NEWS | Cremona

Ripartire dal cuore

09 settembre 2025

Ripartire dal cuore

Condividi su:

Saluti e ringraziamenti

Nell’introdurre i lavori del Seminario di studio dei Docenti di teologia e degli Assistenti pastorali sul tema “Ritornare al Cuore. Per un Ateneo innovativo e generativo”, desidero in primo luogo porgere i più cordiali saluti a S. E. Mons. Carlo Maria Polvani, Segretario del Dicastero per la cultura e l’educazione, che si è sobbarcato la fatica di sostituire all’ultimo momento il Card. José Tolentino de Mendonça. Un ringraziamento particolare a S. E. Mons. Antonio Napolioni, che ci accoglie nella sua diocesi di Cremona e a S. E. Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo che ci ha fatto giungere il suo messaggio augurale. Un sentito ringraziamento alla Prof.ssa Sr. Alessandra Smerilli, Segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e al Prof. Ruggero Eugeni, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo (DSCS) dell’Ateneo che interverranno nella tavola rotonda moderata dal Dott. Alessandro Zaccuri responsabile per la comunicazione dell’Ateneo. Un grazie specialissimo al Prof. Eugeni che si è reso disponibile ad intervenire “last minute” in quanto il poeta e narratore Daniele Mencarelli è incorso questa notte in un incidente domestico che dopo gli accertamenti sanitari lo ha comunque bloccato a casa.

Un particolare ringraziamento va al Magnifico Rettore, Prof.ssa Elena Beccalli che ha aperto con il suo intervento questo incontro. Stiamo apprezzando sempre di più, giorno dopo giorno, la sapienza, la prudenza e la lungimiranza con cui sta guidando l’Ateneo. Dando continuità alle grandi intuizioni di P. Agostino Gemelli che nel 1924, poco dopo la fondazione dell’Ateneo dei cattolici italiani fondava quella che oggi è la FIUC (Federazione Internazionale delle Università Cattoliche) si è posta a servizio delle reti di collegamento internazionale degli Atenei cattolici assumendo la carica di Presidente delle Fuce (Federazione Europea e la Vice presidenza della stessa FIUC). Incarichi di prestigio per lei, ma anche occasioni per rinnovare e rafforzare l’impegno dell’Ateneo nello scenario internazionale. Oltre a fargli gli auguri assicuriamo anche la collaborazione di tutte le componenti dell’Ateneo, accompagnata da uno speciale sostegno nella preghiera, per dare ancora più forza e vigore alla presenza educativa della cultura cattolica nel mondo.

Ringrazio e saluto tutti i partecipanti, presidi, docenti, relatori, studenti e in particolare i nostri Teologi e gli Assistenti pastorali che sono i destinatari e i protagonisti di questo Seminario di studio. Un ringraziamento speciale alla direzione di Sede e in particolare al Direttore Dott. Angelo Manfredini e al Vice direttore per il campus di Cremona, Dott. Matteo Burgazzoli, così come all’Assistente pastorale della sede di Cremona Don Maurizio Compiani, per tutto il sostegno organizzativo gestito assieme alla segreteria del Centro pastorale. Non posso non ringraziare, in particolare, Mario Girolimetto e Mosè Bonalumi per tutto il supporto dato alla realizzazione del Seminario.

Ripartire dal cuore: da Papa Francesco a Papa Leone

A partire dal cuore possiamo registrare una straordinaria consonanza tra la conclusione del pontificato di Papa Francesco e i primi interventi di Papa Leone XIV. C’è infatti una grande continuità, pur nella diversità dei profili e delle storie dei due pontefici, tra l’ultima Lettera enciclica “Dilexit nos” che il pontefice argentino ha voluto dedicare al Sacro Cuore di Gesù e la spiritualità del Cuore a cui si ispira l’attuale pontefice attingendo alla tradizione agostiniana di cui è figlio. L’attenzione che pertanto dedichiamo in questo seminario alla Dilexit nos, pubblicata lo scorso 24 ottobre 2024, è tutt’altro che un volgersi indietro. Se da una parte rappresenta un doveroso atto di gratitudine nei confronti del prezioso Magistero di Papa Francesco dall’altra ci offre importanti spunti per intercettare il magistero di papa Leone che comincia a delinearsi giorno dopo giorno. Nel discorso fatto ai giovani radunati a Tor Vergata è ritornato spesso il tema del cuore: «Secoli fa, Sant’Agostino ha colto il profondo desiderio del nostro cuore - è il desiderio di ogni cuore umano - anche senza conoscere lo sviluppo tecnologico di oggi. Anche lui è passato attraverso una giovinezza burrascosa: non si è però accontentato, non ha messo a tacere il grido del suo cuore. Agostino cercava la verità, la verità che non illude, la bellezza che non passa» (Veglia, 2 agosto 2025). Papa Leone ha esortato i giovani ad ascoltare il cuore e a dare voce ai suoi desideri più profondi e veri.

La Dilexit nos, seppur non abbia avuto la risonanza delle due precedenti encicliche, anche per la successiva malattia e morte del pontefice, non è meno rilevante. Anzi, come affermato in conclusione: «Ciò che questo documento esprime ci permette di scoprire che quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato si’ Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune» (n. 217). È un testo di grande ricchezza teologica e spirituale che non manca di entrare in dialogo con le sfide del nostro tempo portando in evidenza come sia necessario proprio ripartire dal Cuore.

Nella visione di Papa Bergoglio «in questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona, di ogni categoria e condizione, fa la sua sintesi; lì dove le persone concrete hanno la fonte e la radice di tutte le altre loro forze, convinzioni, passioni, scelte» (n. 9). Questa ri-centratura antropologica non deriva da una urgenza solo di carattere esistenziale e culturale, ma scaturisce dalla necessità di recuperare una chiave teologica sintetica che ci aiuti a leggere l’azione salvifica di Dio nella sua costante e profonda interazione con l’esperienza umana. Quello del cuore, del resto, è il linguaggio privilegiato di Dio perché è l’unico in grado di svelare le profondità del suo amore. La ragione ultima per cui Papa Francesco riprende e ripropone un tema che sembra appartenere alla spiritualità di matrice più devozionale è proprio quella di recuperare un filone di grande ricchezza e suggestione per l’esperienza di fede, in grado di intercettare sensibilità e domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, offrendone una solida interpretazione teologica e pastorale. Per questo la riflessione si fa quasi preghiera quando esorta ad andare incontro «al Cuore di Cristo, il centro del suo essere, che è una fornace ardente di amore divino e umano ed è la massima pienezza che possa raggiungere l’essere umano. È lì, in quel Cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare» (n. 30).

Proprio perché espressione del nucleo incandescente dell’amore divino incarnato nell’umano, dal Cuore di Cristo scaturisce anche l’operosità del cristiano che non si ripiega su se stesso ma trae ragioni ancora più forti per il suo impegno nella trasformazione delle realtà terrene. La costruzione della “Civiltà dell’amore”, intesa anche come opera di riparazione, «esige una spiritualità, un’anima, un senso che le conferiscano forza, slancio e creatività instancabile. Ha bisogno della vita, del fuoco e della luce che vengono dal Cuore di Cristo» (n. 184). Così il Papa ripropone in termini nuovi, e per molti versi suggestivi, una teologia del “cuore a cuore” (cfr. nn. 26; 132; 134; 144; 147) dove l’incontro con la persona di Cristo, non si perde in formule astratte o in rigorismi morali, ma avviene a partire dalla partecipazione al cuore pulsante del suo amore che si è manifestato, nella sua espressione più alta e provocatoria, attraverso il costato squarciato sulla Croce. È questo il luogo sorgivo e sacramentale del suo amore infinito e irrevocabile da cui scaturisce per tutti e per sempre una immensa effusione di grazia salvifica.

La fecondità di questo approccio si può facilmente riscontrare nelle testimonianze di grandi maestri della teologia e della spiritualità come San John Henry Newman che – come sottolinea Papa Francesco -: «scelse come proprio motto la frase “Cor ad cor loquitur”, perché, al di là di ogni dialettica, il Signore ci salva parlando al nostro cuore dal suo Sacro Cuore». E sottolinea ancora il Papa come «per lui, grande pensatore, il luogo dell’incontro più profondo con sé stesso e con il Signore non fosse la lettura o la riflessione, ma il dialogo orante, da cuore a cuore, con Cristo vivo e presente» (n. 26). Che il grande convertito dall’anglicanesimo al cattolicesimo venga insignito del titolo di Dottore della Chiesa Universale è un segnale che rafforza questa fondamentale chiave teologica.

La “Dilexit nos”: un dono e un compito per il nostro Ateneo

Certamente Papa Francesco pubblicando la sua quarta Enciclica non ha pensato a noi, ma non possiamo non sentirci direttamente interpellati visto che il tema è quello del Sacro Cuore, ossia quella realtà da cui ha preso origine e a cui fa riferimento la nostra Università Cattolica. Possiamo pertanto leggere la densa e ricca riflessione di Papa Francesco, contenuta nella “Dilexit nos”, come direttamente rivolta alla nostra istituzione accademica e a ciascuno di coloro che ogni giorno la animano: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. Che ci sia un collegamento diretto, ce lo ricorda l’omelia che Papa Francesco ha pronunciato il 5 novembre 2021 nella sede di Roma per i 60 anni della Facoltà di Medicina e chirurgia interamente dedicata al Sacro Cuore con le tre parole “ricordo, passione e conforto” e il videomessaggio del 19 dicembre 2021 in occasione delle celebrazioni per i cento anni dell’Ateneo.

In continuità con quei testi, già tanto significativi e ricchi di contenuti per la vita del nostro Ateneo, abbiamo ricevuto questo ulteriore dono che ci aiuta a comprendere ancora di più come la nostra università abbia tratto forza e continui ad essere sostenuta dal Cuore di Cristo. Sappiamo bene che cosa ha fatto il Sacro Cuore per il famoso primo milione donato dal Conte Lombardo sotto l’incalzante pressione umana e spirituale di Armida Barelli o in occasione del riconoscimento civile nel 1924 quando il governo chiedeva di togliere una tale dedicazione e la Barelli convinse tutti, Pio XI compreso, a non cedere (Cfr Prefazione di A. Gemelli al volume di I. Corsaro, Armida Barelli, Vita e Pensiero, Milano 1954, pp. XXI – XXIX). Nel nostro Ateneo, anche grazie alla fede dei nostri fondatori vige la regola che “l’impossibile diventa possibile”, per cui ancora oggi assistiamo al miracolo di un Ateneo che, nonostante le non poche difficoltà, continua a perseguire importanti risultati e a ricevere prestigiosi riconoscimenti.

Attraverso questo Seminario, con i suoi momenti pubblici, come quello di oggi e quello di giovedì mattina unitamente alle due giornate di lavoro riservate ai docenti di teologia e agli assistenti pastorali, cercheremo di approfondire la ricchezza dell’Enciclica. Scandagliare con gli strumenti della ricerca scientifica e in un’ottica interdisciplinare i misteri del Cuore di Cristo e del suo amore incandescente potrà certamente aiutarci a ripensare l’identità, lo stile e la missione dell’Università Cattolica, in un momento in cui si sta sviluppando la riflessione condivisa sulla progettualità per i prossimi anni da cui prenderà forma il piano strategico. Alla luce della nostra consolidata tradizione possiamo dire che l’approfondimento della scienza del cuore è la via maestra per andare al cuore della scienza, continuando a ricercare con passione la verità delle cose, per servire con competenza e coraggio il bene comune in un tempo in cui sembra prevalere la logica del potere sul diritto, della forza bellica sul dialogo, della prevaricazione sulla ricerca della pace.

Questi brevi spunti vogliono essere un semplice invito alla lettura della Dilexit nos al fine di comprendere meglio nella vita della grande famiglia del nostro Ateneo che cosa significa studiare con il cuore, insegnare e ricercare con il cuore, svolgere le proprie mansioni lavorative, ad ogni livello, con il cuore, e non solo con i buoni sentimenti del cuore umano, ma nella misura alta del Cuore di Cristo, come hanno saputo fare i nostri fondatori e come ha ricordato con grande efficacia Papa Francesco nel Messaggio per i 100 anni dell’Ateneo (Cfr Video Messaggio di Papa Francesco 19 dicembre 2021).

Uno sguardo al programma del Seminario

Dopo l’apertura di questo pomeriggio di cui abbiamo già parlato e per la quale ringrazio ancora tutti i relatori e il moderatore, le prossime due giornate saranno dedicate ad approfondire aspetti più strettamente collegati con le attività dei Docenti di teologia e con il servizio degli Assistenti pastorali.

Nella mattinata di domani (9 settembre), lavoreremo presso il campus di Piacenza continuando la riflessione teologica sulla Lettera enciclica. Il tema “Cuore di Cristo e istanze della teologia contemporanea” sarà affrontato in forma interdisciplinare con il contributo di teologi, filosofi ed esperti d’arte. Dopo gli interventi introduttivi, nella seconda parte della mattinata lasceremo spazio al confronto e al dialogo. Nel pomeriggio verrà sviluppato un confronto su la “Teologia in Cattolica: problemi e prospettive” a cui faranno seguito i lavori di gruppo coordinati da alcuni docenti di Teologia. Dopo cena non potrà mancare una visita al Collegio Alberoni, soprattutto per vedere l’“Ecce Homo di Antonello da Messina”.

Mercoledì 10 settembre, affronteremo un aspetto sempre più rilevante nel quadro del peculiare contesto in cui vengono erogati i corsi di Teologia nella nostra Università Cattolica. Mi piace ricordare che si tratta di una formula abbastanza unica nel panorama internazionale che ci consente di accompagnare in modo sistematico il percorso accademico degli studenti e di dialogare costantemente con i docenti, avendo anche la possibilità di uno scambio fecondo tra teologia e i diversi saperi. Anche in questo caso ci saranno interventi preordinati che affronteranno sotto diversi profili il tema: “Unità e molteplicità dei saperi: quale transdisciplinarità?”. Ampio spazio, nella seconda parte della mattinata, sarà dato al dialogo e al confronto tra i partecipanti al Seminario. Nel pomeriggio, tempo permettendo, abbiamo programmato una visita culturale, accompagnata da momenti di spiritualità e convivialità, nella città di Cremona.

Infine, l’ultima mezza giornata, nella mattinata di giovedì 11 settembre, avrà ancora un profilo pubblico, aperto a docenti, studenti e persone interessate, con una prima parte dedicata alla presentazione di alcune delle attività più significative, scaturite dal “grande cuore” dell’Ateneo dei cattolici italiani. Verranno presentati: Il Giubileo della Speranza: evento spirituale e culturale; il Piano Africa e Campus solidale; Orizzonti e progetti per l’internazionalizzazione; Dizionario di Dottrina sociale della Chiesa; Anniversari francescani tra ricerca e spiritualità.

La seconda parte della mattinata sarà invece dedicata ad un dialogo tra il Card. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, e la Prof.ssa Elena Beccalli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema “Educare con il cuore oggi tra scienza, fede e cultura” introdotto e moderato dal Prof. Ernesto Diaco, Direttore Ufficio CEI pe l’educazione cattolica, la scuola e l’università.

Il discorso di

Mons. Claudio Giuliodori

Mons. Claudio Giuliodori

Assistente ecclesiastico generale di Ateneo

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti