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Milano Cortina 2026, palestra di progettazione culturale

19 giugno 2025

Milano Cortina 2026, palestra di progettazione culturale

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I master, si sa, sono palestre dove allenarsi per entrare nel mondo del lavoro, uno spazio ideale dove la teoria diventa pratica, lo studio incontra la realtà. Così è stato per le studentesse del Master Progettare Cultura, frutto della collaborazione tra Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo POLI.design, 18 anni compiuti quest’anno, che nel project work finale del loro percorso è stato chiesto loro di pensare a progetti da inserire idealmente nel palinsesto delle Olimpiadi Culturali di Milano Cortina 2026.

La presentazione degli elaborati si è svolta il 17 giugno a Milano nella sede di via Carducci, alla presenza di una commissione composta da Federica Olivares (Condirettore del Master Progettare Cultura e Director International Program in Public and Cultural Diplomacy), Luisa Collina (Professoressa Ordinaria di Design, Politecnico di Milano), Elena Di Raddo (Professoressa ordinaria di Storia dell'Arte Contemporanea, Università Cattolica del Sacro Cuore - Condirettore del Master Progettare Cultura), Marina Parente (Professoressa Associata di design, Politecnico di Milano - Condirettore del Master Progettare Cultura), e un’ospite d’eccezione: la Presidente del Consiglio Comunale di Milano Elena Buscemi.

Perché, come ha ricordato Federica Olivares, «per i nostri ragazzi è sempre la prova del nove poter presentare, dialogare, raccontare quello che hanno compreso ed elaborato a un policy maker. È la loro più grande ambizione».
«Per noi è vitale – ha confermato Elena Buscemi – ascoltare le proposte che arrivano da chi ha le competenze, sta all’interno dell’università che nella nostra città è davvero un fiore all’occhiello per tutto il sapere che esprime. E voi che presentate oggi i vostri progetti rappresentate una relazione fortissima fra le università di Milano e l’amministrazione, fra le università e i tanti attori, i tanti stakeholder che popolano la nostra città e che costituiscono il tessuto sociale ed economico del nostro territorio».

«Le Olimpiadi – ha poi detto – non devono arrivare come un meteorite sui territori ma devono relazionarsi in maniera profonda con i territori stessi, devono arrivare nelle vite dei singoli e possono davvero cambiare, trasformare il nostro territorio, le nostre comunità in maniera positiva».

Divise in gruppi, le studentesse – come ha introdotto la coordinatrice del master Ivana Vilardi – si sono confrontate con «un evento dedicato alla cultura vera, non semplice intrattenimento», presentando quattro progetti «coerenti con i valori e le linee di indirizzo delle Olimpiadi, capaci di creare valore duraturo e reti permanenti nei territori coinvolti, anche oltre la fine dei Giochi, che riuscissero a stimolare dei ragionamenti innovativi», ha sottolineato Emilio Lonardo, docente Politecnico di Milano e Designer.

Dalla sorellanza simbolica tra montagne alle passeggiate corali, o creazione di archivi sonori, passando per performance e residenze artistiche, ma anche cammini culturali alla scoperta di punti di bellezza marginali, percorsi sulle vie dei fiumi per recuperare attraverso il medium fotografico il rapporto tra territori e persone. E tanto altro, uscendo dalla traiettoria Milano Cortina per espandere le azioni anche in altri territori. Al centro delle proposte fatte dalle studentesse il bianco che svanisce dalle cime, l’acqua, il respiro e il passo, metafore robuste scelte per tradurre in chiave poetica temi urgenti come la pace, il cambiamento climatico, la memoria dei luoghi, la connessione tra territori e il valore della meta comune.

Un articolo di

Valentina Stefani

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Dal confronto con la commissione sono emersi riscontri positivi e indicazioni preziose. «Brave, avete trovato dei concetti forti» ha detto Marina Parente alle studentesse, «si vede che avete lavorato tantissimo», con il suggerimento di valorizzare maggiormente i contenuti nelle varie presentazioni: «è difficile raccontare tutto, allenatevi a capire quali sono i concetti che restano in chi ascolta, ciò che colpisce davvero, anche emotivamente».

«Molto chiara, molto forte, molto efficace, quasi da rafforzare in tutti gli elementi – ha detto Luisa Collina – l’idea di espandersi anche in territori che non sono direttamente impattati dalle Olimpiadi».

E poi l’invito a coinvolgere gli artisti fin da subito, nella fase ideativa, «perché – ha spiegato Elena Di Raddo – solitamente gli artisti hanno già una loro visione, un loro modo di intendere la loro azione in un territorio oppure un tema». Ma soprattutto l’unità narrativa: «se la narrazione è forte, vi verrà in mente subito un titolo – ha detto Federica Olivares – attaccatevi a quella stella per declinare in modo ossessivo tutto il resto perché altrimenti – ha concluso – perderete la forza della vostra intuizione».

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