«Uno stile comunicativo caldo, in alcuni tratti persino poetico, come quando parla dell’importanza della comunicazione anche fisica, con i colori, con i sapori, col profumo». Ma anche «un documento che si innesta nella tradizione della dottrina sociale della chiesa ma che ha elementi di novità nella chiarezza con cui affronta temi come la guerra, la pena di morte, la difesa dei migranti». Così il professor professor Paolo Rizzi, docente di Economia applicata alla facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica, parla, nel suo podcast, della nuova enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”.
Un testo che si colloca nel solco del magistero precedente anche sul tema dell'economia. «Il punto centrale è il riferimento al mercato che da solo non basta» spiega il professore. «Da solo non risolve le gravi contraddizioni descritte nel primo capitolo dell’enciclica. L’affondo contro i fallimenti del mercato è ancora più forte che nella Caritas in veritate di Benedetto XVI, soprattutto contro le teorie neoliberiste dello sgocciolamento, per le quali i Paesi poveri riuscirebbero a salvarsi grazie all’aumento di ricchezza complessivo, e nei Paesi ricchi le fasce più povere potrebbero godere con lo straripamento della ricchezza dalle fasce più abbienti».
Oltre al professor Paolo Rizzi, sulla Lettera sulla fraternità e l’amicizia sociale - la terza del papa argentino - abbiamo chiesto ad alcuni docenti dell’Università Cattolica di proporre un commento dal punto di vista della loro sensibilità e delle loro competenze.
Dopo il video-commento introduttivo del vescovo monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, ogni giorno una video-analisi o un podcast con le voci dei nostri esperti.