Un sodalizio, quello degli Scholars, che trae ispirazione dai valori fondanti dell’Ateneo. L’ha detto bene Alberto Quadrio Curzio, presidente emerito dell’Accademia dei Lincei, quando ha definito l’Associazione una “comunità accademica”, richiamando la visione dei fondatori dell’Università Cattolica, intesa, appunto «come una comunità caratterizzata da contenuti valoriali e relazionali fondamentali, quali insegnamento e presenza nel sociale e nel mondo; come una comunità di relazione fra docenti e studenti, finalizzata a formare le giovani generazioni». Ha poi arricchito il suo intervento di ricordi personali legati alla sua esperienza accademica, menzionando i suoi grandi maestri attenti alla didattica, rispettosi degli studenti e vicini agli allievi, con i quali instauravano una comunità di studio e di ricerca, condividevano studi e conoscenze non necessariamente circoscritti al proprio ambito scientifico, favorendo una complementarità dei saperi alimentata anche dal dialogo e dalla frequentazione personale.
Altri soci sono entrati nello specifico dell’attività degli Scholars. Antonio Ballarin Denti, direttore della Collana Biblioteca degli Scholars “Franco Anelli”’, ha descritto l’attività pubblicistica dell’Associazione e i relativi temi di ricerca che spaziano dallo sviluppo economico, alla salute, al sistema agroalimentare, all’importanza della cultura umanistica tra equilibri naturali del pianeta (cambiamento climatico, biodiversità, e gestione del rischio) e problemi relazionali, con un linguaggio trans-disciplinare proprio di una comunità di pensiero e di dialogo.
Sul volume appena edito della collana sulla comunicazione scientifica per i tipi di Vita e Pensiero, dal titolo “Capire e comunicare la scienza. Conoscenza e scelte condivise in una società aperta”, è intervenuto Franco Giudice, docente di Storia della scienza nella Facoltà di Lettere e filosofia e curatore del volume, che ha elogiato il linguaggio degli scritti accessibile a tutti ma non banale pur nella interdisciplinarità dei contenuti scientifici, nella consapevolezza della responsabilità etica di chi fa divulgazione che non è materia trattabile con superficialità.
Sull’attenzione e l’individuazione dei temi di ricerca legati all’Europa ha parlato Marco De Marco, evidenziando – sempre nello spirito della comunità – il legame che anche nel periodo del pensionamento permane con i colleghi delle varie università nel mondo con cui si è lavorato e che prosegue non solo nell’amicizia ma ancora nella condivisione dei risultati di ricerca.
Infine, Giuseppe Bertoni ha descritto le ragioni della cooperazione con l’Africa, alla luce della centralità che l’Ateneo sta dedicando al continente con il Piano Africa. Tale cooperazione è rivolta al mondo rurale di quei paesi africani, spesso segnati da fame, malnutrizione, scarsa istruzione e instabilità politica. Per questo, come affermava papa Francesco, diventa urgente promuovere e favorire l’istruzione per attivare processi di formazione necessari per contrastare le disuguaglianze educative.
Sono tante le idee, le proposte, le attività degli “operosi” Scholars. Magari si può essere superati nella conoscenza della propria materia da parte dei colleghi più giovani, come ha affermato il professor Quadrio Curzio, ma è sempre possibile comunicare esperienza grazie a periodiche discussioni di confronto, alla valorizzazione di laureati e allievi, in linea con gli ideali di chi ha fondato l’Università Cattolica per costruire relazioni feconde e avviare percorsi di crescita.