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Flessibili e crossmediali, le armi vincenti dei format della tv di domani

12 marzo 2021

Flessibili e crossmediali, le armi vincenti dei format della tv di domani

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Nell’ultimo decennio la televisione italiana è cambiata. L’industria si è popolata di nuovi attori, i servizi di streaming si sono affermati con decisione nelle preferenze degli spettatori. Ma il processo di internazionalizzazione della tv è dipeso soprattutto dalla globalizzazione del mercato dei format. Proprio di “Format nel nuovo contesto televisivo globale” si è parlato lo scorso 10 marzo nella Open Lecture del Master Fare TV dell’Università Cattolica, che nel 2021, nel centesimo anniversario dell’Ateneo, festeggia il suo decimo anno di vita.

Sulla definizione di format c’è spesso molta confusione, ma format e programmi hanno una natura molto diversa. «Il format è come un brevetto, senza di questo non esisterebbe l’industria dell’audiovisivo», esordisce Leonardo Pasquinelli, ceo di Endemol Shine Italy, azienda europea fra le prime al mondo nel settore. «È il prodotto più globale in assoluto», gli fa eco Axel Fiacco, co-fondatore di CoffeeMug Media, docente del Master Fare TV e autore per Castelvecchi di “Unscripted Format”, un saggio che analizza in teoria e in pratica oltre 300 format di 22 paesi.

Capire come stanno cambiando è importante perché «i format internazionali nella televisione italiana incidono non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche in termini qualitativi, perché costruiscono spesso le grandi prime serate delle televisioni generaliste» nota Massimo Scaglioni, direttore del master e del Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisiv (Ce.R.T.A.) dell’Università Cattolica, che ha moderato l’evento.

«Siamo davvero dei cacciatori di idee vincenti», dice Orsetta Violante Balsamo, responsabile delle acquisizioni di Endemol Shine Italy, che spiega: «Non ci interessa se l'idea nasce nel catalogo del nostro gruppo, l'importante è che se c'è un'idea che possa funzionare per il nostro mercato faccia parte del nostro catalogo». Un catalogo che ormai comprende produzioni che non sono destinate solo alla televisione tradizionale, ma anche alle piattaforme streaming, che si sono affermate con decisione nell’ultimo decennio e che ora stanno acquistando sempre più spazio.

«È stato veramente entusiasmante poter mettere finalmente in campo tutta la nostra potenza produttiva», interviene Pasquinelli, che sottolinea come il rapporto con Amazon Prime Video abbia garantito un investimento sul prodotto finale a cui non si era più abituati da tempo. Ma rivolgersi alle piattaforme streaming presenta anche degli svantaggi che è necessario risolvere il prima possibile: la loro presenza globale impedisce al format di essere rivenduto in altri paesi e la persistenza dei programmi negli archivi, sempre consultabili, depotenzia la capacità di distribuzione.

Uno degli aspetti più valorizzati dai format degli ultimi anni è la crossmedialità. «La possibilità di esplodere il formato su tutti i mezzi possibili e immaginabili è fondamentale», nota Pasquinelli. «Arrivare su più piattaforme possibili, attraversarle generando delle discussioni che portano la tv anche altrove - ricorda Balsamo - è l’elemento trainante della tv di oggi, che rende attuali anche format ventennali come il Grande Fratello».

Il lavoro di chi si occupa di format che non si è fermato neanche con la pandemia, che anzi, ha spinto sempre più italiani a guardare la televisione. «Lo scripted si è bloccato in toto, l’unscripted no», sottolinea Fiacco nel segnare la differenza fra il percorso produttivo della fiction e quello dei talk show, dei game show o dei reality, che invece sono diventati sempre più rilevanti.

Un’operazione che ha incontrato però molte difficoltà, fanno notare Pasquinelli e Balsamo, che hanno raccontato come il rispetto di protocolli anticontagio, diversi a seconda delle reti, la crescita dei costi e i rallentamenti siano stati degli ostacoli importanti, ma tutti superati. «La flessibilità - conclude Pasquinelli - è stata la grandezza del format».

Un articolo di

Luigi Scarano

Scuola di Giornalismo

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