NEWS | Milano

Leggere il cinema, leggere il mondo

09 giugno 2025

Leggere il cinema, leggere il mondo

Condividi su:

Riportare bambini e ragazzi al cinema non come semplici spettatori, ma come cittadini consapevoli, capaci di decodificare i linguaggi dell'immagine. Questo l'obiettivo del progetto nazionale Cips - Cinema e Immagini per la Scuola, promosso da Acec- Associazione Cattolica Esercenti Cinema con il sostegno del Ministero della Cultura e del Ministero dell'Istruzione e del Merito.

L'iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, ha coinvolto dieci regioni italiane, 94 plessi scolastici e oltre 30mila studenti, grazie alla partecipazione di 40 sale e all'impegno di una rete di volontari. La conferenza conclusiva, ospitata dalla sede di Milano dell'Università Cattolica lunedì 26 maggio, è stata un'occasione di confronto tra istituzioni, accademici, operatori culturali e pubblico, dedicato al ruolo dell'audiovisivo nella didattica e nella formazione delle nuove generazioni.

L’incontro, introdotto da Bruno Zambardino (responsabile del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola - Dgca-MiC), Mariagrazia Fanchi (Direttrice di Almed - Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell'Ateneo e Responsabile scientifico del progetto) e Riccardo Checchin (Segretario Generale dell’ACEC-SdC), si è subito focalizzato su un tema centrale: l'audiovisivo come ambiente naturale dei più giovani, ma ancora scarsamente integrato nei percorsi scolastici. «Gli audiovisivi non sono solo l'habitat dentro il quale i ragazzi crescono, sono lo strumento con cui comunicano, entrano in relazione e sviluppano le loro relazioni affettive e sono, come conseguenza, lo strumento attraverso cui si definiscono come persone» ha sottolineato, infatti, Mariagrazia Fanchi, richiamando i dati di una ricerca che mostrano come una percentuale crescente di minori trascorra fino a otto ore al giorno a contatto con immagini in movimento.

A seguire, il dialogo tra il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai e il regista Enzo d'Alò, moderato dalla giornalista Elena Goretti, ha ampliato la riflessione sul valore formativo del cinema. Pellai ha evidenziato il potenziale narrativo ed evocativo dell’immagine, in grado di accompagnare la crescita emotiva e relazionale e ha messo in guardia dall'uso passivo delle immagini da parte degli studenti: «Oggi la sfida - ha affermato - è portare le menti dei ragazzi dentro alla bellezza del cinema, perché imparino a viverlo come strumento di comprensione di sé e del mondo».

Enzo d'Alò, ripercorrendo il suo percorso creativo, ha ribadito la centralità della narrazione e il bisogno urgente di promuovere produzioni italiane ed europee rivolte all'infanzia: «Viviamo immersi in un immaginario che spesso non ci appartiene - ha spiegato - e rischiamo di crescere generazioni che si identificano in storie e linguaggi che non parlano la loro lingua né reale né simbolica».

L'ultima parte dell'incontro è stata dedicata alla presentazione dei risultati del progetto. Chiara Cacace (Acec) ha tracciato un bilancio operativo dell'iniziativa, mentre Michele Casula (Ergo Research) ha illustrato i dati raccolti e offerto una riflessione di più ampio respiro sul valore educativo dell'iniziativa. Il monitoraggio ha evidenziato che più del 75% degli studenti aveva già frequentato il cinema l’anno precedente, mentre solo il 14% non era andato in sala per scelta autonoma, a conferma di un rapporto attivo tra i più giovani e l’esperienza cinematografica. I giudizi complessivi, raccolti tramite scala Likert, sono stati positivi, con pochi casi di disinteresse, i cortometraggi sono stati particolarmente apprezzati dagli over 17, mentre i lungometraggi hanno colpito i più giovani. Significativo il fatto che il 40% degli studenti abbia dichiarato di aver apprezzato film che non avrebbe scelto in autonomia e quasi uno su due ha espresso il desiderio di vedere contenuti simili in futuro. Infine, è emersa una familiarità trasversale con la serialità con otto stagioni viste in media all’anno, segno di un consumo audiovisivo ormai maturo e articolato. Secondo Casula, il progetto ha avuto successo, perché ha saputo parlare con il linguaggio delle emozioni e del coinvolgimento, ponendo l'accento non sulla trasmissione di contenuti, ma sulla costruzione condivisa di significati.

Il convegno si è chiuso con l'intervento di don Gianluca Bernardini, Presidente Acec-SdC, che ha rilanciato l'impegno dell'associazione nel promuovere una cultura dell'immagine accessibile, inclusiva e pedagogicamente solida: «Il cinema e l'arte in tutte le sue forme sono strumenti educativi insostituibili, capaci di plasmare le coscienze, di accendere riflessioni e formare uomini e donne consapevoli».

Un articolo di

Francesca Maria Cortese

Francesca Maria Cortese

ALMED - Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti