In occasione della crescente urgenza di riflettere e sensibilizzare sull’emergenza dei femminicidi e della violenza sulle donne, anche nei confronti di giovani e studentesse, tutti i campus dell’Università Cattolica sono coinvolti oggi, 14 aprile, su un tema troppo spesso al centro dell’informazione.
Nella sede di Milano, in videocollegamento con le altre Sedi dell’Ateneo, si è tenuto stamattina, alla presenza della professoressa Raffaella Iafrate, Delegata del Rettore per le Pari Opportunità dell’Ateneo, e del Preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti, l’evento di premiazione delle tesi di laurea di tre studentesse della Facoltà, Alice Donatiello, Simona Ruggieri e Chiara Zai, un momento importante di sensibilizzazione e riflessione per l’intera comunità universitaria.
In particolare, il campus di Roma dell’Università Cattolica promuove in questi giorni una serie di momenti simbolici e profondamente significativi, aperti alla partecipazione di tutta la comunità accademica.
Alle ore 12 dello scorso venerdì 11 aprile in tutti i corsi di laurea attivi nella sede romana è stato osservato un minuto di silenzio, accompagnato dalla proiezione di un video realizzato da studenti e studentesse, dedicato al tema dei femminicidi. Un gesto semplice, ma potente che vuole richiamare l’attenzione sul silenzio che troppo spesso avvolge queste tragedie e sulla necessità di trasformarlo in consapevolezza e impegno.
Nella mattinata di oggi tutta la comunità universitaria ha partecipato, in videocollegamento con la Sede di Milano, alla presentazione delle tre tesi di laurea sul tema del femminicidio, a testimonianza di come la riflessione accademica possa e debba contribuire a leggere, comprendere e contrastare un fenomeno sociale drammatico che richiede un’azione congiunta tra cultura, educazione, istituzioni e cittadinanza.
Alle ore 12.00 è stata inaugurata una Panchina Rossa, posizionata nel giardino degli studenti situato dietro gli Istituti Biologici, alla presenza del preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Antonio Gasbarrini, della professoressa Stefania Boccia, Ordinario di Igiene generale applicata e membro docente del Gender Equality Plan dell’Ateneo, del Direttore della sede Lorenzo Cecchi, e delle studentesse e degli studenti del campus. La Panchina Rossa è divenuta in tutta Italia un segno concreto e simbolico contro la violenza di genere, un presidio di memoria e insieme un invito all’attenzione quotidiana. La sua collocazione in uno spazio vissuto dagli studenti vuole rafforzare il legame tra l’impegno dell’Ateneo e la vita universitaria quotidiana, ricordando che la cultura del rispetto nasce e si costruisce anche nei luoghi della formazione.
Tali iniziative si inseriscono in un percorso che l’Università Cattolica porta avanti con convinzione e responsabilità: contrastare ogni forma di violenza e discriminazione di genere, dare voce al dolore e trasformarlo in formazione, consapevolezza e cambiamento. In un Paese dove i femminicidi sono ancora una tragica realtà quotidiana, l’Università non può restare spettatrice: ha il dovere di educare, denunciare e custodire la dignità di ogni persona.
«L’iniziativa di oggi – ha detto il Preside Gasbarrini – si svolge significativamente in questo giardino, diventato il cuore pulsante del nostro campus, dove ogni giorno si ritrovano tutti i nostri studenti: li ringrazio, a nome dell’intera Facoltà, per tutti gli eventi di questi giorni e perché oggi, tutti insieme, lasciamo un importante segnale. La nostra opera di solidarietà, in questa Sede, è per tutte le persone che soffrono e troppo spesso le donne soffrono più degli altri. E affinché questo non accada più tre cose sono necessarie: educazione, rispetto, denuncia».
«Il nostro Ateneo lavora e agisce su questi temi grazie alla nascita e allo sviluppo del Gender Equality Plan – ha detto la professoressa Boccia -, basato su una continua opera educativa e formativa: la violenza non è solo fisica, ma anche verbale. È per questo che abbiamo promosso un codice di linguaggio inclusivo e ancora, dal punto di vista della ricerca, monitoriamo costantemente la partecipazione di tutte le donne – dottorande, specializzande, docenti – affinché vengano rispettati ruoli e opportunità; e infine monitoriamo le progressioni accademiche nel corpo docente affinché anche ai vertici si realizzi un vero bilanciamento di genere».