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Violenza di genere, un “affare” pubblico

15 aprile 2025

Violenza di genere, un “affare” pubblico

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«I recenti fatti di cronaca e la sollecitazione del mondo studentesco ci hanno spinto a usare questo momento per accendere un faro sulla violenza di genere che sempre più colpisce le generazioni giovani, come negli ultimi casi di studentesse universitarie».

Raffaella Iafrate, delegata del Rettore dell’Università Cattolica alle Pari opportunità, è intervenuta all’evento “Tesi di laurea sulla violenza di genere” durante il quale lunedì 14 aprile sono state premiate le tesi magistrali di tre alumnae. Alla presenza de, preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti, e in collegamento da Roma di Stefania Boccia, membro docente del Gender Equality Plan dell’Ateneo, e del direttore della sede romana Lorenzo Cecchi, l’incontro, nel campus milanese di largo Gemelli, è stato l’occasione per coinvolgere tutte le sedi dell’Ateneo che erano in collegamento. 

«Vogliamo affrontare il tema con strumenti propri dell’università, ovvero di tipo culturale e scientifico – ha continuato Iafrate –. La violenza di genere va compresa, osservata nel dettaglio e prevenuta attraverso forme di intervento che sono evidenziate nelle tesi premiate. Non ci limitiamo a fare una giusta denuncia, ma cerchiamo di verificare aspetti di risorsa e resilienza che possano infondere una speranza anche nelle nuove generazioni perchè non si sentano sopraffatte da un ineluttabile destino». 

L’evento si è svolto, come ha ricordato Luca Milani, professore di Psicologia dello sviluppo e titolare del corso “Psicologia della violenza di genere” dell’Ateneo, nell’ambito del progetto “Psicologia della violenza di genere”, realizzato grazie al bando “Promozione di progetti e/o percorsi formativi nel sistema universitario lombardo sulle tematiche di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, promosso e finanziato da Regione Lombardia. A questo proposito è intervenuta con un video messaggio Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità: «Per Regione Lombardia la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne è una priorità di mandato. Per questo oltre al sostegno concreto delle nostre reti antiviolenza abbiamo voluto sottoscrivere un protocollo con l’Ufficio scolastico regionale sulla sensibilizzazione e la consapevolezza della violenza contro le donne e proprio per questo finanziamo con un bando i percorsi di formazione degli studenti universitari lombardi. Il vostro impegno e le vostre tesi di laurea testimoniano oggi il valore di una alleanza sociale che mette in comune competenze culturali, umane e professionali perché “non sei da sola” significa aiutare le donne per aiutare l’intera comunità».

L’Università Cattolica è stata pioniera in Italia aprendo nel 2018 il primo corso di Psicologia della violenza di genere, partito con 90 iscritti arrivando lo scorso anno a superare le 350 richieste per un massimo consentito di 250. «Il corso è multidisciplinare perchè vogliamo che la formazione tenga in considerazione la persona come realtà complessa, ponendo l’attenzione non solo agli aspetti psicologici ma anche all’economia di genere, alla sociologia, alla pedagogia, alle discipline sanitarie – ha specificato Milani –. Si tratta di un’operazione culturale per affermare che la violenza non è un fatto privato ma pubblico, che non investe solo la persona e le sue relazioni più prossime ma tutta la società». 

 

Un efficacissimo intermezzo teatrale tratto da Garage del drammaturgo e attore Marco Zannoni ha preceduto l’esposizione delle tesi. «Un brano scritto per giovani attori che si scambiassero i ruoli per dare alle parole un valore eccezionale, più che alle scenografie». La pièce racconta di una riunione condominiale straordinaria alla presenza di un avvocato in seguito alla presunta violenza subita da una ragazza egiziana nel garage del palazzo. Esempio tanto sconcertante quanto emblematico di come la società, vittima degli stereotipi, cerchi prima di scagionare gli apparentemente insospettabili colpevoli e poi di mercanteggiare il prezzo della violenza subita.

Chiara Ionio, professoressa di Psicologia dello sviluppo dell’Ateneo, ha moderato l’esposizione delle tesi delle dottoresse Chiara Zai, Alice Donatiello e Simona Ruggieri che hanno approfondito alcuni aspetti della violenza di genere. In particolare, il lavoro di Chiara Zai “Il ruolo della violenza domestica nella valutazione di famiglie maltrattanti mediante l’utilizzo del protocollo ’fattori di rischio e protezione’: una ricerca retrospettiva nel territorio della provincia di Pavia” ha evidenziato l’impatto della violenza assistita sui minori, strettamente legata alla violenza di genere, che, nei casi studiati dalla tesi, è alla base della violenza domestica al 91.4%. I minori esposti a queste dinamiche soffrono di conseguenze psicologiche significative e interiorizzano modelli relazionali disfunzionali che potrebbero reiterarsi nell’età adulta. Per questo è necessario un supporto integrato per i nuclei familiari a rischio, che consideri la violenza di genere come un fattore centrale negli interventi di prevenzione e riabilitazione.

«È importante lavorare sul sistema e non concentrarci solo sul fatto – ha commentato Ionio –perché i nostri interventi siano di prevenzione. Come Università con questo incontro di approfondimento ci assumiamo la responsabilità di sospendere momentaneamente “il fare” per riflettere». 
 
Lo sviluppo della Post-Traumatic Growth in donne vittime di Intimate Partner Violence: quando l’evento traumatico diventa occasione di crescita” è il titolo della tesi di Alice Donatiello che ha analizzato i casi di 19 donne provenienti da centri antiviolenza in Italia tramite questionari e la narrazione come valido strumento di rielaborazione del trauma. I risultati evidenziano la necessità di un approccio personalizzato e integrato nel supporto alle vittime di violenza, che consideri le variabili anagrafiche e psicologiche delle donne per offrire loro interventi efficaci e sostenibili. Sostenere la crescita post traumatica significa promuovere le risorse personali e relazionali delle vittime, favorendo la loro autodeterminazione.

Infine, la tesi di Simona Ruggieri “La violenza intrafamiliare e la separazione coniugale: la complessità delle decisioni degli operatori psico-giuridici sull’affidamento dei figli” ha indagato le prospettive degli operatori psicologi e forensi coinvolti in casi di separazione e divorzio con accuse di violenza intrafamiliare, concentrandosi sulle strategie e le modalità di affidamento dei figli. Sono emerse incertezze nella gestione di situazioni complesse che mostrano la necessità di ulteriori corsi di approfondimento per gli specialisti del settore. Così come è emerso il bisogno di sviluppare una maggiore coordinazione tra il tribunale civile, responsabile della separazione e dell’affidamento dei figli, e il tribunale penale responsabile del giudizio dei reati.

«La formazione è essenziale – ha concluso Milani –. Deve essere a tutto tondo» perché il mondo possa diventare migliore. Diceva Martin Luther King, citato al termine della tesi di Simona Ruggieri: «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla».  
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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