L’accoglienza è «sovrabbondanza di tutto: dalle cose da stirare all’amore infinito» dice Loredana mamma affidataria la cui voce emerge dalla mostra sull’affido curata dall’Associazione Fraternità, che parla attraverso i protagonisti, genitori e bambini che nelle famiglie affidatarie hanno trovato accoglienza e futuro.
Si intitola Tutto ci è stato affidato resterà esposta presso gli spazi di Scienze della formazione del campus di Piacenza dell’Università Cattolica fino all’8 giugno prossimo e propone un breve viaggio che racconta «la bellezza, la forza trasformativa e il valore profondo dell’esperienza di affido» spiegano Giuseppe Cantoni e Angela Preite, presidente e coordinatrice della equipe educativa della Associazione Fraternità. « È un invito a lasciarsi toccare da storie vere, a scoprire che accogliere e un gesto che arricchisce chi lo compie tanto quanta chi lo riceve».
Contemporaneo all’inaugurazione dell’esposizione, l’incontro A come accoglienza, organizzato dalle professoresse Elisabetta Musi e Sonia Ranieri della facoltà di Scienze della formazione, che hanno spiegato come il «tema al centro delle due iniziative (mostra e incontro) è quello dell’accoglienza che può assumere forme diverse: l’esperienza dell’affido, certo, ma anche quella delle comunità integrate e delle comunità educative per minori; abbiamo pensato di mettere in dialogo operatori di diversi ambiti, sia del settore pubblico che del privato sociale, per favorire un confronto produttivo».
Prezioso e delicato anche il coinvolgimento di Altea, Giulia e Francesca, le tre studentesse della facoltà che hanno condotto l’incontro, durante il quale sono emerse toccanti storie di vita, di rinascita, di fatica e di accettazione.
In gioco ci sono le vite di bambini e ragazzi, ma anche quelle delle famiglie e degli operatori, dei loro dubbi e della generosità, che viene ripagata, che diventa amore in circolo.