Fiumi in secca, campi allo stremo, agricoltura sempre più in difficoltà. La siccità che sta colpendo l'Italia in questa prima parte del 2022 sta mettendo a dura prova le imprese agricole italiane. Le piogge si sono dimezzate con un impatto devastante sulle produzioni nazionali favorito dal caldo record. I numeri forniti dalla Coldiretti fotografano in modo inequivocabile la gravità della situazione: nel primo semestre nel nostro Paese è stata registrata una temperatura di 0,76 gradi superiore rispetto alla media. Nelle nove Regioni che hanno dichiarato lo stato di emergenza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Liguria e Toscana) 332mila imprese agricole rischiano di chiudere i battenti mentre i danni hanno già superato i 3 miliardi di euro.
«Il compito che ci aspetta nei prossimi anni - spiega Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica - è quello di elaborare misure di sostenibilità, per tutelare l’acqua nella sua totalità tramite una programmazione condivisa delle misure di prevenzione e salvaguardia, visti i tempi necessari per la formazione e il ricambio naturale delle acque. Infatti, l’acqua è una risorsa rinnovabile, ma limitata e non omogeneamente distribuita, inoltre solo il 2,5% dell’acqua complessivamente presente sul pianeta è acqua dolce e utile per la vita».