milano, Viennepierre 2001) e Istruiti e laboriosi: gli anni della Ricostruzione. I libri scolastici del fondo della Braidense, 1945-1953 (Milano, Viennepierre 2004).