
News | Vita e Pensiero
Speranza: passione del possibile
Presentato martedì 8 aprile in Cattolica il volume di Guido Gili e Emiliana Mangone. Un estratto del testo
| Velania La Mendola
16 aprile 2025
Condividi su:
Un libro bianco sull’università come luogo di speranza. Lo ha annunciato il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli come conclusione ideale del percorso di tutte e dodici le facoltà, che hanno accolto l’invito di Papa Francesco per l’anno giubilare a «essere segni tangibili di speranza». Il rettore ha aperto, nell’aula magna di via Trieste, l’iniziativa “Semi di speranza nell’avventura della scienza”, promossa il 15 aprile dalla Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della sede di Brescia, ricordando che è stata la pandemia a riformulare la necessità di un nuovo rapporto tra scienza e società, dopo che si è scatenato un sentimento di sfiducia alimentato da fake news e tifoserie contrapposte. «La ricerca – ha detto il rettore – ha il compito di incarnare il bene più alto della società».
Alla sua provocazione, dopo i saluti del preside di Scienze matematiche, fisiche e naturali Maurizio Paolini e del vicario per la cultura della diocesi di Brescia monsignor Raffaele Maiolini, ha risposto la tavola rotonda coordinata dal professor Alessandro Giordani, filosofo della facoltà di Lettere e filosofia, cui hanno partecipato il direttore della Scuola Normale di Pisa, il matematico Luigi Ambrosio, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli - protagonista indiscusso della stagione pandemica -, e Sandro Scandolo, coordinatore della Divisione Ricerca del Centro Internazionale di Fisica Teorica "Abdus Salam" di Trieste.
Un articolo di
«Se c’è una disciplina che è portata alla speranza e all’aiuto dell’essere umano, questa è la medicina» ha detto Locatelli. Una disciplina che ha compiuto straordinari passi in avanti e raggiunto soluzioni biotecnologiche incredibili. «Tuttavia la medicina non deve essere improntata solo alla filotecnìa ma anche alla filantropia, cioè all’attenzione all’umano». Per il fisico Scandolo, che si colloca a metà tra l’astrazione della matematica e la concretezza della medicina, la scienza è «una palestra di pensiero critico», che deve rispondere alla sfida di democratizzare il più possibile il metodo scientifico, in modo che la ricerca sia accessibile a tutti quelli che nel mondo non possono farla.
Iniziativa di Ateneo sulla Speranza nell’Anno Giubilare
Un tema delicato e dibattuto, ben rappresentato dal paradosso proposto dal professor Giordani ai relatori, a introdurre il tema “scienza e società”: un aereo in volo, in cui il primo pilota e il secondo pilota per un malore non sono in grado di condurre il velivolo e nessun altro membro dell’equipaggio è capace di farlo. A chi affidare la cloche? Di chi fidarsi? La risposta è sufficientemente scontata: a chi a bordo ha più competenza degli altri per improvvisarsi pilota. Eppure, trasposta nel caso della fiducia nella scienza non sempre è così ovvia. «È importante usare questa metafora – afferma il professor Ambrosio – perché altrimenti non si va alla ricerca del ruolo dello scienziato e si rimane vittima di un analfabetismo scientifico alimentato da vari fattori, tra cui lo scadimento della comunicazione».
Un tema ripreso anche dal professor Locatelli, che ha vissuto sulla propria pelle questa dinamica. «Nelle situazioni emergenziali come quelle pandemiche la comunicazione e l’autorevolezza della scienza devono andare di pari passo, mentre invece la comunicazione non è stata improntata al suo obiettivo fondamentale anche nel lenire le situazioni d’angoscia». Per il presidente del Consiglio superiore di sanità, «abbiamo scontato anche una mancanza di cultura vaccinale che purtroppo permea questo Paese». Per questi motivi, secondo il fisico Scandolo «la responsabilità degli scienziati è quella di rinnovare un patto sociale che non è più scontato come in passato, quando la fiducia nella scienza era altissima. Questa deve accettare di mostrarsi come un processo umano fatto anche di sconfitte e di incertezze».