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Palloni spia, un caso da sgonfiare?

21 febbraio 2023

Palloni spia, un caso da sgonfiare?

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Nelle ultime settimane sono stati avvistati e abbattuti negli spazi aerei di Stati Uniti e Canada un presunto pallone spia cinese e una serie di oggetti volanti non identificati. Intorno a questi avvenimenti regna comunque l’incertezza dovuta alla difficoltà di identificare ciò che vola nel cielo, a causa delle dimensioni ridotte di tali oggetti. Con il professor Marco Lombardi, docente di Sociologia dell’Università Cattolica nonché direttore del Master in Giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale e del Centro di ricerca ITSTIME (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies), abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza su quanto accaduto.

Professore, è insolito trovare oggetti di questo tipo in cielo?
«Il fatto che ci siano in cielo strani oggetti volanti fa parte un po' della storia. Ricordiamoci che anche nel passato aerostati vari avevano sempre invaso gli spazi aerei e, se torniamo ancora indietro nel tempo, palloni e addirittura aquiloni venivano usati sia per l'osservazione sia per raccogliere informazioni di intelligence, perciò la cosa non è sorprendente. Dopodiché che questi siano tutti dei palloni spia non lo sappiamo, di fatto gli Stati Uniti hanno abbattuto oggetti volanti per tre giorni di fila tra Alaska e Canada».

Gli oggetti abbattuti potrebbero davvero essere dei palloni spia?
«Di questo sappiamo poco, è solo un’ipotesi che fa sorgere, però, anche tante domande, a partire dal fatto che un satellite sarebbe uno strumento più efficace di un pallone spia. Dopodiché si potrebbe supporre l’utilizzo del pallone spia per misurare la capacità d'attenzione degli altri perché, usando un pallone spia, posso moltiplicare il numero degli occhi che osservano. Che cosa ci sia sotto questa faccenda è al momento tutto da dimostrare. Per ora le cose più evidenti sono una manifestazione e una certa preoccupazione da parte del governo americano a tutelarsi rispetto alle incursioni spionistiche di Paesi nemici. Un’operazione comunque costosissima, da circa 500mila dollari, e anche infruttuosa perché sembra che il pallone abbattuto sia una semplice sonda che aveva terminato il suo lavoro. Tutto questo ha però contribuito a rendere notiziabile il fatto».

Il cielo diventa sempre di più un luogo strategico. Sovraffollandosi rischia di creare problemi ai voli di linea?
«Gli aviatori vedono tanti oggetti che possono essere fastidiosi. Teniamo presente che uno stormo d'uccelli tira giù un aeroplano, ma almeno la traiettoria di volo dei palloni è prevedibile e un aeroplano non va certo a sbattere contro un pallone. Dunque, possiamo affermare che è più facile da evitare. Dopodiché non mi sento di dire che aver abbattuto quei tre palloni sia una sorta di monito per intendere che ce ne siano troppi. Tuttavia, che il cielo sia sovraffollato perché sta diventando un nuovo campo di battaglia è un dato di fatto, sia nella quota entro la quale volano gli aerei, sia nell’alta atmosfera».

Questi palloni potrebbero andare a sostituire i droni?
«Un pallone nasce meteorologico perché tiene conto di quelle che sono le correnti; quindi, sale verso l'alto ed è trasportato in orizzontale per dei fenomeni fisici ben chiari, tra cui il vento. Quindi il ruolo del pallone è ben diverso da quello del drone, che tra l’altro al giorno d’oggi si può costruire in casa come hanno fatto molti terroristi islamici. Al momento nessuno si è sognato di adattare un pallone e farlo diventare drone proprio per quella forza propulsiva dovuta a forze naturali. Sinceramente mi sfugge un po' la logica, visto che abbiamo da una parte i droni e dall'altra i palloni. Inoltre, più si va avanti, più i droni sono a basso prezzo: è quindi possibile che i due oggetti possano coesistere in cielo».

 

 

 


Nell'immagine: Un "pallone di sorveglianza" nel cielo del Montana (Usa), 1° febbraio 2023.
© Foto di Chase Doak(CC BY-SA 4.0)

Un articolo di

Lorenzo Mozzaja e Matteo Galié

Scuola di Giornalismo

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