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Lo sguardo ad Est. A Piacenza e Cremona si semina futuro

10 luglio 2025

Lo sguardo ad Est. A Piacenza e Cremona si semina futuro

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«Ho appena concluso un corso di laurea magistrale in cui, in aula, c’erano studenti di venti nazionalità diverse. È un dato che dice tutto: la nostra Facoltà è diventata un crocevia globale per l’innovazione agroalimentare» a parlare è il professor Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, campus di Piacenza, che ben sintetizza l’apertura internazionale che ha radicalmente trasformato l’identità dell’ateneo (e della Facoltà) negli ultimi anni. I numeri confermano il trend: oltre il 50% degli studenti dei corsi erogati in lingua inglese è internazionale, con una presenza crescente di ragazzi e ragazze provenienti da Asia, Africa e Americhe, accanto ai più “classici” studenti europei.

La svolta, però, non è solo quantitativa, ma qualitativa. Piacenza e Cremona non sono più solo un polo accademico locale: oggi è una vera e propria piattaforma globale di formazione e ricerca. In prima linea tra i partner della Cattolica c’è la Cina, con cui i rapporti si sono consolidati nel tempo. «Frequento le università cinesi da più di quindici anni – racconta Cocconcelli – e ho visto con i miei occhi una trasformazione straordinaria. Da strutture simili alle nostre degli anni ’70 sono passati a centri di ricerca che oggi competono con le migliori realtà mondiali per qualità scientifica e tecnologica. In questi giorni ho incontrato insieme ai colleghi dei vari dipartimenti di facoltà alcuni potenziali partner e ho potuto constatare la solidità delle loro pubblicazioni e dei loro progetti di innovazione».

Una crescita che guarda con attenzione all’Europa, e in particolare all’Italia. «Per la Cina, Piacenza è un centro di eccellenza nel settore agroalimentare. C’è grande interesse a collaborare, sia sul fronte della ricerca congiunta, sia nella mobilità studentesca, perché vedono nel nostro sistema accademico un modello di riferimento, soprattutto per sicurezza alimentare e sostenibilità».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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La mobilità, finora, è stata prevalentemente in entrata: «Ogni anno aumentano gli studenti cinesi che scelgono Piacenza per un’esperienza europea. Ma ora iniziano anche i primi flussi in uscita: alcuni nostri giovani ricercatori stanno svolgendo periodi di lavoro presso laboratori e università asiatiche. È un segnale di scambio vero, non più unilaterale».
 
Ma la Cina non è l’unico polo strategico a cui volge lo sguardo la facoltà. Singapore, ad esempio, è tra i partner più attivi. «Collaboriamo con la National University of Singapore, un’istituzione all’avanguardia nella ricerca scientifica. I loro studenti vengono ogni anno a Piacenza e a Cremona, e le relazioni si stanno rafforzando anche con Vietnam e Malesia, Paesi emergenti che stanno investendo in modo deciso nell’agricoltura tecnologica e sostenibile».

La Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica è ormai riconosciuta a livello internazionale, anche grazie ai ranking di settore e alla qualità delle infrastrutture di ricerca. Un modello formativo che unisce tradizione accademica europea e apertura globale. «Abbiamo sviluppato ricerche con partner scientifici di tutto il mondo e ci siamo avvalsi delle tecnologie più innovative per studiare le nuove frontiere dell’agrofood, ma il nostro vero valore aggiunto (per la ricerca, per la formazione e per la possibilità di inserimento professionale dei nostri laureati) resta la capacità di costruire ponti culturali e scientifici – conclude Cocconcelli –. E noi siamo pronti a farlo ogni giorno, con uno sguardo rivolto al mondo».

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