«Considero le lampade come canzoni e mi sento un po’ un musicista che compone le sue melodie partendo dalla musica, aggiungendo le parole per poi dar spazio alla produzione e alla divulgazione». Parla così del suo “mestiere” Davide Groppi, piacentino, inventore e produttore di lampade dal 1988. Partendo da un piccolissimo laboratorio nel centro storico di Piacenza, Groppi si occupa da allora di luce e di lampade. Il suo primo prodotto di successo lo acquistò in quaranta esemplari Maddalena De Padova per esporlo nelle sue vetrine in Porta Venezia in occasione della Settimana del mobile. Da allora la svolta, in un crescendo che lo ha portato ad occupare un posto stabile nel panorama dei designers di lampada e della produzione italiana di eccellenza nel mondo.
Groppi è stato il primo ospite di Storie di innovatori e di innovazione ciclo di appuntamenti nati per raccontare «vite di persone che operano in campi diversi e che si incrociano con la storia del territorio piacentino», dando valore alla creatività applicata alla capacità di introdurre cambiamenti significativi nel proprio settore. Quattro appuntamenti promossi nell’ambito del corso di Politica economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore tenuto dal professor Francesco Timpano in collaborazione con Orgoglio Piacenza, la piattaforma nata da un’idea Alberto Portapuglia e che narra da diversi anni di piacentini di successo e di amanti del territorio piacentino.
«Abbiamo deciso di aprire con Davide Groppi perché è proprio una persona che esprime al meglio lo spirito di Orgoglio Piacenza» ha affermato Portapuglia. « Qui Davide ha iniziato e da qui continua a inondare di luce e di innovazione il mondo intero. È da poco Italian Design Brands, un vero orgoglio per Piacenza».
«Ho cominciato a 22 anni. All’inizio facevo cose invendibili. Solo dal 1994 ho cominciato a uscire dal mio laboratorio e a girare il mondo: con in mano il mio primo catalogo e con approccio scientifico, con un’impostazione marketing oriented, ho avuto la fortuna di conoscere la signora Maddalena De Padova. Ebbi così l’occasione di farmi largo nel mondo che mi interessava». Inizia così il suo racconto Groppi, che di sé dice: «Ho una visione umanistica e non tecnica della luce. La mia azienda è sempre piacentina, è fatta da un’ottantina di persone e lavoriamo per il mondo. Ho sempre cercato autenticità attraverso quattro capisaldi: semplicità, leggerezza, emozione e invenzione».
E se è vero che, come ha affermato Timpano, l’innovazione nasce dall’idea e dalla sua realizzazione concreta la componente che ha prevalso nel lavoro del creativo della luce e che ha reso, nuovo e a suo modo unico nel mondo il lavoro di Groppi è stata la componente organizzativa: «Passo dal problema di illuminazione, alla sua analisi, secondo diverse prospettive, con l’obiettivo di risolverlo in un modo nuovo. Sono appassionato di matematica e affronto la lampada come affronterei la soluzione di una “dimostrazione matematica”. C’è poi la parte semantica: mi piace che le lampade abbiano qualcosa da raccontare e che non facciano solo luce. Fin dall’inizio ho inseguito una forma di originalità e di capacità di essere riconoscibile molto forte». Del resto «fare lampade non è una scienza esatta, non ho mai lavorato per soldi, ma i soldi servono per crescere e per continuare. Sono stati molto più gli insuccessi dei successi; ecco, direi che questo modo di intendere il lavoro creativo e artigianale non solo dal punto di vista poetico ma anche industriale è stato di per sé un fattore di innovazione vincente».
Il ciclo proseguirà con Terri Pecora, art director internazionale (3 marzo), Gianluca Galli, ideatore di valvole (14 aprile) e Guido Ravenna, manager finanziario (5 maggio).