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L’Assemblea Sinodale vista dai delegati dell’Università Cattolica

14 aprile 2025

L’Assemblea Sinodale vista dai delegati dell’Università Cattolica

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Sono trascorsi pochi giorni dalla chiusura dei lavori della Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, ai quali l’Università Cattolica ha partecipato con diversi delegati, laici e presbiteri: della Presidenza fanno infatti parte monsignor Claudio Giuliodori, Nando Pagnoncelli e Pierpaolo Triani; del Comitato nazionale don Antonio Bomenuto, padre Enzo Viscardi, Simona Beretta, Livia Cadei, Giovanni Marseguerra, Ivana Pais e Alessandro Zaccuri. Com’è noto, le cinquanta Proposizioni finali non sono state ritenute rappresentative dei quattro anni di cammino. Accogliendo le numerose osservazioni critiche emerse nel corso del dibattito e vista la ricchezza del confronto sviluppato nei gruppi, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha quindi rinviato al prossimo 25 ottobre la votazione sul documento, che nel frattempo sarà ampiamente rielaborato dal Comitato Nazionale del Cammino Sinodale integrato con i 28 moderatori dei gruppi di lavoro.

Mons. Giuliodori, membro della presidenza del Cammino Sinodale, ha evidenziato come il processo sinodale «se da una parte sembra aver avuto una battuta d’arresto imprevista, dall’altra ha evidenziato la ricchezza dei contributi, la partecipazione appassionata e responsabile dei delegati, il desiderio di dare maggiore compiutezza al cammino fatto assieme. Così i partecipanti si sono fatti interpreti di quell’azione dello Spirito che sa fare nuove tutte le cose e i Pastori, attenti e disponibili, hanno accolto le indicazioni emerse dando la possibilità di un tempo più lungo e di una formulazione più ampia e puntuale delle proposizioni che saranno votate ad ottobre. Un segno di attenzione e disponibilità che ha portato anche a posticipare l’assemblea della CEI da maggio a novembre. Un evento complesso ma certamente positivo, ben al di là di alcune narrazioni volte a fomentare contrapposizioni inesistenti e palesemente false nell’attribuire responsabilità all’uno o all’altro».

Alcuni dei delegati dell’Università Cattolica al Sinodo hanno offerto a Cattolicanews un contributo sui lavori dell’Assemblea. Livia Cadei, docente di Pedagogia dei processi culturali dell’Ateneo, ha dichiarato: «L’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia è stata una sorpresa continua, un cammino che ha rivelato la bellezza ed anche la delicatezza della sinodalità in azione. L’attenzione posta al processo ha offerto il frutto di una modalità di consultazione, di ascolto e di partecipazione comune. Certo alcuni temi quali il ruolo delle donne, l’accompagnamento delle persone “in situazione affettiva particolare”, l’obbligatorietà dei consigli pastorali, i percorsi di iniziazione cristiana, hanno destato maggiore attenzione, ma la vera scommessa sinodale sembra proprio essere la capacità di cambiare e adattare il passo, di prendere il tempo senza la fretta che spinge ad occupare spazio. Non un rinvio quindi, ma abbiamo sperimentato il tempo che fa maturare qualcosa di più profondo, condiviso e inclusivo».

Un parere condiviso dal professor Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia generale e responsabile del processo metodologico che ha scandito il Cammino Sinodale. Secondo Triani, «la seconda Assemblea sinodale è stata certamente una forte e significativa esperienza di ascolto, confronto, discernimento. Ha permesso di toccare con mano quanto stia a cuore delle Chiese in Italia lo stile sinodale». A proposito del tempo necessario a una rielaborazione che possa esprimere tutte le sensibilità, Triani ha specificato che «nel confronto in Assemblea e nei lavori di gruppo, molto ricchi di proposte, è emersa la richiesta di darsi un tempo più lungo per poter portare a frutto il Cammino di questi anni e questa richiesta è stata accolta con un consenso amplissimo. Credo che le persone che hanno vissuto questa seconda Assemblea abbiano sperimentato la bellezza, la complessità, la generatività del cercare di camminare insieme, uniti dallo stesso desiderio di annunciare il Vangelo e di rinnovare la vitalità delle nostre comunità».

Il progredire insieme, dunque, è la dimensione comunitaria che caratterizza la Chiesa. Come ha sottolineato don Antonio Bomenuto, assistente pastorale e docente di Teologia presso il campus di Roma dell’Ateneo, «l’esperienza del Cammino sinodale è stata una esperienza reale di Chiesa. Ho sperimentato come lo Spirito guida la comunità cristiana attraverso il contributo di ciascuno e la singolarità del proprio compito all’interno di essa. La seconda Assemblea delle chiese in Italia ha messo ben in evidenza che non c’erano documenti preparati e tenuti da parte, ma che tutti dovevamo dare il nostro contributo affinché si giungesse a quelle decisioni, coraggiose e per alcuni versi inedite, che permettono al Signore di guidare la nostra storia. Papa Francesco ha più volte ripetuto che il Sinodo non è un parlamento, ma l’esperienza di una comunità, quella ecclesiale, che apre mente e cuore ai desiderata dello Spirito per realizzare sempre più non la propria idea di Chiesa ma la Chiesa di Gesù Cristo».

Che cosa ci si può aspettare, dunque, da questo rinvio colmo del desiderio di aiutare la Chiesa a rappresentare sempre meglio le persone che la animano? La professoressa Ivana Pais, docente di Sociologia economica, ha definito il Cammino Sinodale come «un processo trasformativo e, come tale, ha attivato cambiamenti a breve termine che puntano a costruire futuri desiderabili nel lungo periodo. Il disegno di processi trasformativi richiede un intervento su più livelli: le persone e le comunità, le organizzazioni e le istituzioni, i contesti territoriali». E ha specificato che «l’Assemblea non è solo un momento di condivisione di quanto è stato attivato ai diversi piani, ma rappresenta anche lo spazio in cui si elaborano i passaggi tra un livello e l’altro, per attraversarli senza tradirli. I processi di trasformazione non prevedono un punto di arrivo definito, per questo sfuggono ai cronoprogrammi e alla logica delle tappe e delle scadenze, di cui pure c’è bisogno per organizzare le attività. Il 25 ottobre sarà una giornata importante per il Cammino sinodale ma va intesa come un momento di sosta, non necessariamente come un punto di svolta».

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Redazione

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