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L’evoluzione dei business del lusso. Un cammino comune?

24 aprile 2024

L’evoluzione dei business del lusso. Un cammino comune?

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I beni legati al settore del lusso, tradizionalmente individuati con le 4F di Fashion, Ferrari, Food e Furniture, sono oggetto degli studi di ICRIM - Centro di Ricerca in International Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, relativi a artigianalità, innovazione e servizi esclusivi per le richieste dei consumatori più esigenti a livello internazionale.

Su tendenze, innovazioni, opportunità e pratiche di questo settore il 22 aprile si è svolto in Aula Magna un workshop che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni e delle imprese al fine di offrire una visione approfondita e informata circa le molteplici dimensioni del mondo del lusso nell’ottica di una contaminazione di novità che intersecano il mondo reale avvalendosi delle competenze ed esperienze di chi realizza e vive la Terza Missione dell’Università.

Si tratta di un settore particolare che tocca l’economia nazionale ed estera, pertanto meritevole di attenzione accademica. Lo ha precisato, nel suo saluto, la preside della Facoltà di Economia, Antonella Occhino: «Il lusso intercetta mode e gusti, e tratta un aspetto economico in senso ampio. È vero che l’economia si occupa di beni e finanza ma anche di bellezza, e su quest’ultimo aspetto l’Università Cattolica desidera dare un maggior contributo: il lusso non è solo questione di business ma di significati e di valori. L’analisi di beni e servizi legati al lusso ci consente di capire come cambia la società, come cambiano i gusti delle persone, quali innovazioni sono prodotte, come si evolve la dimensione artistica del nostro modo di essere».

Il lusso insomma è legato alla cultura, in quanto immagini, colori e simboli del lusso sono questione culturale ed esperienziale, in relazione anche al modo di considerare beni, oggetti e servizi. Ne hanno dato conferma le parole espresse da Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro del Comune di Milano, reduce dal Salone del Mobile svoltosi a Milano che ha costituito una grande opportunità per il lusso e per il Made in Italy, con un’edizione senza precedenti: 360mila visitatori al Salone del Mobile e 1125 eventi al Fuorisalone, che hanno generato un indotto per la città di più di 260 milioni di euro. «E’ una occasione privilegiata per rafforzare il Made in Italy, settimo brand più importante al mondo, che offre forza di ricambio generazionale, opportunità di lavoro e crea nell’area metropolitana un volano di crescita con i 18mila pubblici esercizi presenti, dei quali più di 15mila hanno sede a Milano. Consideriamo anche che il 20% delle start up nascono a Milano provocando uno sviluppo positivo che incrocia cultura e socialità».

Entrando nel vivo del workshop, la moderatrice Tonia Cartolano, giornalista Sky TG24, che ha sottolineato la presenza di tanti giovani, prima di dare la parola e presentare i relatori ha fatto notare come il termine latino “luxus” indica la devianza (causa di incidente) ma anche sovrabbondanza, eccesso.


È toccato al professor Alessandro Baroncelli, direttore di ICRIM, dare una panoramica del mercato internazionale alla luce degli studi dell’Osservatorio sul lusso, istituito nel 2013 presso ICRIM: «L’Europa si è affermata come centro del design e dell’artigianato del settore del lusso, sviluppando nel corso dei decenni distretti produttivi specializzati. Le aziende italiane rappresentano il 23% delle 100 maggiori aziende del lusso nel mondo. C’è una competizione a livello internazionale basata sulla esclusività. Le migliori aziende hanno creato fonti di approvvigionamento esclusivo e sviluppato punti vendita di proprietà, oggi possono continuare a crescere trasferendo le migliori esperienze e le soluzioni più originali tra i diversi mondi del lusso».

Una conferma è giunta dall’intervento di Mauro Grande, partner del fondo specializzato Quadrivio Group: «Nei tempi moderni gli investimenti devono essere “dedicati” dove ci sono sinergie e punti comuni delle aziende che si vanno a curare. Rispetto alle piccole e medie aziende, le realtà aziendali più grandi possono permettersi analisi di mercato approfondite, catturare talenti, sviluppare tecniche di comunicazione e di marketing relative alla bontà del loro prodotto. E magari triplicare gli investimenti fatti in quanto il possesso di capitali fa in modo che i sogni si possano realizzare».

«In questo contesto autorevolezza e opportunità sono due concetti rilevanti che riguardano un settore dove ognuno – con bravura - cura il proprio prodotto a casa sua ma poi guarda gli altri ambiti alla ricerca di collaborazioni e sinergie, avvalendosi di community che consentono di monitorare lo stato di salute del mondo del lusso», come ha affermato Alessandro Ferreri, Ceo e fondatore di The Style Gate. 

Mondo del lusso che incrocia anche il sistema delle tecnologie digitali. Su questo ha portato la sua esperienza aziendale Jacopo Sebastio, co-fondatore di Velasca, scarpe e abbigliamento. Ha spiegato che la digitalizzazione devia dal concetto classico del lusso legato ad una esperienza di esclusività di luoghi, di tempo e coccole dedicate alla persona. Ha illustrato le best practice di Velasca, brand online, supportato dalla digitalizzazione. Nato come un prodotto venduto con l’apecar per strada, incrocia Facebook – grazie all’intuizione dei titolari – e si crea un acceleratore della vendita che rapidamente porta i guadagni da 3mila e 30mila euro al mese. «L’esperienza fisica precede quella on line e sviluppa l’e-commerce. Da qui una evoluzione della rete di vendita per metà su negozi fisici sparsi nel mondo e per metà con l’e-commerce, passando dalla produzione di calzature da uomo a quelle da donna e poi ai prodotti dell’abbigliamento».

Un’attenzione da non dimenticare è quella di considerare sempre il «cliente al centro», stile commerciale che consente di offrire qualcosa in più oltre il prodotto.

Le riflessioni e i contenuti del workshop sono alla base programma di formazione “3Fs of Luxury” che l’Università Cattolica inaugurerà il prossimo ottobre 2024.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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