La prima sessione, moderata da Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, ha avuto inizio con la presentazione della ricerca “Artificial Intelligence and Care of Our Common Home” da parte di Anna Maria Tarantola che ha poi dialogato con i co-autori Joseph Bonnici, Andrea Cosentini, Clarisse De Souza, Xavier Ferràs Hernàndez, Andrea Gaggioli, Elisabet Golobardes Ribé, William Hasselberger, Edgar Lyra, Mario A. Maggioni, Alejandra Marinovic, Mirella Mastretti, Giacomo Mazzone, Danielle Morin, Tetsuo Morishita e Giulia Schneider.
«La raccolta dei contributi pubblicati nasce da una domanda fondamentale per comprendere e governare i potenziali rischi dell’Intelligenza Artificiale: «A cosa serve l’Intelligenza Artificiale?» - ha esordito Anna Maria Tarantola -. L’Intelligenza Artificiale è al servizio dell’umanità, migliora il benessere e sostiene lo sviluppo integrale della persona, oppure serve principalmente ad arricchire e consolidare il potere di pochi giganti tecnologici, pur correndo il rischio di minare l’umanità stessa? Questa ricerca affronta la domanda con un approccio interdisciplinare e antropocentrico, offrendo un’analisi approfondita di come l’Intelligenza Artificiale venga concepita, sviluppata e utilizzata. Un’analisi multidisciplinare è cruciale, poiché l’evoluzione tecnologica sta modificando in modo radicale il modo in cui percepiamo esperienze come la procreazione, la nascita e la morte (come sottolineato da Papa Francesco al XVII Simposio Intercristiano, 28 agosto 2024)».
«Tutti i contributi presenti nel volume – ha continuato - sono guidati da una valutazione etica e ispirati alla Dottrina Sociale della Chiesa, con l’obiettivo di individuare i percorsi più appropriati da seguire, anche qualora ciò comporti la necessità di porre limiti all’innovazione quando questa danneggia l’umanità. La scienza non è neutrale, e nemmeno l’Intelligenza Artificiale lo è».
«Il nostro lavoro per un'Intelligenza Artificiale al servizio dell'umanità e della nostra casa comune non finisce qui – ha concluso Anna Maria Tarantola -. La complessità del rapporto tra innovazione tecnologica e umanità rende necessarie ulteriori linee di ricerca future , ne ricordo alcune: lo studio degli effetti psicologici e identitari delle interazioni con sistemi generativi e ambienti immersivi (ad esempio il metaverso); l’analisi dell'impatto delle politiche normative (EU AI Act, linee guida delle Nazioni Unite) sulla protezione efficace delle persone, in particolare dei diritti dei bambini, e sull'eventuale necessità di una nuova regolamentazione; l’approfondimento dell'argomento “alfabetizzazione all'Intelligenza Artificiale” come competenza chiave per la cittadinanza digitale, con particolare attenzione ai minori e ai gruppi più vulnerabili; indagini comparative per comprendere come la dignità si esprima in contesti culturali ed educativi diversi; identificare se e a che punto fermarsi nel processo di innovazione, valutando l'impatto sull'esistenza stessa degli esseri umani; come integrare la tecnologia e le scienze umane, recuperando la dimensione umanistica della cultura in un mondo sempre più caratterizzato da una cultura post-umana in cui le persone rischiano di diventare obsolete; avviare un ampio movimento filosofico per comprendere l'influenza dello sviluppo rapido e pervasivo dell'Intelligenza Artificiale, in particolare dell'Intelligenza Artificiale generativa, sulle strutture più profonde della realtà, sulle questioni fondamentali dell'essenza stessa degli esseri umani a partire dalla prima infanzia».
Nella seconda sessione dal titolo “The AI in Industries, Finance, Education and Communication”, moderata da Pier Sandro Cocconcelli, Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Segretario Generale di SACRU, gli interventi di Laura Bononcini, Public Policy Director Southern Europe & Israel, Meta; Bruno Patino, Vice President ARTE GEIE and President ARTE France, e Florian Jug, Senior Group Leader and Head of Image Analysis Facility, Human Technopole.
«I temi affrontati rappresentano un commento e una risposta ad alcune delle questioni che il Santo Padre ha sollevato nel suo Indirizzo di saluto ai partecipanti di questo convegno – ha detto Pier Sandro Cocconcelli, aprendo il confronto -. In particolare, egli ha osservato che «la capacità di accedere a enormi quantità di dati e informazioni non deve essere confusa con la capacità di ricavarne significato e valore. Da qui nasce la domanda centrale: come l’Intelligenza Artificiale possa essere utilizzata come strumento per promuovere la capacità di ricavare significato e valori nei rispettivi ambiti, nelle imprese, nei media e nella ricerca scientifica?».
«Un secondo tema fondamentale, posto dal Santo Padre, riguarda la responsabilità collettiva: «Come possiamo garantire che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale serva davvero il bene comune, e non venga utilizzata soltanto per accumulare ricchezza e potere nelle mani di pochi?». La questione tocca il rischio di una concentrazione di potere economico e informativo e invita a riflettere su modelli di governance, regolazione e uso etico dell’Intelligenza Artificiale orientati al bene comune».