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Trent’anni di Transcrime tra accademia e innovazione

05 novembre 2024

Trent’anni di Transcrime tra accademia e innovazione

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Tre decenni di studi e ricerche ma anche e soprattutto di formazione sono i fiori all’occhiello di Transcrime, il centro di ricerca internazionale su criminalità e innovazione dell’Università Cattolica che quest’anno compie trent’anni di vita e di successi e si appresta a viverne altrettanti. 

«Oggi il Centro si muove su due binari: da un lato l’innovazione nelle politiche europee contro l'attività organizzata e il riciclaggio e dall’altro l’innovazione nei metodi di analisi dei problemi della sicurezza e della criminalità in Italia – ha dichiarato il suo fondatore e attuale direttore Ernesto Savona –. Abbiamo percorso diversi sentieri innovativi con l'attenzione alla qualità della ricerca ma anche alle sue applicazioni alle politiche e Transcrime si è a poco a poco definito come un ibrido nella doppia composizione tra accademico e policy relevant». 

Celebrativo e al tempo stesso aperto al futuro, il discorso del professore che ha voluto richiamare intorno a un aperitivo conviviale tutti i ricercatori oggi coinvolti insieme a quelli che hanno partecipato alle attività del Centro fin dalla sua nascita a Trento. «Abbiamo scelto di investire sui giovani e così sono cresciute generazioni di ricercatori e di professionisti. Molti di loro hanno imparato a preparare i progetti europei i cui temi hanno alimentato libri, articoli e altre applicazioni pratiche. «A Milano, poi, nel 2015 è nato lo spin off Crime&tech, la costola applicativa di Transcrime che ha tradotto in consulenza quanto si promuove attraverso i progetti europei» – ha aggiunto Savona. 

Grazie a un impegno intenso e perseverante, al lavoro di squadra, a una solida formazione dei ricercatori (che oggi possono contare anche sul percorso di laurea magistrale in Politiche pubbliche e un dottorato in Università Cattolica) e al clima gioviale – propizio per affrontare la cospicua quantità di lavoro – «oggi il Centro ha una posizione quasi unica in Europa in termini di qualità accademica e applicativa – ha continuato Savona –.  Tra i pochissimi Centri del settore in Europa, è l'unico che si alimenta con finanziamenti diretti sui programmi di ricerca senza finanziamenti stabili».  
 

 

La dimensione ibrida tra ricerca e innovazione e la scelta vincente di investire sui giovani hanno portato grande beneficio all’Università Cattolica e promettono un futuro altrettanto fiorente. Questa linea strategica di investimento anche nella partecipazione a progetti internazionali lascia ben sperare nello sviluppo di nuove carriere accademiche all’interno dello stesso Ateneo per coloro che si distingueranno sia nella progettazione sia nella ricerca accademica. 

A rappresentare dal vivo la storia di Transcrime mercoledì 30 ottobre hanno partecipato in presenza quasi tutti i ricercatori che hanno portato un contributo fin dalla nascita del Centro nel 1994. Una data emblematica perchè proprio nel 1994 nacque in Europa una task force che si occupava di criminalità e affari interni con pochissime decine di esperti che oggi sono diverse centinaia, e un piccolo portafoglio di finanziamenti ai quali Transcrime ha avuto immediatamente accesso. 

Dalle origini all’interno del dipartimento di Scienze giuridiche a Trento, all’evoluzione nel centro interdipartimentale (Sociologia, Informatica e Giurisprudenza) nel 2000, nel 2003 Transcrime diventa centro interuniversitario con sede amministrativa a Trento e sede corrispondente all’Università Cattolica a Milano. Infine, nel 2010 il Centro interuniversitario apre all'università di Perugia e di Bologna dopo che Trento ha lasciato la sede amministrativa. 

Oltre al direttore e al vicedirettore Michele Riccardi, oggi si contano trenta ricercatori che, al passo con le trasformazioni geopolitiche e gli sviluppi tecnologici, studiano l’evoluzione del modus operandi dei criminali. In particolare, negli ultimi quattro anni ricerche significative sono state condotte a partire dai contesti socio-politici ed economici derivanti dalla pandemia, dal conflitto in Ucraina, dall’aumento vertiginoso delle sanzioni internazionali, dai nuovi strumenti di intelligenza artificiale. 
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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