«Nel mio primo giorno da dottoranda alla London School of Economics, quando ho detto dove mi ero laureata, il commento dei colleghi è stato: l’Università di Pasinetti». È iniziato dal racconto di un aneddoto personale l’intervento del rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli, che ha aperto il seminario “Le pagine aperte della teoria economica. Le carte scientifiche di Luigi Pasinetti”, ospitato mercoledì 11 febbraio nella Sala Negri da Oleggio e moderato dal professor Enrico Bellino, uno degli allievi dell’economista scomparso nel 2023. Un incontro dal taglio «originale» poiché si è sviluppato ripercorrendo le tappe salienti della concezione economica del docente a partire proprio da alcuni scritti raccolti in quell’Archivio personale costituitosi negli anni nel suo studio di via Necchi e recentemente ricevuto in donazione dalla Biblioteca di Ateneo della sede di Milano.
Nato nel 1930 a Zanica, in provincia di Bergamo, e laureato in Economia nel 1956 all’Università Cattolica, è certamente tra i maggiori economisti italiani del Novecento, considerato l’ultimo erede della Scuola di Cambridge, fondata negli anni Trenta da John Maynard Keynes. Infatti, la sua ricca e dettagliata documentazione archivistica, comprensiva di appunti, bozze, testi delle sue ricerche e faldoni contenenti la corrispondenza (risalente alla seconda metà del secolo scorso) con insigni personaggi del mondo economico internazionale (per un totale di circa 25 metri lineari), è stata donata dalla famiglia alla Biblioteca dell’Università Cattolica, secondo la volontà dell’economista con l’intento di renderla subito disponibile agli studiosi e alle nuove generazioni. Un Archivio preciso e chiaro, quello che hanno trovato i suoi curatori, tra cui, Nadia Garbellini, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Ariel Wirkierman, dell’Università di Macerata, e lo stesso professor Bellino. E che altro non è se non una conferma di quel rigore scientifico che ha sempre contraddistinto l’economista.
«L’occasione di oggi ci consentirà di entrare nel vivo del suo programma di ricerca, vale a dire il tentativo di costruire un nuovo approccio alla teoria e alla politica economica, fondato sulla sintesi tra economia classica ed economia keynesiana, in alternativa al marginalismo e all’individualismo metodologico tuttora dominanti», ha proseguito il rettore Beccalli. Ne sono una testimonianza i fondamenti del suo pensiero economico, come la centralità della persona, la giustizia sociale, finalizzata a ridurre le disuguaglianze economiche, e quella economica, sostenendo la priorità del lavoro sul capitale. Tutti aspetti che riflettono le concezioni economiche del suo maestro, l’economista e rettore dell’Università Cattolica Francesco Vito, noto per aver teorizzato un’economia a servizio dell’uomo orientata a un modello economico che serve il benessere umano piuttosto che il mero profitto. Una figura, la sua, capace di una ricerca autentica e umile della verità. Per questo, «conservare e tramandare le sue carte, già da lui organizzate con puntualità, completezza e chiarezza, esprime il senso ultimo del nostro lavoro che consiste nella trasmissione del sapere», ha aggiunto il rettore.
È stata, invece, la preside della Facoltà di Economia Antonella Occhino a ripercorrere gli anni della presidenza del professor Pasinetti dal 1980 al 1983, avvalendosi della lettura di alcuni stralci dei verbali dei consigli di Facoltà. Documenti preziosi e fondamentali per conoscere a fondo la storia della Facoltà, la stima scientifica dei colleghi che lo avevano eletto, gli obiettivi che si era posto. Per esempio, solo per citarne alcuni, l’ampliamento degli studi e del corpo docente, il decentramento dei compiti istruttori tramite commissioni di lavoro, il valore del dialogo all’interno del corpo accademico.