I touchpoint digitali dell’Inter, in effetti, hanno raggiunto traguardi straordinari. Merito del percorso sportivo, ma anche di stimoli, linguaggi e contenuti sempre nuovi dedicati alle varie community, con un occhio di riguardo per la Gen-Z. «Utilizzare bene i social media non è un gioco da ragazzi. Anzi, non è un affatto un gioco» spiega Suardelli. Lo insegna ogni anno agli studenti del master Comunicare lo sport, dove il Corporate Content Manager dell’Inter spiega loro come si può contribuire a costruire una solida identità digitale di un grande club di calcio.
«Anche per me, tutto è iniziato nelle aule dell’Università Cattolica» racconta Alessandro. «Mi sono laureato nel 2010, l’anno del Triplete Scudetto-Coppa Italia-Champions, con una tesi dal titolo: “Josè Mourinho, l'allenatore con lo spin doctor incorporato”. Volevo fare il giornalista sportivo, e lo stage mi aprì le porte della redazione di Sky Sport. Un vero sogno. Presto, però, capii che c’erano tanti altri modi di comunicare e raccontare lo sport».
Dopo essere diventato giornalista pubblicista e aver gestito un progetto editoriale all’interno di un network digitale, nel 2014 fu proprio l’Inter a offrirgli un’occasione imperdibile. «Mi rimisi in gioco, a 28 anni, ripartendo da un altro stage». Da allora, il Club è la sua seconda casa, «grazie a un team di grandi professionisti» sottolinea Alessandro, «e a una Inter Media House che oggi si è arricchita di diverse validissime nuove leve provenienti proprio dal master Comunicare lo sport».