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Lo studio del Diritto tra teoria e pratica

04 giugno 2025

Lo studio del Diritto tra teoria e pratica

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Per le studentesse e gli studenti dell’Esperienza pratica legale (legal clinic) in Diritto internazionale, il corso si è concluso quest’anno con un viaggio a Roma per assistere a un’udienza della Corte costituzionale.

Accompagnati dalla docente Francesca De Vittor, il 21 maggio le studentesse e gli studenti hanno assistito alla discussione sulla questione di legittimità costituzionale del c.d. “Decreto Piantedosi” (ovvero dell’art. 1, comma 2 sexies, D.L. 21 ottobre 2020, n. 130, convertito in legge 18 dicembre 2020, n. 173, come introdotto dal D.L. 2 gennaio 2023, n. 1, convertito con modificazioni dalla l. 24 febbraio 2023, n. 15) nella parte in cui prevede la sanzione accessoria del fermo da 10 a 20 giorni per le navi di Ong che abbiano svolto operazioni di soccorso in acque internazionali senza attenersi alle indicazioni fornite da autorità anche straniere competenti (nei fatti, il riferimento è alle indicazioni della c.d. Guardia Costiera Libica).

L’udienza alla Corte corona il lavoro svolto dagli studenti durante tutto il corso. Grazie alla collaborazione con gli avvocati Dario Belluccio e Francesca Cancellaro, difensori di Sos Méditerranée, la cui nave Ocean Viking è oggetto del fermo contestato davanti al Tribunale di Brindisi, giudice del rinvio, gli studenti hanno approfondito lo studio e contribuito alla scrittura della memoria nella parte in cui si argomentava l’incompatibilità della legge con gli obblighi derivanti per il nostro Paese dal diritto internazionale e pattizio in materia di libertà della navigazione e obblighi di soccorso in mare, e la conseguente illegittimità per violazione degli articoli 10 e 117 della Costituzione. «Si tratta di un caso ideale per l’insegnamento clinico del Diritto internazionale – spiega Francesca De Vittor – perché le studentesse e gli studenti hanno potuto utilizzare per la soluzione di un caso concreto norme del diritto internazionale apparentemente astratte o lontane dal loro quotidiano, come quelle sulla libertà di navigazione o il principio della giurisdizione esclusiva dello Stato di bandiera sulle proprie navi. In questo caso, trattandosi della nave di una Ong che ha soccorso centinaia di migranti dalla morte in mare e dal rischio di essere ricondotti in Libia dove subiscono violazioni gravissime dei diritti umani, per i ragazzi c’è stato anche l’impatto emozionale del fare qualcosa che per loro aveva un forte valore morale».

È proprio per il valore che l’apprendimento esperienziale aggiunge all’insegnamento tradizionale del diritto che le cliniche legali e le loro attività rientrano tra le unità di ricerca del Progetto D.3.2. “Paradigmi culturali, innovazione e dinamiche cognitivo-formative in società complesse e tecnologicamente avanzate”, che promuove la mappatura e l’analisi di modalità pedagogiche innovative come questa al fine di promuovere una didattica volta a favorire lo sviluppo di conoscenza critica e valori nello studente, tendendo altresì a promuovere quegli obiettivi di giustizia sociale nei quali l’intero Ateneo si riconosce. Un risultato che in questa occasione si manifesta nelle parole di Sofia: “È stato emozionante ed a tratti molto commovente non solo varcare la soglia di una Corte così importante ma soprattutto fare esperienza in prima persona di quanto ciò che si apprende abbia un riscontro pratico ed impattante sulle vite di chi è coinvolto, fare esperienza quindi di un diritto estremamente reale e non puramente teorico (a cui noi studenti siamo abituati). Per quanto scontato ciò possa sembrare, constatarlo con i miei occhi ha alimentato quella passione che guida questo duro e bellissimo percorso. Sono infinitamente grata per questa opportunità offertami", e in quelle di Jasmine, alla quale questa esperienza “ha permesso di cogliere, con occhi nuovi, la forza del diritto quando si traduce in decisione e giustizia”.

Alla fine dell’udienza le studentesse e gli studenti hanno avuto un tempo di confronto con l’avvocato Belluccio, che con grande disponibilità ha risposto alle loro domande e spiegato alcuni aspetti particolari della procedura davanti alla Corte costituzionale sottolineando l’interesse delle domande poste dai giudici anche per capirne l’orientamento. «È stato un ottimo modo per comprendere da vicino il funzionamento della Corte», spiega Alessandro.

Si è trattato di una modalità di apprendimento che ha lasciato il segno per molti di loro. Elena sintetizza così un pensiero condiviso anche da altre studentesse: «Assistere alla discussione del caso Ocean Viking davanti alla Corte costituzionale, dopo averlo studiato a fondo durante il corso, è stata un’occasione preziosa per vedere come il diritto, da materia teorica, si traduce concretamente nella realtà. Il percorso fatto con la professoressa è stato davvero stimolante: ci ha guidati con competenza e passione, rendendo comprensibili anche i passaggi più difficili. Poter assistere all’udienza proprio a Roma, cuore delle istituzioni, ha dato ulteriore valore a tutto ciò che abbiamo imparato».

La Clinica legale in Diritto internazionale è uno dei corsi in inglese offerti dalla Facoltà di Giurisprudenza, al quale partecipano anche molti studenti stranieri. La professoressa De Vittor ne illustra le difficoltà ma anche il grande apporto formativo: «Lavorare in inglese su documenti il cui originale è in italiano non è stato facile, ed è stato necessario ogni volta tradurli per gli studenti stranieri. Al tempo stesso, tutte le fonti e la giurisprudenza internazionale utilizzata hanno il loro originale in inglese, è stato quindi molto naturale lavorare in quella lingua fino all’ultimissima fase». Questo modo di lavorare è stato apprezzato dalle studentesse straniere che hanno partecipato all’udienza, e che - conoscendo bene il caso - hanno potuto «seguire l’udienza nonostante la barriera linguistica e trarne molti spunti importanti», dice Sophie.

Ogni anno la clinica legale in diritto internazionale affronta un solo caso, scelto sempre tra procedure effettivamente in corso, analizzandolo in tutti i suoi aspetti e cooperando con gli avvocati alla redazione degli atti. «Lo scorso anno si è trattato di tutelare il diritto all’istruzione di minori stranieri non accompagnati, quest’anno di affermare la prevalenza degli obblighi di soccorso in mare sulle politiche migratorie. Difficile sapere su cosa lavoreremo il prossimo anno, ma sono sicura che sarà un’altra vicenda altrettanto interessante ed emozionante per le studentesse e gli studenti», auspica la professoressa De Vittor.

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Redazione

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