«Io – aggiunge – terminate le lezioni in Cattolica a Piacenza mi facevo un’ora e quaranta minuti di auto per tornare a Sarzana e poi andare ad allenarmi». Per la cronaca la 26enne aspirante manager e pattinatrice si allena, oltreché con la nazionale, con Pattinoclub La Spezia. «Quando non avevo lezione – racconta ancora Giada Romiti – avevo doppio allenamento più la preparazione atletica, motivo per cui in definitiva il tempo per studiare lo trovavo di norma la sera o al mattino presto».
«Dual Career – aggiunge – mi ha dato una mano in questo senso. Ad esempio quando gli esami hanno coinciso con i campionati italiani, fondamentali per la selezione ai mondiali, mi è stata data la possibilità di spostarli. Il giorno stesso della discussione della tesi – aggiunge – era stato fissato il 20 ottobre, ma io sarei stata in Cina quel giorno, motivo per cui grazie a Dual Career anche la data della laurea è stata posticipata».
«Siamo orgogliosi della nostra studentessa Giada – dice la professoressa Roberta Virtuani -, laureata con il massimo dei voti alla magistrale in contemporanea a una brillante carriera sportiva nel pattinaggio artistico a rotelle».
«Ha affrontato il lavoro di tesi con grande professionalità e passione. È riuscita – aggiunge la docente - a coniugare le competenze maturate in ambito sportivo con quelle acquisite nel suo percorso universitario, dimostrando una straordinaria capacità di gestione del tempo».
«Come sua relatrice, sono felice di aver accompagnato Giada in un percorso di crescita e maturazione. Oggi è pronta per affrontare nuove sfide anche nel mondo del lavoro, dove potrà esprimere al meglio il suo talento».
Sui pattini Giada ci è salita a nove anni. «Prima – dice – ho fatto danza classica. Poi per caso, accompagnando una mia amica ad un allenamento e vedendo lei sui pattini ho deciso di provare». Da quel momento è scoccata la scintilla che anno dopo anno l’ha portata ai mondiali. «Mi sono appassionata – dice – e ho iniziato a salire di categoria». A 13 anni i primi europei, in Francia, replicati nel 2017 e poi di nuovo lo scorso anno in Portogallo, dove Giada è salita sul terzo gradino del podio, fino ai mondiali di Pechino di quest’anno. «Fisicamente non mi sento ancora arrivata – dice -. So che posso dare, ma non per molto». Per questo la neolaureata pensa al dopo, che per lei significa una carriera come manager d’azienda. «Mi piacerebbe occuparmi di strategia d’azienda, ma vedremo. Non mi pongo limiti». Per chi come lei è abituata a danzare sui pattini, i limiti, in fin dei conti, sono fatti per essere superati.