Sofisticati schemi di evasione, protocolli di compliance carenti e difformità giuridiche riducono ancora l'efficacia delle sanzioni dell’Unione Europea – e internazionali – comprese quelle rivolte agli “oligarchi” russi a seguito dell'invasione dell'Ucraina.
La prima ricerca sistematica su questi schemi illeciti è stata presentata giovedì 10 aprile presso la sede di Europol all'Aia (Paesi Bassi), nel corso della conferenza finale di Kleptotrace, un progetto co-finanziato dall'UE. L’iniziativa, organizzata da Transcrime – Centro di ricerca su criminalità e innovazione dell'Università Cattolica – con il supporto di Europol, ha riunito forze dell'ordine, unità di intelligence finanziaria, uffici di recupero beni e autorità antiriciclaggio e antitrust da 27 paesi europei. Si è discusso lo stato di enforcement attuale, proponendo raccomandazioni e strumenti data-driven a supporto delle indagini su casi di sanzioni evase e di corruzione “di alto livello”.
Le sanzioni costituiscono uno strumento primario della politica estera europea a tutela della democrazia e dei diritti umani, come dimostrato dal loro ampio utilizzo nei confronti dei sostenitori dell’invasione russa in Ucraina; tuttavia, i casi di evasione rimangono frequenti, nonostante la direttiva Ue che nel 2024 ha armonizzato i reati e le pene per la violazione delle misure restrittive.
Il progetto Kleptotrace ha prodotto la prima mappatura sistematica degli asset aziendali collegati agli “oligarchi” sanzionati, la prima analisi comprensiva sugli schemi ricorrenti di evasione delle sanzioni e uno studio sugli schemi di cleptocrazia transnazionale. Ne emerge la necessità di rafforzare le capacità di tracciamento dei beni e la cooperazione internazionale in fase di enforcement.
Mappatura delle aziende legate a “oligarchi” sanzionati
Kleptotrace ha svolto una mappatura approfondita delle società dell'Unione Europea che, alla data del 31 dicembre 2021 — quindi prima dell’invasione russa dell’Ucraina — risultavano collegate ai 342 soggetti successivamente inseriti nelle liste sanzionatorie (liste UE o liste statunitensi OFAC). Dall’analisi emerge che oltre 9.866 aziende in Europa presentano entità sanzionate nel ruolo di proprietari, beneficiari effettivi e direttori. I Paesi con il maggior numero di imprese sono l’Ucraina, con 1.664 società, seguita dal Regno Unito con 1.197, dalla Germania con 827 e da Cipro con 817. La loro presenza è particolarmente marcata nei settori dei servizi finanziari, del commercio all’ingrosso e del comparto immobiliare. Molte di queste società risultano controllate attraverso reti e strutture societarie complesse, che si avvalgono di giurisdizioni terze e di paesi offshore. Tra i più frequenti la Russia, che rappresenta il 54% delle connessioni, la Bosnia-Erzegovina con il 19% e Cipro con il 17%.
Tracciamento e analisi degli schemi di evasione delle sanzioni
Lo studio di Transcrime, basato su circa 100 casi di evasione delle sanzioni, che rivela l’impiego diffuso di sofisticati schemi transnazionali. In media, ogni schema elusivo coinvolge sette persone giuridiche, delle quali un terzo risultano essere società di comodo. Le istituzioni finanziarie sono spesso implicate attraverso le proprie filiali, è quindi evidente la necessità di estenderne le responsabilità oltre la sede legale.
In media, un caso coinvolge tre facilitatori o prestanome, operanti tra più Paesi per sfruttare le difformità normative. Questa tendenza è stata confermata anche dal Report SOCTA 2025 di Europol. A prevalere sono ancora i metodi tradizionali di transazioni illecite: le operazioni bancarie rappresentano il 35,1% dei casi, i bonifici il 17,5% e l’utilizzo di conti offshore il 12,4%. L’impiego delle criptovalute rimane limitato, attestandosi al 3,1%. Sono significative anche le transazioni non monetarie, come quelle relative a immobili e beni di lusso, che incidono per il 22,2% nei casi di violazione delle sanzioni rivolte a soggetti specifici. Per quanto riguarda invece le sanzioni che colpiscono interi settori industriali queste rappresentano oltre l’80% delle violazioni, in ragione della loro maggiore ampiezza. Ne consegue il frequente coinvolgimento di imprese inconsapevoli (3,5 aziende in media) a causa dell’assenza di procedure di compliance adeguate o di un’insufficiente alfabetizzazione normativa. Una situazione che evidenzia l’urgenza di fornire formazione e linee guida specifiche per i professionisti. I comparti maggiormente esposti al rischio sono quelli dell’elettronica e dei componenti hi-tech con il 27,8% delle violazioni, dei sistemi meccanici e componenti per velivoli con il 20,3%, e dei prodotti militari o ibridi che incidono per il 21,5%.
Analisi della corruzione di alto livello e degli schemi della “cleptocrazia”
Kleptotrace ha inoltre prodotto un’analisi degli schemi di corruzione di alto livello adottati dai cosiddetti "cleptocrati" per trasferire e riciclare capitali impiegati a fini corruttivi. Lo studio evidenzia un'elevata transnazionalità di questi schemi, che coinvolgono in media cinque Paesi diversi. Anche quando le operazioni corruttive si consumano al di fuori dei loro confini, gli Stati membri dell’Unione Europea risultano coinvolti nella metà dei casi: il 30% come giurisdizioni satellite e il 31% per la nazionalità o residenza degli autori. Le giurisdizioni satellite più ricorrenti nei casi analizzati sono Stati Uniti, Cipro, Isole Vergini britanniche, Svizzera e Regno Unito. La prossimità geografica e culturale costituisce un fattore determinante nella scelta di una giurisdizione satellite.
Kleptotrace - Download report
Le analisi prodotte sono confluite nello sviluppo di strumenti tecnologici data-driven per l’identificazione di entità ad alto rischio, il tracciamento e recupero di beni illeciti e le indagini sull’evasione delle sanzioni, ora a disposizione delle autorità competenti dell'UE.
«L’analisi che abbiamo prodotto in Kleptotrace su aree geografiche, attori e schemi di elusione delle sanzioni ha fornito la base per un approccio più efficiente nelle indagini su questi fenomeni transnazionali», ha dichiarato il professor Ernesto Savona, Direttore di Transcrime. «Abbiamo tradotto questi dati in indicatori di rischio misurabili e strumenti innovativi per districare queste dinamiche complesse, a vantaggio delle autorità pubbliche ma anche della due diligence nelle imprese».
Durante la conferenza, l'Università del Lussemburgo, partner di Kleptotrace, ha presentato inoltre un'analisi dei regimi sanzionatori anti-corruzione esistenti e ha fornito raccomandazioni per una possibile implementazione di un simile regime in Europa, come proposto nel 2023 dalla Commissione Europea e dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il progetto Kleptotrace, cofinanziato dalla Commissione europea (ISF-2022-TF1-AG-CORRUPT), è stato coordinato da Transcrime - Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano, e ha coinvolto 15 partner operanti in 30 Paesi europei. Ha inteso rafforzare il tracciamento e recupero dei beni legati alla corruzione "di alto livello" e alle entità sanzionate. A tal fine, ha sviluppato uno strumento data-based a supporto delle indagini, testato in scenari operativi dagli utenti finali (autorità e giornalisti investigativi). Ha inoltre formato organizzazioni pubbliche e private su tecniche investigative e di due diligence. Il tool verrà ampliato con funzioni avanzate di intelligenza artificiale nel progetto gemello Datacros III.