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L’Associazione Necchi tra le storie del passato e i progetti del futuro

30 giugno 2025

L’Associazione Necchi tra le storie del passato e i progetti del futuro

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“A che cosa serve un’Associazione?” – questo l’interrogativo comune che ha aperto l’incontro, quest’anno nella sede di Roma dell’Università Cattolica lo scorso 19 giugno, dei membri dell’Associazione “Ludovico Necchi” che dal 1928 riunisce i laureati dell’Ateneo formati lungo i decenni nelle Facoltà dei suoi cinque campus.

«L’Associazione è una comunità – ha risposto il Presidente dell’Associazione Andrea Patané, introducendo l’incontro – come quella che abbiamo vissuto negli anni dell’Università quando, per molti di noi, è stata una realtà importante, un punto di riferimento. E quindi naturale l’idea che dopo l’Università non ci si voglia separare da questa comunità. L’Associazione è un luogo in cui ci si ritrova, ma in un modo diverso: da laureati, in una nuova fase della vita, da professionisti impegnati nella società, ma portando sempre con sé e testimoniando i valori del nostro Ateneo».

«Appartenere a un’Associazione di Alumni – ha detto la professoressa Anna Maria Fellegara, Pro-Rettore Vicario dell’Università Cattolica  – serve, certamente: per proseguire un programma educativo che non si conclude con il conseguimento della laurea. Nel disegno originario dei fondatori dell’Ateneo il progetto formativo prevedeva i collegi, quindi la creazione di una comunità che continuasse a educare dove i momenti di studio e apprendimento si affiancano a momenti di vita in comune. In questo esiste una grande continuità con le Associazioni di Alumni, sia per la necessità di una formazione continua e permanente sia per mantenere vivo il tessuto delle relazioni interpersonali nei diversi contesti sociali in cui i nostri laureati ora operano e vivono».

L’assemblea ordinaria annuale è un momento significativo per gli associati per raccontare e condividere le tappe principali dell’anno trascorso e prospettare nuove idee progettuali e prossime iniziative. Con questo sguardo verso il futuro, mai dimenticando il passato, ha preso la parola la dottoressa Angela Mastronuzzi, rappresentante della Facoltà di Medicina e chirurgia nell’Associazione Necchi: «Come studenti della Facoltà di Medicina e chirurgia abbiamo trascorso in questa Sede di Roma molti anni, spesso più di dieci considerando il percorso di laurea e poi di specializzazione. Nell’ambito dell’Associazione abbiamo sempre preferito “raccontarci insieme” con una particolare attenzione alle generazioni che ci hanno preceduto e tracciato la strada accanto a quella verso le nuove che stanno costruendo il futuro, loro e di tutti noi, insieme ai giovani “laureandi”, da poco nuovi Medici e, quindi, nuovi associati».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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Collegato dalla sede di Milano Fr. Renato Del Bono, Assistente spirituale dell’Associazione, ha condiviso con tutti la sua testimonianza: «I laureati della nostra Università sono dei veri “ambasciatori”: dei valori che condividiamo, di quello che noi siamo o che dobbiamo essere, nel portare quello che abbiamo ricevuto e, soprattutto, quello che stiamo vivendo. L’Associazione, allora, attinge prima di tutto alle relazioni: non potrebbe esserci un’associazione senza questo alimentarci a vicenda nell’appartenenza e nell’amicizia e nel coltivare sempre la nostra identità».

La riunione è stata animata dagli interventi, in presenza e a distanza, di Letizia Caccavale, Rappresentante della sezione Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Paolo Grandinetti, referente del Gruppo Teramo – Atri, Paola Catania e Fulvio La Vecchia, referenti del Gruppo Sicilia, Salvatore Raia, Endocrinologo e vincitore del 61° Premio Agostino Gemelli per la Facoltà di Medicina e chirurgia, dei Professori Luigi Cataldi e Giorgio Lattanzio e delle professoresse Ivana PaisMaria Teresa Zanola.

A tutti gli associati anche le parole del professor Marco Allena, Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Ateneo: «Sono entrato da studente dall’Università Cattolica, a 19 anni, e non ne sono mai uscito: il nostro Ateneo è davvero una famiglia. Partecipare, quindi, a questa assemblea degli Alumni ha per me un valore particolare. Questo rinnovato clima di speranza e di fervore farà capire ancor di più, al nostro interno ma soprattutto all’esterno, quanto di speciale c’è in noi e nella nostra comunità universitaria, negli studenti di ieri fino a quelli di oggi che respirano davvero, nella nostra Università, un’aria speciale: il dovere di un’associazione di Alumni è proprio quello di trasmettere questo orgoglio di appartenenza».

Facendo un compendio di tutta la ricchezza condivisa, il professor Roberto Persiani, Vice Presidente dell’Associazione Necchi, ha concluso l’incontro: «Due le parole che desidero ricordare e attraverso le quali ricorderemo insieme questo incontro: la prima è la parola “famiglia”, un luogo in cui si vivono non solo le cose belle, ma anche momenti complessi, a volte duri e sfidanti. A questo si collega la seconda parola: l’Associazione dev’essere un “interlocutore”, cioè un luogo anche fisico dove le persone si raccontano anche quello che non va. La prima cosa che faccio da medico quando una persona chiede aiuto è vedere chi ha intorno, chi sono le persone che se ne prenderanno cura. Un’assemblea come quella di oggi è proprio la rappresentazione di una famiglia universitaria che vuole il bene di tutte le sue componenti. Se vogliamo continuare a essere persone che trasferiscono valori all’esterno, i primi ad esserne fieri dobbiamo essere noi e il modo più semplice è aderire concretamente, partecipando in maniera attiva alla vita del nostro Ateneo».

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