NEWS | Trieste

Settimane Sociali, il contributo dell’Università Cattolica

02 luglio 2024

Settimane Sociali, il contributo dell’Università Cattolica

Condividi su:

Avviate a Pistoia nel 1907, per iniziativa del Beato Giuseppe Toniolo e del cardinale Pietro Maffi, le Settimane Sociali da oltre un secolo sono diventate per i cattolici italiani un appuntamento periodico e denso di significato poiché «hanno accompagnato le vicende e, spesso, orientato il cammino storico del movimento cattolico nel nostro paese».

Sebastiano Nerozzi, ordinario di Storia del pensiero economico all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è segretario del Comitato organizzatore della cinquantesima edizione dell’importante appuntamento in programma dal 3 al 7 luglio a Trieste e con al centro il tema “Al cuore della Democrazia, partecipare tra storia e futuro”. Il professore conosce a fondo e nei dettagli la fase preparatoria che c’è dietro i cinque giorni di confronto, dialogo, approfondimento che richiameranno nel capoluogo giuliano 1.500 delegati provenienti da tutte le diocesi italiane ma anche da movimenti e associazioni laicali.

Infatti, racconta il professor Nerozzi, «fin dalle loro origini le Settimane Sociali hanno lo scopo di raccogliere in un unico momento di incontro e di riflessione le tante espressioni della presenza dei cattolici nella società italiana: cooperative, imprese, banche, sindacati, associazioni, scuole, movimenti di impegno sociale e politico. Ogni Settimana è stata dedicata a un particolare tema, declinato poi secondo varie prospettive: dal lavoro alla formazione professionale, dalla scuola alla costituzione, dalla responsabilità sociale dell’impresa all’ecologia integrale».

Professor Nerozzi, l’appuntamento di quest’anno come si differenzia da quelli precedenti?
«È un’edizione in cui si affronta uno dei fenomeni più preoccupanti del nostro tempo: l’”arretramento della democrazia”, come lo chiama Papa Francesco, ovvero il rafforzarsi di regimi illiberali e autocratici in molti paesi, unito al calo di consenso e di attaccamento dei cittadini alle loro istituzioni nei regimi democratici, anche in Italia. La democrazia, come tutte le cose, ha bisogno di cura per vivere e crescere. Andare “al cuore della democrazia” significa comprendere quali sono gli ostacoli per una piena e libera partecipazione di tutte le cittadine e i cittadini alla vita del paese e cercare di rimuoverli nella linea dell’art. 3 della nostra Costituzione».

In che modo?
«La Settimana Sociale è strutturata come un grande laboratorio di partecipazione, con tanti momenti di incontro e di confronto tra realtà attive in ambiti simili che sono chiamate a collaborare per il bene comune, facendo rete tra di loro e interagendo con le istituzioni». 

Da questo punto di vista le nuove generazioni giocano un ruolo cruciale. Infatti, l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, in vista della Settimane Sociali di Trieste, ha realizzato uno studio sulla loro partecipazione alla vita politica del Paese.
«I giovani hanno bisogno di spazi da abitare con libertà, nei quali poter mettere a servizio i loro talenti e manifestare il loro punto di vista. Ma non si deve mai trattare di una riserva indiana. Giovani e adulti di ogni età devono stare insieme e interagire. Per questo alle Settimane Sociali i giovani saranno presenti in tutte le Piazze e nei Laboratori come moderatori e coordinatori».

Una nuova scommessa sull'Europa per non tornare indietro - Il commento di Sebastiano Nerozzi per VP Plus


Quale può essere il valore aggiunto degli atenei?
«Le università possono dare un contributo in molti modi - formazione, accompagnamento, orientamento - ma anche creando occasioni in cui docenti, studenti e personale tecnico amministrativo, si incontrano e operano gomito a gomito, indipendentemente dal ruolo. La sinodalità è uno stile che può fare molto bene anche nelle nostre aule».   

A Trieste la presenza dell’Università Cattolica è molto forte…
«Il contributo del nostro Ateneo è particolarmente significativo. Invierà una delegazione di dieci persone ai Laboratori della partecipazione, mentre un gruppo di altrettanti volontari (scelti fra gli studenti e coordinati dal centro pastorale) saranno presenti con quattro stand nei villaggi della democrazia, animando “giochi di partecipazione” (li abbiamo sperimentati alcuni giorni fa nei chiostri) e “dialoghi delle buone pratiche”. Fra i relatori e i moderatori spiccano molti nostri docenti, fra i quali Mara Gorli, Floriana Cerniglia, don Walter Magnoni, Gilberto Turati e Antonio Campati. Anche la nostra rettrice, la professoressa Elena Beccalli interverrà sabato 6 luglio sul tema della “La via democratica al credito”. Il Dipartimento di Economia e Finanza ha proposto ai delegati 12 schede dal titolo “Italia 2030. Per un’economia capace di futuro”, mentre l’editrice Vita e Pensiero sarà fra gli stand e l’Istituto Giuseppe Toniolo fra le tavole rotonde».

Domenica 7 luglio Papa Francesco, con il suo intervento, chiuderà la manifestazione. Le attese per quest’incontro sono tante?
«Il Pontefice nella “Fratelli Tutti” e in tutto il suo magistero ci ha illuminato sui tanti mali che affliggono la democrazia e su quali atteggiamenti e criteri coltivare per poterli affrontare e curare. Ci aspettiamo dal Santo Padre parole di speranza e di incoraggiamento per il nostro paese e per l’Europa perché, in questo difficile tornante della storia, mettano da parte nostalgie nazionalistiche e particolarismi, percorrendo con convinzione le vie dell’unità e della solidarietà, della pace e della cura del creato».

Un articolo di

Redazione

Redazione

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti