Ritrovarsi a Milano, al Collegio Marianum da ex allieva è stata un’esperienza bellissima tra abbracci e sguardi complici, un incantesimo che è difficile spiegare a parole ma che riporta indietro nel tempo a quando il caldo torrido della città rendeva le notti insonni, le stesse vissute oggi dalle Marianne che trovano tra le fronde degli alberi del giardino un po' di fresco alla sera, nonostante lo studio incalzi.
È stato forte il desiderio di esserci, le ore di viaggio in treno per me che sono partita da Muro Lucano, in provincia di Potenza, sono volate! Molto calorosa l’accoglienza della direttrice del Collegio Marianum, Maria Grazia Fiorentini, della Presidente dell’Associazione M.E.A., Rita Murgia, del Direttivo e di tutte le Marianne ed ex Marianne arrivate da ogni dove con quello spirito identitario che da sempre ci contraddistingue.
Essere Marianne è un moto dell’anima, è un’appartenenza che va oltre le distanze ed il tempo, che sa di connessione, di armonia, è sentirsi parte di una storia e di un percorso che oggi ci lega a chi è nel bel mezzo del cammino e in noi troverà sempre un riferimento, un sostegno, una spinta.
Venerdì 13 giugno, la serata dell’accoglienza si è svolta alla presenza della professoressa Anna Maria Fellegara, prorettrice vicaria, che ha portato in primo piano l’aspetto formativo dell’Ateneo e dei Collegi, di cui la condivisione è base fondante.
«Il collegio è un ‘laboratorio vivente’ – sottolinea - un’esperienza autentica dove ognuno può aggiungere qualcosa al servizio degli altri. Padre Agostino Gemelli ha pensato di fondare una università nazionale con un progetto formativo legato ai collegi, un progetto ambizioso che voi rappresentate: siete dentro questa idea iniziale e ne siete le continuatrici, siete dentro la storia dell’Università Cattolica».
A seguire, gli interventi della Direttrice del Collegio Maria Grazia Fiorentini che ha speso parole di elogio verso l’Associazione M.E.A. e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, fondata da Padre Agostino Gemelli e della Presidente dell’Associazione, Rita Murgia, che ha ribadito la bellezza nel vedere tante Marianne ed ex tutte insieme per dare continuità ad un progetto che ogni anno propone tante nuove iniziative.
Per concludere il “bentornate a casa”, le note del “Quartetto del Mare” che ha inebriato il giardino del collegio con la musica degli strumenti realizzati dai detenuti del carcere di Opera con il legno delle barche dei migranti.
Alzando gli occhi al cielo anche le rondini parevano volteggiare a suon di violini e violoncello in un’atmosfera unica dove a vibrare non erano solo gli strumenti ma anche l’anima dei musicisti insieme alle nostre. Un grazie anche ad Arnoldo Mosca Mondadori, Presidente della Fondazione “Casa dello Spirito e delle arti” che ha reso possibile tutto questo.