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Farmaci, luci e ombre

30 maggio 2025

Farmaci, luci e ombre

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I farmaci rappresentano un mercato in continua espansione: in Italia vale 35 miliardi di euro all’anno. Una cifra colossale, che grava in parte sulle tasche dei cittadini e in parte sul bilancio dello Stato. Già oggi il Servizio sanitario nazionale spende in rimborsi circa il 18% delle risorse. E questa quota potrebbe raddoppiare in futuro, con la diffusione di nuove terapie sempre più sofisticate e costose.

Per rendere sostenibili le cure, l’unica strada percorribile è la prevenzione, diventata un imperativo in vista dell’invecchiamento progressivo della popolazione. Ma per prolungare lo stato di salute dei cittadini e diminuire la dipendenza – necessaria o indotta – dalle terapie farmacologiche, è necessario un impegno collettivo sulla formazione: dei cittadini e del personale sanitario, farmacisti, infermieri, medici. Serve insomma una rivoluzione culturale.

È questa la tesi centrale del libro "Farmaci. Luci e ombre" (Il Mulino), scritto da Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Il noto farmacologo è stato ospite, lo scorso 28 maggio, del campus milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per discutere i contenuti del volume.

L’iniziativa, promossa dalla Facoltà di Giurisprudenza, dal Dipartimento di Scienze Giuridiche e dal “Laboratorio sulla Sanità territoriale”, ha riunito allo stesso tavolo rappresentanti delle professioni sanitarie, docenti universitari e ricercatori.

I lavori sono stati aperti dal rettore Elena Beccalli, che ha sottolineato l’importanza di un approccio pluridisciplinare per affrontare un tema tanto complesso, che coinvolge la vita quotidiana delle persone, l’economia, l’etica, la politica e la formazione. Proprio il dialogo tra i saperi è stato anche il metodo adottato dall’Ateneo nel seguire, in particolare, il percorso della riforma europea sulla legislazione del farmaco, ora in dirittura d’arrivo. Lo hanno ricordato Stefano Solimano, preside della Facoltà di Giurisprudenza, e Renato Balduzzi, ordinario di Diritto costituzionale. Da quella serie di workshop, ha spiegato Balduzzi, è nato un emendamento che mirava a favorire l’istituzione di una rete pubblica di centri di sperimentazione farmaceutica, poi parzialmente accolto dalla normativa.

Nel corso della discussione, Garattini ha denunciato l’eccessiva proliferazione dei farmaci, spesso spinta più da interessi commerciali che da reali necessità terapeutiche. Ha inoltre segnalato la carenza di studi comparativi tra farmaci, carenza che impedisce di determinare il reale valore terapeutico aggiunto di ciascun prodotto: «Oggi i medici non hanno criteri per stabilire se una statina sia migliore di un’altra», ha osservato.


Il farmacologo ha anche puntato il dito contro i numerosi conflitti di interesse nel settore e la scarsa trasparenza nella ricerca: «La sperimentazione si fa su maschi adulti; le donne, che hanno un organismo diverso, ricevono farmaci mai testati su di loro». Con franchezza ha esortato i medici a pretendere una formazione indipendente dall’industria farmaceutica, e i farmacisti a scegliere se essere un presidio educativo oppure una rivendita commerciale «dove si vendono prodotti che con i farmaci hanno poco a che fare».

Sulla mancata trasparenza dei costi di ricerca è intervenuta anche la giornalista Milena Gabanelli, portando l’esempio di un farmaco anti-Covid prodotto a meno di 15 dollari e venduto a oltre 600. «Avere più chiarezza significherebbe avere maggiore potere contrattuale verso le aziende – ha detto – e risparmiare sui farmaci vorrebbe dire poter investire meglio nella sanità».

Diversi interventi hanno insistito sulla necessità di valorizzare tutte le professionalità del sistema salute. Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, ha ribadito il ruolo cruciale degli infermieri, spesso ancora sottovalutati, ma centrali per l’aderenza terapeutica, l’assistenza di prossimità e, sempre di più, anche per la ricerca. Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani, ha rilanciato l’idea della farmacia come presidio territoriale per la prevenzione. Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, ha richiamato i medici alla responsabilità nell’uso razionale dei farmaci, in un’epoca di medicina sempre più personalizzata.

Sandra Gallina, direttrice generale della Dg Sante (Salute e Sicurezza Alimentare) della Commissione europea, ha illustrato i principali temi della riforma farmaceutica in discussione a Bruxelles: dal rischio di brevettare sostanze di origine umana alla ricerca di un equilibrio tra libertà d’impresa e regolamentazione.

L’epidemiologo Giuseppe Traversa ha ribadito la necessità di finanziare studi indipendenti, soprattutto per quei farmaci privi di interesse commerciale. E l’immunologo Nanni Costa, già direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha infine richiamato l’attenzione sul linguaggio tecnico e spesso inaccessibile dei consensi informati, che penalizza i pazienti più fragili.

Un articolo di

Francesco Chiavarini

Francesco Chiavarini

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