Alle 19.45 di venerdì 22 settembre è morto a Roma il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Aveva 98 anni. In carica dal 2006 al 2015 fu il primo Capo dello Stato a essere eletto per un secondo mandato. Di seguito ne ripercorriamo la biografia con il ritratto del professor Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea del nostro Ateneo.
Nella Seconda Repubblica – il periodo della storia italiana iniziato dopo il collasso dei primi anni Novanta – il Presidente della Repubblica è diventato un pilastro fondamentale di un sistema politico squilibrato e incerto. Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella si sono infatti ispirati all’obiettivo di mantenere l’equilibrio politico-istituzionale che era stato prioritario nella prima fase della storia repubblicana. E hanno impedito – in modi diversi - che gli sbandamenti della politica italiana producessero danni irreparabili.
Milano, 14 maggio 2012: Il presidente Napolitano in Cattolica
Il percorso di Giorgio Napolitano verso la Presidenza della Repubblica è cominciato da molto lontano: dalle contraddizioni del totalitarismo novecentesco, da cui egli ha iniziato ad allontanarsi molto prima di altri comunisti italiani. Nato a Napoli nel 1925, è stato eletto deputato nel 1953 ed è poi sempre rimasto alla Camera - tranne che tra il 1963 e il 1968 perché segretario della federazione comunista di Napoli - fino al 1996. Seguace della linea riformista di Giorgio Amendola, dopo la morte di Palmiro Togliatti nel 1964, Napolitano emerse come uno degli esponenti di spicco della corrente moderata che cercava di stringere rapporti con il Partito socialista, cui molti nel Pci si opponevano per la scelta di questo partito di collaborare con la Democrazia cristiana nei governi di centro-sinistra. Tale corrente, definita “migliorista”, puntava a una trasformazione del suo partito in senso socialdemocratico. Si batté per portare il Pci su posizioni europeiste e nel 1978 fu il primo dirigente comunista a ricevere un visto per recarsi in visita privata negli Stati Uniti (sarebbe stato invitato ufficialmente negli Usa solo una decina di anni dopo). In contrasto con Amendola prese apertamente posizione - con la maggioranza del suo partito - contro l’Unione sovietica per l’invasione dell’Afghanistan nel 1979.