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Peses, l’Europa e le nuove generazioni

29 aprile 2025

Peses, l’Europa e le nuove generazioni

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«Tra dieci giorni festeggeremo l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, in un 25 aprile molto particolare: quest’anno saranno 80 anni da quando, grazie al contributo determinante degli Alleati e di giovani ragazzi, anche italiani, poco più grandi di voi che hanno combattuto per la libertà, il nostro continente è diventato libero. In questi 80 anni di sviluppo dell’Europa e dell’Italia che ruolo ha avuto il progetto europeo?»: con queste parole Paolo Gentiloni ha aperto il suo incontro, lo scorso 15 aprile a Roma, con gli studenti del Liceo scientifico “Morgagni”, nell’ambito di PESES, il Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali dell’Università Cattolica ideato e diretto da Carlo Cottarelli.

Insieme a più di 120 liceali, i giovani europei del presente e del futuro, Paolo Gentiloni ha guidato un viaggio - con la sua lezione dialogata dal titolo “L’Europa e le nuove generazioni” - attraverso le tappe più significative, spesso sfidanti, che hanno portato all’Europa contemporanea. L’ex premier e commissario europeo ha condiviso con i liceali, tutti in appassionato e attento ascolto, un racconto in prima persona, fatto da momenti ufficiali e pubblici e da esperienze personali: «Eravamo un Continente “specializzato in guerre”, distrutto, da ricostruire: allora nacque l’idea di Robert Schuman che diede vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, un “antenato” dell’Unione Europea, fino ai Trattati di Roma del 1957, con la nascita della Comunità Europea, e al Trattato di Maastricht del 1992, l’inizio dell’Unione».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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Molte persone hanno lavorato e contribuito a costruire giorno per giorno la realtà dell’Unione Europea, ora e allora con le nuove generazioni: quella del presente e le next generation, quelle che verranno. La storia politica, socioeconomica, spirituale del Vecchio Continente è sempre stata un cammino continuo attraverso sogni diventati obiettivi di chi desiderava consegnare al futuro una grande Nazione di nazioni, in pace e prosperità: «Anche chi era confinato a Ventotene era giovane: lì, in condizioni sfidanti e difficili, nacque il sogno degli Stati Uniti d’Europa, un progetto che forse resterà sempre incompiuto. Ma è proprio questo carattere a dare a quel sogno il senso di un progetto: oggi siamo di fronte a rischi economici, non avendo politiche economiche comuni, in mezzo a forti spinte nazionalistiche e con la guerra, di nuovo nel cuore dell’Europa. Oggi dobbiamo continuare a credere e a lavorare perché quel sogno diventi sempre di più una realtà».

«Ora – ha continuato – quella Unione nata tanti anni fa è composta da 27 Paesi e 450 milioni di abitanti, attraverso un allargamento progressivo che non è solo numerico: da approdo per Paesi già dominati da regimi fascisti e poi quelli del “blocco comunista”, è molto diversa, ma ancora bisognosa di sviluppo: non esistono ancora una Difesa comune, un Tesoro comune, una Democrazia comune che renda il Parlamento Europeo concretamente in grado di fare proposte. Fermi non possiamo rimanere».


E com’è l’Europa, vista dai giovani, oggi? È come la rappresentano le tante domande che, con intelligenza e curiosità, i giovani allievi hanno posto a Paolo Gentiloni, al termine dell’incontro: dall’interesse per l’esperienza offerta da un così importante percorso politico e istituzionale, dal confronto tra le politiche europee del periodo post Covid verso un nuovo Stato sociale e dal rapporto tra politiche economiche e il dibattito sul “riarmo” europeo, passando per la dialettica fra esperienza politica e valori personali fino all’interesse, misto alla comprensibile apprensione per il proprio futuro, per le conseguenze e le possibilità offerte dalle attuali politiche dell’Unione Europea per i giovani del futuro, gli studenti del Liceo Morgagni hanno conversato a lungo con il Presidente Gentiloni, rappresentando così quel dialogo intergenerazionale e basato sulla ricchezza della diversità dei percorsi di vita che è uno dei pilastri sui quali si fondava e si fonda il progetto europeo.

«È un’enorme fortuna essere europei – ha detto Paolo Gentiloni rivolgendo ai giovani le sue parole finali, di incoraggiamento e di speranza – Voi siete nati in un’Unione già fondata su grandi risultati: possiamo viaggiare liberamente in Europa, abbiamo una moneta comune e, soprattutto per voi, la grande possibilità del Programma Erasmus grazie al quale ogni anno dall’Italia partono 45.000 studenti diplomati per studiare, vivere e crescere insieme agli altri giovani cittadini europei».

«La costruzione dell’Unione Europea – ha concluso - è stato un percorso straordinario e, anche se l’”edificio europeo” appare ancora precario, nonostante i limiti, i rischi, le ingiustizie sociali e le insufficienze, dobbiamo continuare a credere in quel “sogno”, con la consapevolezza e l’impegno di lavorare insieme per continuare a meritarlo».

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