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Con Peses a scuola di legalità

20 febbraio 2025

Con Peses a scuola di legalità

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«Dobbiamo essere tutti insieme a dire No alla mafia, No all’illegalità. E questo si può fare solo alimentando ogni giorno la cultura della legalità che è qualcosa di più dell’osservanza di regole e leggi: è l’insieme di tutti i comportamenti che rispettano i principi di eguaglianza, di non discriminazione, di tolleranza; cioè i valori sanciti nella nostra Costituzione, la prima “legge antimafia"». Queste fra le parole più intense di Pietro Grasso agli studenti dell’Istituto “Leopoldo Pirelli” di Roma martedì 18 febbraio, in uno degli incontri di PESES, il Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali, promosso dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e diretto da Carlo Cottarelli, nato nel 2023 con l'obiettivo di offrire agli studenti delle scuole secondarie di tutta Italia l’occasione di dialogare e confrontarsi con protagonisti e esperti della recente scena politica ed economica italiana.

L’incontro, dal titolo “Mafie e economia criminale”, è stato una preziosa opportunità per i giovani allievi di conoscere le principali tappe della storia italiana degli ultimi decenni dalla viva voce di uno dei protagonisti della lotta all’illegalità e alla criminalità organizzata.

«Oggi la mafia non si vede, non si sente – ha esordito Grasso –. Dopo l’era delle stragi e della cosiddetta “sommersione” siamo entrati nella fase della “mafia finanziaria” che ha raggiunto un ruolo purtroppo importante anche nell’economia. La mafia, nascosta, cerca di creare reti in cui chi è ritenuto affidabile e si adatta viene premiato, a scapito di chi le si oppone e resiste – ha proseguito -, creando diseguaglianze, privilegi, favoritismi, che sono l’esatta antitesi dei valori e dei principi sui quali si fonda la nostra Repubblica. La mafia non è solo consenso e forza materiale: essa intreccia relazioni con coloro che dovrebbero combatterla. Per debellarla occorre, quindi, isolare il fenomeno come strettamente criminale».


Partecipi e a tratti emozionati nell’ascoltare quante e quali operazioni, progettualità e azioni hanno portato avanti, spesso in silenzio e nella quotidianità, procure e forze dell’ordine, gli studenti hanno dialogato con grande interesse insieme all’ospite della giornata che ha ripercorso il proprio impegno, come magistrato, Procuratore Nazionale Antimafia, Presidente del Senato della Repubblica e parlamentare: «L’economia legale è oggi sfidata dall’inquinamento della potenza economica mafiosa, a causa di traffici illeciti, dei rapporti tra illegalità economica e economia sommersa, e a causa dei nuovi mercati nascosti nell’ambiente informatico, nel dark web e nelle piattaforme occulte, a seguito dell’evoluzione tecnologica che paradossalmente ha fra i propri effetti anche quello di favorire nei mezzi questi movimenti criminali».

La lezione-dialogo si è snodata attraverso il racconto di significative esperienze e episodi personali che hanno reso l’attenzione di studentesse e studenti viva lungo l’intero incontro, fino al dibattito finale, animato dalle domande dei giovani sui temi della paura personale, del rapporto tra vita e sfide professionali, sulla prevenzione del reclutamento dei giovani da parte delle organizzazioni criminali, passando per l’analisi dei tentativi di negare il fenomeno mafioso fino alla scelta essenziale, quella che compete liberamente a ciascuno: la scelta di scegliere da che parte stare.

«Come fare a vincere definitivamente le mafie? – questo l’interrogativo finale offerto da Pietro Grasso, ora presidente della Fondazione “Scintille di futuro” – Voi giovani siete chiamati a essere la futura classe dirigente del nostro Paese, vivendo già in una società complessa e più sfidante di quanto non lo sia stata per la nostra generazione».

«Voi state formando il vostro futuro – ha concluso simbolicamente alla luce di una fiammella sorgente da un dono del giudice Falcone -, anzitutto studiando e impegnandovi e facendo sì che mai si spenga questa scintilla di legalità, per dimostrare che la storia e la vita di chi prima di noi ha lavorato ogni giorno per sconfiggere le mafie non è finita con la loro morte, ma cammina attraverso di voi».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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