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Litigar danzando per imparare a comprendersi

16 giugno 2025

Litigar danzando per imparare a comprendersi

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“Perché hai messo il sale nella pasta? L’avevo già salata io!”. “Volevo solo dare una mano”. “Non fai mai niente e adesso passi a mettere il sale!”… “C’è traffico qui, gira a destra”. “Seguo il navigatore, saprà dove è meglio andare”. “A quale sport iscriviamo nostro figlio?”. “Calcio”. “No, meglio ginnastica ritmica”. “Allora piuttosto un gioco di squadra così socializza…”. “Iscriviamolo a danza…”. “No, la danza assolutamente no!”. 

E via così, una discussione dopo l’altra, le divergenze della coppia diventano conflitti, a volte insanabili. Con un’ironica e brillante interpretazione Giacomo Poretti e Daniela Cristofori hanno simulato un litigio tratto dal loro spettacolo “Litigar danzando” che ha prestato il titolo all’Aperitivo di ASAG – Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli lo scorso giovedì 12 giugno nel campus di Milano. L’incontro, in un’atmosfera formale e informale al tempo stesso, è una delle occasioni che ASAG propone «in un’ottica di pubblic engagement con l’intento di legare l’expertise al territorio – ha dichiarato Emanuela Confalonieri, direttrice dell’Alta Scuola, introducendo la serata –. Stasera vogliamo mettere in dialogo due anime: la psicologia, volta a promuovere il benessere in molti contesti e per tutte le età, e il teatro». 

L’arte, infatti, trova espressione in ASAG attraverso il corso di Giacomo Poretti e Daniela Cristofori “Competenze relazionali per le professioni d’aiuto: gli strumenti del teatro”, la cui prima edizione dello scorso anno ha avuto tanto successo da far decidere di avviare la seconda, e il master “Artiterapie e terapie espressive”. 

«I linguaggi di tipo artistico possono intrecciarsi con le diverse dimensioni della psicologia e trarre reciprocamente un beneficio» – ha concluso la psicologa che ha anche sottolineato quanto tradizionalmente all’Università Cattolica stia a cuore il tema della coppia nella sua estensione alla genitorialità e alla famiglia, anche in onore del fondatore di ASAG, Vittorio Cigoli. Considerazioni condivise dal preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti che ha ribadito il ruolo di «teatro e arte terapia quali strumenti per svolgere il lavoro psicologico che si aggiungono al versante educativo su cui l’Ateneo si impegna attraverso i laboratori nelle scuole, dove il teatro è di supporto ai processi di crescita».

 

L’attore e scrittore e la psicoterapeuta e artista hanno intrattenuto la folta platea toccando i punti salienti della conflittualità nelle dinamiche di coppia. Di solito si imputa la responsabilità agli altri che ci fanno litigare con le loro malsane abitudini e i loro difetti, ma anche i luoghi ci fanno litigare. E poi la percentuale dei litigi aumenta nei pressi della cucina, in salotto o in auto. «Le risse più memorabili si scatenano nelle automobili dove si rischia la stabilità e l’incolumità: i viaggi andrebbero affrontati con l’avvocato e lo psicologo seduti dietro» – hanno recitato i due artisti suscitando l’ilarità del pubblico. Ma si sa, l’ironia maschera sempre la verità. Perché capirsi è difficile. Lo diceva anche Dostoevskij: “Appena un altro mi sta vicino ecco che subito la sua personalità esercita un’oppressione sul mio amor proprio e soffoca la mia libertà… Io divento un odiatore appena gli altri vengono a contatto con me”. 

I primi mesi di una coppia sono come un veliero che viaggia a gonfie vele, sempre con il vento in poppa, ha raccontato la coppia di attori, poi inevitabilmente il vento cala e le vele si afflosciano, emergono sintomi psicosomatici come il reflusso, le intolleranze alimentari, l’insonnia ecc., e così ci si chiede come «la tua libertà possa essere sacrificata per uno che passa il tempo a guardare il pallone anziché andare in montagna a ciaspolare, e a desiderare che i due soggetti, paragonati a due molecole di idrogeno e ossigeno, vivano liberi separatamente».

La psicologia aiuta a identificare e circoscrivere queste fasi. Laura Fino, psicologa psicoterapeuta familiare e di coppia e direttrice didattica della scuola Mara Selvini che collabora con l’Ateneo, intervenendo all’incontro, ha distinto le tre fasi che caratterizzano le dinamiche della vita di coppia, a partire dall’innamoramento dove le differenze sembrano non essere un problema, anzi un completamento l’uno dell’altro. La seconda, in cui emergono le fatiche del quotidiano e inizia il bagno di realtà. «Il conflitto in sé non è negativo, lo è quando diventa distruttivo» – ha detto la psicologa –. È importante intervenire prima di una crisi che vede lo psicologo come ultima spiaggia». La terza fase, del disincanto e della disillusione, dovrebbe condurre ad accogliere l’altro per quello che è. In terapia ci sono tre fili rossi da tenere sempre presenti, secondo Fino. «Il primo è l’assunzione di responsabilità rispetto al proprio contributo al malessere dell’altro. Il secondo è l’empatia, ovvero la capacità di immaginare quale sia il punto di sofferenza dell’altro, perché se lo vediamo solo come il nostro nemico non riusciamo a intercettare il suo disagio che magari ha origini più profonde. Infine, c’è il riconoscimento, il momento in cui sentiamo che il nostro impegno è riconosciuto e che va bene come siamo anche con i nostri limiti».

Allora proviamo a pensare per cosa possiamo sinceramente ringraziare l’altro e per cosa vorremmo chiedere scusa, in entrambi i momenti ascoltando come ci sentiamo. Forse così, assumendoci la responsabilità personale, scopriremo che idrogeno e ossigeno possono ancora stare insieme.
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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