Calore aveva già vinto i Campionati milanesi universitari anche da studente, alla ripresa delle competizioni dopo lo stop per la pandemia, allenato da Claudio Botton. Ora, alla guida delle squadre di tennis dell’Università Cattolica, raccoglie l’eredità proprio del professor Botton, con il quale aveva scritto la tesi di laurea triennale in Scienze motorie e dello sport sul modello prestazionale nel servizio tennistico. «Passare dall’altra parte della barricata è stato davvero strano» racconta il 28enne, che allena anche l’agonistica U12 e U14 all’Asd Sportrend di Melzo e da giocatore ha raggiunto la classifica 2.7. «La voglia di entrare in campo era tanta. Ero uno di loro, più che un coach, ma esordire in questo ruolo con una tripla vittoria è stato fantastico».
Oltre ai finalisti, è stato fondamentale il contributo di Lorenzo Rossi, studente di Management, Giulia Fusaro, di Lettere moderne, Tobias Palla, di Economia e legislazione d’impresa, Carla Liberatore, di Management per l'impresa, Matteo Zanchi, di Psicologia per il benessere, empowerment, riabilitazione e tecnologia positiva, di Ilaria Passali, Economia e legislazione d’impresa, Paolo Degli Angeli, di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, Vera Valduga, di Economia e gestione aziendale e Giulia Pettinari, di Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo.
Il triplete nel tennis ha trainato l’Università Cattolica alla conquista della seconda Coppa delle Università consecutiva, ossia il trofeo che aggrega le diverse discipline protagoniste dei Campionati milanesi universitari. «Non potrei essere più soddisfatta, perché confermarci Campioni milanesi universitari significa che il lavoro che stiamo facendo lo stiamo facendo bene» spiega la professoressa Benenti, coordinatrice delle squadre sportive dell'Università Cattolica. «Ogni anno la competizione è sempre più importante. Al centro del nostro progetto mettiamo l'inclusione. Lo sport è un ottimo veicolo anche per fare nuove conoscenze, per reinserirsi in quelle squadre sportive del territorio che spesso gli studenti fuorisede non conoscono, e per creare una rete sociale. A prescindere dai risultati, mi reputo molto fortunata, perché nelle nostre squadre si respira un clima positivo, di amicizia, con spirito di adattamento e flessibilità. E questo ci ha aiutato ad ottenere grandi successi».
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