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Donati al campus di Piacenza tre dipinti di Claudio Benghi

29 maggio 2025

Donati al campus di Piacenza tre dipinti di Claudio Benghi

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Un cavaliere, vulnerabile come lo è un sognatore, cerca con il suo cannocchiale la direzione giusta da prendere. Sembra che la stia cercando con grande curiosità, mentre il suo compagno di viaggio la indica. «Forse si sta solo facendo delle domande senza trovare risposta, poiché la direzione è come il destino: non sarà mai uguale per tutti, e soprattutto non lo sono i sogni». È questa l'interpretazione di Claudio Benghi, l'autore del dipinto “La direzione giusta”, una delle tre opere da lui donate al campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Insieme agli altri due dipinti, “Musicisti al seguito” e “Verso nuove battaglie", tutti olio su tela di dimensione compresa tra 80x100 cm e 100x120 cm, arricchirà d’ora in poi lo spazio che dall’atrio d’onore porta alla Facoltà di Scienze della Formazione. «La bellezza salverà il mondo, dice Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota”» racconta Claudio Benghi. «Molto più modestamente, ho portato il mio piccolo contributo artistico in un magnifico luogo di cultura, frequentato da tanti giovani studenti. L’ho fatto nella speranza che questo piccolo contributo possa essere condiviso e, soprattutto, possa aiutarli nella loro ricerca della "direzione giusta" verso il bello e di un senso più profondo».

Claudio Benghi, classe 1947, è nato a Castel Maggiore, in Provincia di Bologna. Ha collaborato con innumerevoli e prestigiose gallerie d’arte italiane e straniere, e ha realizzato mostre in Italia e in Europa. Dal 2000 tiene corsi di disegno e di pittura. Sue sono le immagini di copertina della collana “Vita emotiva e formazione”, diretta da Vanna Iori, Daniele Bruzzone e Elisabetta Musi, edita da FrancoAngeli. Nel 2015 pubblica una raccolta di poesie d’amore dal titolo “Con una rosa in mano” a cui fa seguito, nel 2020, “Illusioni”. Nel 2021 presenta il suo primo libro autobiografico, “Alla ricerca del giardino” a cui segue, nel 2022, il romanzo “Mentre immaginavo”.

La cerimonia di donazione è stata introdotta da una riflessione di Vanna Iori, già ordinaria della Facoltà di Scienze della Formazione presso il campus di Piacenza, che ha sottolineato come «la sfida per un rinnovamento educativo che tocchi tutti i piani dell'esistenza» non può prescindere «dall’incontro tra l’educazione e le arti espressive», che si rivela sempre fecondo. «Anche l’educazione è un’arte». Per questo, spiega la professoressa Iori, occorrono «il coraggio e la volontà di progettare il futuro, investendo sull’educare, perché è da lì che si ricomincia», stimolando «la crescita della persona nella pluralità delle sue dimensioni esistenziali».

A concludere la cerimonia, le parole di Elisabetta Musi, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università Cattolica. «Ho accolto con sorpresa e gratitudine la proposta di Claudio, caro amico da quasi trent'anni, di donare al campus di Piacenza tre sue opere d'arte scelte in sintonia con i temi che caratterizzano il nostro lavoro di ricerca pedagogica» racconta la professoressa Musi. «Nei suoi quadri ritroviamo lo sguardo che guida l'agire educativo, la capacità di prefigurare orizzonti possibili tra fantasia e realtà, e la ricerca di senso che avvalora il cammino». 

Grazie a questa donazione, quindi, il campus di Piacenza interpreta sempre più l’arte come momento di bellezza e di crescita personale e formativa. «Mi fa piacere pensare che queste opere contengano un’esortazione a non perdersi d'animo nel cercare la strada che dà senso alla vita» conclude la professoressa Musi. «In esse possiamo leggere l'invito a lasciarsi interrogare dalle contraddizioni. E ci ricordano un sodalizio fertile e generativo, alimentato da stima, affetto e felici condivisioni». 

Anche gli studenti e le studentesse dei corsi di Scienze dell'educazione e della formazione, di Scienze della formazione primaria e di Progettazione pedagogica e coordinamento dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza sono stati protagonisti dell’evento di celebrazione di questa donazione. Guidati dall’artista, hanno interpretato le opere valorizzandone la dimensione pedagogica, sollecitati a dare forma alla propria creatività attraverso il linguaggio iconico. L’inaugurazione dell’allestimento permanente, infine, si è chiusa con la lettura di alcuni testi poetici a cura di Benghi e di Natale Borasi, alumnus di Scienze della Formazione.

Un articolo di

Francesco Berlucchi

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